Virginia Raggi e Rosa Capuozzo: due casi simili anche dai contenuti profondamente diversi; Roma e Quarto, i due sindaci entrambi del Movimento 5 Stelle indagati in momenti diversi, e soprattutto con esiti del tutto diversi all’interno del Movimento 5 Stelle. L’attacco quest’oggi contro Virginia Raggi arriva proprio dalla ex grillina Capuozzo, in merito alle indagini e al rapporto con la base del partito retto da Beppe Grillo; chiaro, la Capitale non ha la stessa cassa di risonanza politica e sociale della cittadina di Quarto, eppure un file rouge sembra tener uniti i due casi di Raggi e Capuozzo. «Rosa Capuozzo non è Virginia Raggi. Io, parte lesa in un’indagine, fui isolata e nessuno pensò, come è accaduto per Roma, di cambiare addirittura lo Statuto. Quarto e i suoi cittadini furono abbandonati. Sono solidale con Virginia ma il Movimento di oggi è lontano dalla base. Il pensiero unico è preferito sulla Rete, nessun dissenso è consentito” ha aggiunto, spiegando anche che “nel caso specifico di Roma, Grillo ed il direttorio, si sono mossi in anticipo cambiando lo statuto e restando, nonostante le contraddizioni, al fianco del sindaco Raggi». È il duro attacco della ex grillina, espulsa lo scorso anno per il no al diktat del Direttorio di dimettersi dopo una indagine in cui era coinvolta assieme al Comune (da cui tra l’altro al momento no ha subito alcuna condanna). Codice etico cambiato in un caso, diktat nell’altro: anche per queste sfumatura la situazione della Raggi è tutt’altro che semplice.



Da un lato il blog di Beppe Grillo ha ospitato – a due giorni dalle indagini pubbliche rese note da Virginia raggi nei suoi confronti – un commento del fondatore e Garante M5s che attacca duramente il Corriere della Sera minacciando querele per presunte notizie false riportate; dall’alto il resto del Movimento 5 Stelle che in queste ore si interroghi fumosamente sul futuro del sindaco grillino più importante d’Italia. La vera avversaria che torna ovviamente alla carica in questi giorni di fuoco per la giunta capitolina è la pasionaria Roberta Lombardi, da sempre arcinemica della Raggi nel M5s romano, che ora richiede l’autosospensione del sindaco grillino,  specialmente se la situazione giudiziaria si rivelerà (come sembra), seria e non risolvibile a breve. Di contro però la gran parte della base del Direttorio, con Davide Casaleggio in primis che assieme a Grillo sostengono la Raggi. Come riporta il collega Iacoboni sulla Stampa questa mattina, «Davide Casaleggio ha convinto ormai Grillo che la Raggi va difesa assolutamente, perché se crolla lei crolla tutta l’impalcatura. Di auto-sospensione si parlerà solo se arriverà il rinvio a giudizio. Il secondo problema è che Roberta Lombardi è isolata. Il fronte dei dissidenti, o dei rivoltosi, chiamateli come preferite, tutti quelli che hanno accumulato un malessere (profondo o lieve) contro i capi (Grillo, e il patto Davide Casaleggio-Di Maio: i difensori della Raggi) è ancora vastissimo, ma non ha in realtà una strategia comune». Una strategia, è quello che forse oggi più che mai necessita il Movimento 5 Stelle.



