Si infuoca ancora di più la vicenda che vede Virginia Raggi indagata per falso e abuso d’ufficio nell’inchiesta sulla nomina di Renato Marra a capo del Dipartimento turismo del Campidoglio. Renato Marra è fratello di Raffaele, ex braccio destro del sindaco di Roma arrestato con l’accusa di corruzione. Contro la stampa si scaglia ancora il Movimento 5 Stelle. In un post pubblicato oggi sul blog di Beppe Grillo i giornalisti sono infatti definiti “apprendisti stregoni che prevedono il futuro”. Vengono ricordati alcuni cronisti che per la cronaca giudiziaria ci hanno rimesso la vita, come Mario Francese e Mauro De Mauro. “Ma oggi anche la cronaca giudiziaria è morta – scrive il M5s – Tutti i giornali ieri mattina titolavano e scrivevano a proposito di una trattativa che i legali della sindaca Virginia Raggi avrebbero intavolato con la Procura di Roma per patteggiare una pena. L’hanno scritto tutti. Peccato che il legale di cui sopra non era neanche fisicamente presente a Roma (…) Poi, viene dato per certo il giudizio immediato, rito speciale che rende il procedimento molto rapido perché non richiederebbe particolari ulteriori approfondimenti. E, anche qui, ci si chiede come si possa prevedere l’esito di una procedura giudiziaria prima ancora di un passaggio cruciale come può essere quello di ascoltare la persona accusata”. Poi il M5s si chiede cosa avrebbero fatto Mario Francese o Mauro De Mauro nella vicenda dell’indagine su Virginia Raggi: “Avrebbero – magari – chiamato l’avvocato di Virginia Raggi e, così, avrebbero scoperto subito che era tutta una bufala (…) Queste pagine di giornali e i loro autori hanno sputato in faccia alla loro professione, per primo, e anche a chi, come Francese e De Mauro, per assolvere al meglio alla propria funzione ci hanno rimesso la vita. Vergognatevi almeno per loro” (clicca qui per leggere tutto).
Non è solo la magistratura penale a passare a setaccio gli atti promulgati dalla giunta di Virginia Raggi, ma è anche la corte dei conti ad guardare con allarme cosa è successo nella città capitolina, da quando l’esponente del movimento cinque stelle ha vinto le elezioni. I magistrati contabili indagano infatti se dalla situazione derivante dalla promozione del fratello di Marra, promozione decisa con determina sindacale dalla Raggi, ci sia stato un eventuale danno erariale per le casse dell’amministrazione della città dell’urbe. Le indagini oltre ad interessare il primo cittadino potrebbero inoltre allargarsi a tutto il consiglio comunale, stante l’interessamento nella promozione di Marra finanche del presidente del civico consesso Marcello De Vito. Ieri sera è scattato l’allarme dell’Oref – dopo avere già bocciato il bilancio del Campidoglio a dicembre 2016 – che tramite le parole della presidente Federica Tezzi getta altra legna sul fuoco della giunta Ms6. «E’ vero che il bilancio presenta un equilibrio ma, se l’ente non si attiva, i rischi potenziali che ci sono metterebbero comunque l’ente a rischio. Questa è la situazione nella quale questo ente si trova: un equilibrio finanziario precario, da tenere sotto controllo e da verificare; fondamentale che l’amministrazione si attivi a fare questo. Perché l’equilibrio c’è, ma se leggete tutto ciò che può verificarsi sul Comune e le passività potenziali, oltre al discorso delle Partecipate e quello del contenzioso fuori controllo, è necessario per il bene dell’ente che gli uffici collaborino tra di loro, che ci sia coordinazione, che comunichino tra loro. Se non c’è comunicazione non si può quantificare la reale situazione dell’ente. Nonostante le verifiche la reale situazione dell’ente in qualche modo ci sfugge, quindi è fondamentale il coordinamento tra gli uffici», ha aggiunto Tiezzi. Risposta assi secca quella del Comune di Roma che, impegnato nella bufera caduta sulla sindaco Virginia Raggi, prova a reggere sotto l’alto fronte dei conti in bilancio. «L’equilibrio di bilancio di Roma Capitale è garantito e non c’è alcun rischio per la tenuta dei conti. Quanto detto oggi dall’Oref in aula appare poco coerente con quanto sancito dal parere favorevole degli stessi revisori», ha dichiarato l’assessore al Bilancio e Patrimonio di Roma Capitale, Andrea Mazzillo.
Dovrà esser tutto ancora verificato prima di arrivare a conclusioni certe su Virginia Raggi e sulle indagini a suo carico, ma di sicuro le chat “quattro amici al bar” saranno uno dei punti cruciali dell’eventuale procedimento a carico di Raffaele Marra e Virginia Raggi nella complessa vicenda del Comune di Roma. «Le nomine di Minenna e Raineri sono imposte. Ma il sindaco sono io», spuntano di nuovo queste intercettazioni delle chat tra il sindaco M5s, Salvatore Romeo, Daniele Frongia e Raffaele Marra, sui giornali in questi giorni di fuoco per l’avviso di garanzia alla prima cittadina della Capitale. Questa infatti potrebbe essere la prova regina della Procura nello spiegare il falso pubblico presunto di Virginia Raggi: il sindaco ha sempre dato la stessa risposta: «Le decisioni le prendo io con i miei assessori e i miei consiglieri», peccato però che in molti passaggi della chat ad essere sotto accusa di Raggi e Marra sono gli stessi vertici del Movimento 5 Stelle. Insomma, una bomba ad orologeria che sembra già a buon punto di scoppio…