Si è conclusa pochi istanti fa la votazione della Legge Elettorale Rosatellum Bis: sì della Camera. Il testo è stato approvato con 375 voti favorevoli e 215 voti contrari. Ora il testo del Rosatellum Bis passa all’esame del senato. Come preannunciato, a votare a favore della Legge Elettorale tanto discussa sono stati il Partito Democratico, Forza Italia, Lega Nord e Alternativa popolare. Non è bastata l’opposizione del Movimento Cinque Stelle, di Sinistra Italiana e di Mdp (Movimento democratici e progressisti). E’ stato un voto a scrutinio segreto, particolare che ha suscitato critiche e contestazioni, e che ha permesso la presenza di franchi tiratori: secondo le stime e le aspettative di voto, i franchi tiratori nella maggioranza non sono stati più di una trentina, numero insufficiente per non fare approvare il testo. Ora è atteso l’esame del Senato, dove i franchi tiratori potrebbero incidere maggiormente con Pd, Forza Italia, Ap e Lega Nord che hanno uno scarto decisamente inferiore. (Agg. Massimo Balsamo)



GLI APPELLI PRIMA DEL VOTO FINALE

Sono gli ultimi momenti buoni prima del voto finale alla Camera: una seduta accesissima vede gli ultimi appelli e dichiarazioni di voto prima della sentenza ultima con voto segreto: il Rosatellum Bis rischia con i franchi tiratori, e il Movimento 5 Stelle attacca duro per cercare di “convincerli” a mollare la maggioranza Pd, Ap, FI, Lega Nord. «Voi state giocando sporco: per fare una legge che elimini di fatto il Movimento 5 Stelle avete truccato le regole prima di entrare in campo a giocare. La storia, con questa legge truffa, ve lo contesterà e gli elettori, che state prendendo in giro in questo modo, ve la faranno pagare». Prima di lui durissimo anche il leader di Mdp, Roberto Speranza: «Difendiamo la dignità del Parlamento, questa legge è uno scempio inaccettabile che fa male a tutti noi. E’ un colpo di mano di questo esecutivo alla fine della sua legislatura – ha aggiunto -: autorizziamo un precedente pericoloso. Mdp non condivide questa legge, ha poi ribadito -, è il tentativo di rendere sempre più debole il Parlamento». Secondo la sinistra extra-Pd, i parlamentari saranno nominati da pochi capi di paritito, si abbassa così la qualità della nostra rappresentenza, la Camera sarà sotto ricatto nelle mani di pochi. Dire no al voto disgiunto vuol dire dire no alla scelta per gli elettori, una camicia di forza anche per i deputati». Secondo Forza Italia, attaccata per il suo voto in aiuto del Governo, con le parole di Renato Brunetta: «Questa legislatura poteva essere costituente ed invece è stata fallimentare. Ha ora una possibilità di riscatto. Occorre una legge fatta in Parlamento non contro qualcuno ma condivisa dalla maggior parte delle forze politiche. Non esiste una legge che faccia perdere se hai i voti né che ti fa vincere se non li ha». Ora sta parlando Ettore Rosato, firmatario della legge più discussa di questi ultimi mesi: dopo il suo intervento è previsto il voto con scrutinio segreto e il risultato finale.



DI BATTISTA, “SALVINI È UN VENDUTO”

Attorno alle 20.30-21 dovrebbe arrivare il voto finale al Rosatellum alla Camera dopo tre giorni di attesa sfiancante e manifestazioni Piazza davanti a Montecitorio: come riporta l’Ansa, tutti i deputati M5s sono scesi in piazza per protestare contro il “Rosatellum bis”. «Al momento delle dichiarazioni di voto finale in Aula, i pentastellati hanno lasciato i banchi di Montecitorio per unirsi alla piazza. Rientreranno solo al momento della dichiarazione di voto di Luigi Di Maio»: intanto viene confermato il voto finale a scrutinio segreto, come appena chiesto da Mdp e approvato per i numeri di richiedenti (ne servono almeno 30) della norma. Mentre in piazza grillina arriva anche la sindaca di Roma Virginia Raggi – ««Non si cambiano le regole del gioco. È vergognoso» – prosegue la guerra a distanza tra due leader dei massimi “popolusti” presenti nel nostro arco politico italiano. Alessandro Di Battista, vero capopopolo in questi giorni di proteste anti-legge elettorale, attacca duramente e gravemente il segretario della Lega Matteo Salvini. «Si sono venduti per qualche poltrona in più. Chi fa una figura pessima da venduto politico è Salvini, che si è comportato come un renziano qualsiasi», ha spiegato il giovane grillino fuori da Montecitorio. Il conto alla rovescia è iniziato e il momento della verità sta per arrivare con franchi tiratori e voti confermati che “entrano” al vaglio del voto finale.