Sono ore difficili per Virginia Raggi, la sindaca di Roma raggiunta da un avviso di garanzia e indagata per falso e abuso d’ufficio. A risentire dalla vicenda, soprattutto considerando che l’ipotesi di un voto anticipato dopo la sentenza della Consulta non è così campata in aria, potrebbe essere il Movimento 5 Stelle. E non è un caso che un retroscena de Il Corriere della Sera abbia descritto Beppe Grillo come “furibondo”. Il comico genovese, secondo il quotidiano di via Solferino, avrebbe indirizzato una telefonata di fuoco alla sua sindaca: una chiamata conclusasi con un “mi hai ingannato!”, riferito soprattutto all’accusa di falso, evidentemente una sorpresa inaccettabile per il leader pentastellato. Ma è stato proprio Grillo, attraverso un post pubblicato poco fa sul suo blog, a smentire con forza la ricostruzione de Il Corriere della Sera e a rinnovare la propria vicinanza alla Raggi. Ecco le sue parole:”Virginia Raggi ha adempiuto ai doveri indicati dal nostro codice etico (da poco elogiato pubblicamente da Nino Di Matteo) informando tempestivamente il movimento e i cittadini dell’invito a comparire che ha ricevuto l’altro giorno. Lei è serena e io non posso che esserle vicino in un momento che umanamente capisco essere molto difficile. I giornalisti del Corriere della Sera sono molto male informati o volutamente disinformati. La ricostruzione della telefonata pubblicata oggi è totalmente falsa, nonché ridicola. Altro che post verità, siamo arrivati alla fantanotizia, alla fake news come sistema. Mi dispiace per i lettori di questo giornale, che continuano a spendere soldi per ricevere notizie finte e inventate. Che senso ha spendere soldi per essere presi in giro? Valuterò con i miei avvocati l’ipotesi di una querela e pretendo un’immediata rettifica via web”.



È caos in Campidoglio ieri dopo la notizia di Virginia Raggi indagata: la sindaca M5s di Roma Capitale non si è presentata nella aula capitolina, dopo che in mattinata aveva risposto così ai cronisti fuori al Campidoglio: «Sono tranquilla. Quello che ho fatto l’ho fatto con tutte le procedure che mi sono state indicate dagli uffici, quindi andremo a rispondere in Procura. Vedremo cosa mi imputano, ma sono serena di aver fatto tutto nella massima correttezza». Lunedì prossimo il sindaco dovrà comparire davanti alla Procura per riferire delle accuse di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico per la nota vicenda di Raffaele Marra e del fratello Renato. Intanto però la novità di ieri sera è stata la decisione della stessa Virginia Raggi di non autosospendersi, e a chiarirlo ci ha pensato il gruppo M5s in Campidoglio. «L’autosospensione della sindaca? È un’ipotesi che non abbiamo mai preso in considerazione. Siamo compatti al fianco della sindaca. Stiamo lavorando per la città, a partire dal bilancio che stiamo votando in Assemblea capitolina». Così il capogruppo M5S in Campidoglio Paolo Ferrara interpellato in merito agli scenari ipotizzati da alcuni mezzi di informazione. Sul fronte delle indagini, il pm di Roma sostiene che il sindaco Raggi avrebbe detto il falso alla responsabile anticorruzione del Campidoglio e in questo modo non avrebbe impedito al fratello di Raffaele di essere nominato direttore del dipartimento Turismo del Comune di Roma. Per la prima cittadina a Cinque Stelle della Capitale i guai non finiscono, visto che lo stesso Raffaele Marra risulta indagato anch’egli per concorso in abuso di ufficio nell’inchiesta della nomina del fratello.

È intervenuto sulla vicenda di Virginia Raggi indagata anche il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, responsabile con le sue valutazioni dell’atto di comparizione per il sindaco del Comune di Roma, ravvisando irregolarità presunte nella nomina di Renato Marra. A margine della conferenza stampa di presentazione della nuova edizione dell’Indice di Percezione della Corruzione 2016 – CPI di Transparency International Italia, il presidente dell’Autorità Nazionale AntiCorruzione ha affermato: «Non spetta a me valutare la gravità della vicenda per la quale è indagata la sindaca di Roma Virginia Raggi: questo lo valuterà la magistratura: noi abbiamo evidenziato che c’era un conflitto di interesse», segnala Cantone. Sui reati contestati alla sindaca M5s l’Anac non ha voluto interferire sugli aspetti penali, «noi non ci interessiamo, non abbiamo mandato all’autorità giudiziaria qualificando il dato in termini di illecito penale: ci sembrava doveroso informare di questa vicenda l’autorità giudiziaria e l’abbiamo fatto, le qualificazioni giuridiche spettano all’autorità giudiziaria». Ma il sbiancò ora rischia per altre nomine fatte in questi primi mesi alla guida della giunta Capitolina? «Assolutamente no», la risposta secca di Cantone.