IL FRONTE DEL SÌ E IL FRONTE DEL NO

È passato tutto l’esame sugli articoli della Legge Elettorale e ora sono in corso le discussioni sugli 88 ordini del giorno: in base alla lunghezza e al livello dello scontro in Aula, la Camera potrebbe far slittare a domani il voto finale sul Rosatellum Bis, ma al momento viene tenuta questa sera come data limite per presentare il voto finale con scrutinio segreto alla Camera. Intanto è passata anche al norma cosiddetta “salva-Verdini” sulle candidature all’estero che consente agli italiani residenti in Italia di potersi candidare in una ripartizione delle circoscrizioni estere. Come ha infatti spiegato la deputata italo-brasiliana Renata Bueno, Denis Verdini avrebbe intenzione di candidarsi per Ala in Brasile per evitare l’imbarazzo di una campagna elettorale in Italia dopo questi anni di forti polemiche mediatiche. Alla fine la norma è passata, con Favorevoli all’emendamento 337 deputati, contrari 154, astenuti 22: ma è la conta dei numeri a favore e contro il voto finale di questa sera ora a tenere sul filo del rasoio le varie segreterie di partito in Parlamento. Il Fronte del No infatti non dovrebbe avere scampo con circa 164 voti ripartiti in 3 voti di Mdp, gli 11 di Fratelli d’Italia, gli 88 del Movimenti Cinque Stelle, i 17 di Sinistra italiana e i 5 di Alternativa libera. Servirebbero dunque, ad occhio, circa 120-130 franchi tiratori tra i favorevoli al Rosatellum Bis per poter far cadere la votazione alla Camera: il fronte del Sì però può contare sulla carta di 441 voti, con 283 deputati del Pd, i 50 di Forza Italia, i 23 di Area popolare, i 19 della Lega, i 14 di Civici ed Innovatori, i 6 delle Minoranze linguistiche, i 17 di Scelta Civica-Ala, i 12 di Centro democratico, gli 11 di Direzione Italia, i 6 dell’Udc e i 4 del Psi. L’impressione è che la norma passerà e che invece sarà il Senato la camera con maggiori problemi dove, con voto segreto, davvero la maggioranza della legge elettorale rischia ancora una volta di saltare e sfaldarsi.

ANCHE IL CENTRODESTRA SI SPACCA

Non solo il Governo con la frattura Pd-Mdp ma anche il centrodestra non vive momenti migliori dopo il sostegno di Berlusconi e Salvini alla legge elettorale: Giorgia Meloni, la terza “stampella” della coalizione che tra l’altro ad oggi con il Rosatellum Bis potrebbe effettivamente avere più seggi di quanti ne avrebbe con il Consultellum, non ci sta allo “schifo della legge e della fiducia”. Ecco la denuncia fatta dalla Camera: «A questo punto è opportuno – dice Meloni – un incontro con Berlusconi e Salvini che mi chiarisca il senso del loro sostegno ad una legge elettorale che, matematicamente, non consentirà di formare una maggioranza certa e un governo che difenda gli interessi degli italiani». Intanto il voto sull’articolo 4 e 5 sono passati, senza fiducia, ma comunque con una maggioranza abbastanza solida che si proietta verso il voto decisivo di questa sera, quello a scrutinio segreto. «Rispetto al Consultellum questo è il male minore. La lista unica sarebbe un grosso problema per noi, per non parlare delle preferenze, che sono il male della politica», spiega Berlusconi a Il Corriere della Sera. Nei prossimi giorni il confronto che sarà abbastanza duro e che porterà anche il centrodestra a capire cosa fare del proprio futuro, e con quale legge elettorale.

PASSA ANCHE LA TERZA FIDUCIA

Per ora l’iter è lo stesso di ieri: alla Camera passa la terza votazione di fiducia sulla legge elettorale, fuori da Montecitorio le piazza diverse con M5s e Mdp protestano per il Rosatellum e attacco le scelte del governo. Risultato ok anche per questo terzo voto, con l’Aula che dà il via libera al terzo articolo del Rosatellum bis con 309 Sì, 87 No e 6 astenuti, sempre fuori dalla Camera sia i grillini che i fuoriusciti dal Pd ora in Articolo 1-Mdp. Le fiducia ora sono finite e non restano che le discussioni sugli emendamenti, i restanti articoli e soprattutto il voto finale sull’intero provvedimento che dovrebbe arrivare in serata con la complicità di Lega e Forza Italia che dovrebbero confermare il voto a favore della legge di Ettore Rosato. Franchi tiratori e “traditori” sono l’incubo del Partito Democratico ancora in queste ore, anche se nessuno ufficialmente si pronuncia a riguardo con questi dubbi: occhio dunque alle astensioni di questi primi tre voti, tra i quali spuntano i nomi eccellenti di Gianni Cuperlo e Rosy Bindi (ha votato la fiducia ma ha già detto che non voterà l’ultimo provvedimento decisivo). Addirittura anche molti renziani, si vocifera in aula, potrebbero bocciare il Rosatellum per tornare al Consultellum.

M5S IN PIAZZA CON GRILLO

Il voto finale potrebbe slittare a domani per via delle lunghe e immaginabili tese discussioni sui voti con emendamenti di questo pomeriggio: mentre è in corso la terza fiducia stamane, le opposizioni contro la legge elettorale si armano per un’altra giornata di barricate e piazze davanti alla Camera. Sta arrivando a Roma anche Beppe Grillo – tutt’altro che uscito di scena dunque tra il suo popolo – per sostenere Di Maio e Di Battista in piazza contro il Rosatellum definito un affronto sporco alla democrazia. In particolare, “Dibba” nella sua dichiarazione di voto in Aula ha rivolto un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento per far cadere la legge durante il voto segreto. «Mi meraviglio dell’ipocrisia di questo Palazzo, ci sono brave persone in tutte le forze politiche ma sono legate al segretario. Ma c’è ancora una possibilità di andare contro certi diktat. Non so come andrà perché c’è il voto segreto. Posso solo dire che siete facilmente sostituibili. Tranne un piccolo manipolo, Renzi non vi candiderà. Oggi per disciplina di partito avallerete la sua richiesta ma non vi ricandiderà. Forse è il momento di tirar fuori l’orgoglio e la dignità davanti a un segretario di partito che non vi considera».

CI SARANNO I FRANCHI TIRATORI?

Scatta oggi il terzo voto di fiducia a partire dalle ore 9, con le dichiarazioni di voto canoniche sulla terza e ultima fiducia all’articolo 3 del Rosatellum Bis: la votazione scatterà attorno alle ore 11 e già c’è forte interesse e timore nella maggioranza per eventuali franchi tiratori che potrebbero all’ultimo far saltare il banco e di nuovo affossare la legge elettorale, questa volta forse definitivamente dato che le urne si avvicinano. Spaccatura nel governo, spaccatura nell’opposizione, il Rosatellum Bis sta mettendo a dura prova la tenuta del Parlamento che nella giornata “fatale” di oggi mostrerà lo stato di accordo tra Renzi, Berlusconi e Salvini e soprattutto se il Pd riuscirà a tenere saldi i ranghi ed evitare appunto i famosi franchi tiratori. Sulla carta ci sono circa 420 voti a favore, dunque ci vorrebbero un centinaio di “traditori” per sbaragliare l’accordo non scritto che ha mandato su tutte le furie Mdp e Movimento 5 Stelle. Lorenzo Guerini assicura, «nel Pd non ci sarà nessun franco tiratore»: qualche ora e scopriremo se effettivamente è così.

ECCO COSA È SUCCESSO IERI

La giornata di ieri è andata via esattamente come ce la si aspettava: proteste in piazza di M5s e Mdp contro la Legge Elettorale del Rosatellum Bis, caos e bagarre in Aula per il secondo giorno consecutivo e primi voti di fiducia andati a buon segno. Ora si arriva al terzo e forse fatidico giorno per presentare al Paese una legge elettorale che possa funzionare sia per Camera e Senato – al momento ricordiamo che il Consultellum “disgiunto” è la legge attuale, frutto di due distinte sentenze della Corte Costituzionale, ecco qui un breve e utile ripassino – con il terzo voto di fiducia (sull’articolo 3) questa mattina e con il conseguente voto finale a scrutinio segreto teoricamente entro questa sera. I Cinque Stelle sperano che proprio nei voti sugli emendamenti e sul voto finale della legge, senza la fiducia, potrebbe cadere il patto non scritto tra Salvini, Berlusconi, Alfano e Renzi. Di certo, finora il fronte del Rosatellum Bis ha retto, forse anche perché i tempi verso le elezioni si stringono sempre di più e i sondaggi (come abbiamo spiegato brevemente qui) mostrano che a Renzi e al centrodestra sopratutto il Rosatellum conviene molto più del proporzionale puro del Consultellum.

ROSATELLUM: D’ALEMA-M5S ATTACCANO, RENZI REPLICA

Lo scontro però nel Governo è quanto preoccupa di più il premier Gentiloni, convinto ad usare la fiducia da Rosato (e dunque da Renzi) ma che ora si ritrova in vista della ben più importante sfida della Manovra 2018 con un Mdp con più di un piede fuori dalla maggioranza. «Per la seconda volta nella stessa legislatura abbiamo una legge inaccettabile, segno di irresponsabilità del gruppo dirigente del Pd che logora la democrazia e apre la strada al populismo, spezzando il legame già fragile tra cittadini e istituzioni», spiega un irato Massimo D’Alema dopo i primi voti di fiducia del Rosatellum. Il Movimento 5 Stelle invoca il maxi inciucio e addirittura le leggi fasciste degli Anni Trenta – vedi qui sotto il “Dibba” ieri fuori dalla Camera – mentre il Pd si trincera dietro le accuse con la veemente reazione di Matteo Renzi, tornato a parlare in pubblico alla presentazione del libro di Piero Fassino sul Pd: «Ho visto le immagini dei 5 Stelle che parlano di colpo di mano contro la democrazia, dicendo che la legge attuale andava bene. Sono le stesse immagini dei 5 stelle di due anni fa quando dicevano le stesse cose per la legge che ora difendono. Il Consultellum è l’Italicum, è stato dichiarato incostituzionale solo il ballottaggio. Stanno difendendo la legge elettorale contro la quale erano scesi in piazza due anni fa!». Il braccio di ferro continua e il voto finale di questa sera avrà di certo un vincitore, Renzi o Di Maio, nell’immediato ma ben pochi forse per i prossimi voti in Parlamento che si preannunciano assai complicati per il Governo Gentiloni. «Se si rivedesse l’azione degli ultimi due anni, si vedrebbe che c’è sempre stata una forza politica che ha fatto delle proposte e molte altre che hanno saputo dire soltanto no. Confido nel popolo italiano, che al momento delle elezioni saprà scegliere», conclude Renzi aprendo idealmente la giornata decisiva per la nuova legge elettorale.

LEGGE ELETTORALE, DI BATTISTA, “GOVERNO COME MUSSOLINI”

«La fiducia sulla legge elettorale è un atto eversivo. Solo Mussolini aveva fatto cose simili»: a sparare l’accusa è Alessandro Di Battista, capopopolo M5s nella protesta durissima contro il voto di fiducia alla Camera sulla legge elettorale. Mentre era in corso ieri la votazione di fiducia per il primo voto sul primo articolo del Rosatellum, la protesta grillina non si è esaurita, con il Capo dello Stato ancora una volta tirato in ballo. «Mattarella sarà costretto a pensarci 100, 1000 volte prima di firmare il Rosatellum bis. La democrazia oggi è in pericolo, è a rischio. Il Parlamento viene composto dai rappresentanti del popolo. Con questa legge sarà composto da rappresentanti dei partiti». Gli fa eco il “nemico” interno al M5s, Roberto Fico, che davanti a Montecitorio spiega ai giornalisti come l’intera vicenda sia scandalosa. «Non condivido il fatto che sia stata messa la fiducia e qui Mattarella avrebbe dovuto fare un passaggio molto più duro e forte. Sembra quasi avallare la fiducia e mettere la fiducia sulla legge elettorale a pochi mesi dal voto è davvero uno scandalo».

Per il Governo intanto arrivano le critiche anche de Presidente Emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano che parlerà oggi in Parlamento proprio sul Rosatellum Bis e le sue contraddizioni: «Con la fiducia posta in blocco dal governo sulle parti sostanziali del testo, prima che si aprisse il confronto sugli emendamenti all’art.1, non mi resta che la sola possibilità di intervenire in Senato nel corso del dibattito in Assemblea sulla fiducia. Ed è ciò che intendo fare, anche per mettere in luce l’ambito pesantemente costretto in cui qualsiasi deputato oggi, o senatore domani, può far valere il suo punto di vista e le sue proposte, e contribuire così alla definizione di un provvedimento tra i più significativi e delicati».