Romano Prodi non parla, e forse non lo farà, sul Rosatellum per evitare di dire quello che molto probabilmente pensa sull’intera vicenda della legge elettorale e del voto di fiducia ieri alla Camera: ci ha però pensato il suo fidato collaboratore, ex ministro e tra i fondatori dell’Ulivo, Arturo Parisi a dire quanto probabilmente Prodi avrebbe potuto affermare segnando uno strappo grave all’interno del Pd in un momento così delicato come quello di fine Legislatura, con la manovra economica e il Rosatellum ancora in corso al Senato nelle prossime settimane. «Dopo l’approvazione del Rosatellum, grave nel merito e nel metodo, il decennale del Pd di domani, invece di un giorno di festa s’è trasformato in un giorno di lutto», spiega Parisi all’Ansa, annunciando che né lui né l’ex premier saranno presenti domani alla festa del Decennale del Partito Democratico all’Eliseo. «Ricordo che 12 anni fa, quando Berlusconi c’impose il Porcellum, almeno non lo fece con la fiducia. Quanto a domani – aggiunge Parisi – noto almeno una sciatteria dell’organizzazione nel coordinamento delle agende. E dire che io e Romano qualche ruolo l’abbiamo avuto», spiega Parisi ammettendo che «mi è stato risolto un problema. L’approvazione della Legge Rosato che ieri in Parlamento il Pd ha salutato con un boato gioioso – sottolinea l’ex ministro – ha trasformato quello che avrei condiviso come un giorno di festa in un giorno di lutto». (agg. di Niccolò Magnani)
IL NODO DEL NUMERO LEGALE
La Camera ormai è il passato, ma il futuro non vede piani sereni e “semplici” per la maggioranza che cerca di far approvare in breve tempo la nuova legge elettorale al Paese: per il Senato infatti si affacciano altri problemi dopo quelli avuti a Montecitorio e una maggioranza solida come quella vista di Ap, Lega, FI e Pd potrebbe comunque avere problemi a Palazzo Madama dove i numeri sono molto più esili e le regole sopratutto diverse. Scompare il problema del voto segreto e dei possibili franchi tiratori – comunque ieri ve ne sono stati 66, non proprio pochissimi – ma compare quello del numero legale: siccome anche al Senato la fiducia dovrebbe essere posta sul voto del Rosatellum Bis, in questa camera funziona che il voto definitivo e l’eventuale fiducia devono coincidere. A questo punto però, Forza Italia e Lega Nord che appoggiano il Rosatellum non potranno votare una fiducia ad un governo di cui non fanno parte (a meno di pericolose conseguenze per i propri elettori che forse non comprenderebbero, ndr) e quindi usciranno dall’aula per evitare di votare No ad una legge che condividono. Ma a quel punto potrebbe mancare il numero legale per far approvare il provvedimento, con Mdp e M5s che ovviamente cercheranno il più possibile di spingere verso questa conseguenza nefasta per il Rosatellum Bis. Il Pd avranno i numeri per superare anche questa “tempesta” parlamentare? (agg. di Niccolò Magnani)
SCONTRO M5S-LEGA NORD
Durissimo lo scontro, il giorno dopo il passaggio della legge elettorale alla Camera, la reazione del Movimento 5 Stelle contro la Lega Nord, le due anime “populiste” nell’arco parlamentare ed istituzionale: Grillo e Di Maio, come Di Battista ieri in piazza, non hanno gradito l’appoggio di Salvini al governo con il suo voto a favore del Rosatellum Bis, tanto da scrivere oggi un post sul Blog M5s altamente accusatorio. «Matteo Salvini ha gettato definitivamente la maschera. È uno di loro. E questo è il post definitivo che conferma tutta la sua incoerenza. Matteo Salvini è un traditore politico. Leggi tutto ciò che ha fatto e fallo leggere ai tuoi amici. È vergognoso». La reazione arriva dallo stesso segretario che come aveva già detto per le precedenti leggi elettorali proposte, «l’importante è andare a votare. Nella vita reale la legge elettorale interessa a pochi, il Rosatellum non mi piace ma del resto è da un anno che ne stiamo parlando e non risolviamo nulla. Vediamo con la legge elettorale che c’è. Ci sono i collegi, vediamo come va a finire; ora Mattarella fissi la data del voto, abbiamo perso già troppi anni». A dare ragione a Salvini sembra intervenire l’ultimo sondaggio condotto da Index Research per Piazza Pulita proprio sulla legge elettorale: solo la metà degli italiani reputa importante l’approvazione della legge elettorale. Di questi però – e qui è Grillo ad avere la meglio – il 45,2% ritiene che il Rosatellum Bis sia una pessima legge. Per 7 su 10 non garantisce la scelta da parte dei cittadini dei propri rappresentanti. Solo 4 su dieci ritengono che garantisca la governabilità. (agg. di Niccolò Magnani)
A CHI CONVIENE E PERCHÈ
Dopo la tempesta ora la quiete prima dell’altra bufera, quella vera, al Senato prevista per fine ottobre: ma questo Rosatellum Bis, al momento, a chi conviene? Stando alle proteste viste in questi giorni, di certo a Movimento 5 Stelle – che non vogliono coalizioni – e Mdp non va giù la scelta dell’’Aula di confermare l’impianto di Pd, Ap, Forza Italia e Lega Nord. Entriamo però nel dettaglio e capiamo di più: l’intesa vincente sul Rosatellum Bis ha garantito la governabilità anche se forse non potrà garantire un vero polo con piena maggioranza (M5s, Centrodestra e Centrosinistra). Di sicuro, i grandi partiti hanno preferito questa soluzione piuttosto che il Consultellum o il proporzionale puro: due terzi dei seggi verrebbe assegnato con criteri proporzionali, mentre il 36% sarebbe attribuito con un sistema maggioritario basato su collegi uninominali. Tale distribuzione parrebbe favorire tutti i partiti disposti ad allearsi. Non solo, con lo sbarramento al 3% e non al 5% anche i piccoli partiti come Ap potrebbero raggiungere il Parlamento. Inoltre, il 36% maggioritario non dispiace a Berlusconi, mentre viene odiato dai grillini che non vogliono alleanze e non ne hanno mai fatte. Ma è soprattuto a Renzi che potrà piacere questa nuova legge elettorale visto che la maggior parte dei candidati li potrà nominare direttamente lui nel Pd, in quanto segretario. (agg. di Niccolò Magnani)
ORA SI VOTA AL SENATO
Legge elettorale Rosatellum bis, c’è l’ok della Camera: 375 sì e 215 no, ora il testo dovrà passare l’esame del Senato. Nonostante il voto segreto, con il pericolo franchi tiratori (40 in totale al termine della votazione, troppo pochi per ostacolare l’ok), passo in avanti per la proposta condivisa da Partito Democratico, Forza Italia, Alternativa Popolare e Lega Nord. Una legge elettorale che ha incontrato critiche e che nei prossimi giorni continuerà a fare discutere. Dunque già tra due settimane, in caso di ok anche al Senato, il Rosatellum bis potrebbe essere promulgato dal capo dello Stato Sergio Mattarella e pronta per l’utilizzo in vista delle elezioni del 2018. “Grande soddisfazione” il commento di Matteo Renzi, leader del Partito Democratico, con la Lega Nord che continua a ribadire di mantenere la linea intrapresa dal 4 dicembre 2016: al voto con qualunque legge elettorale. E non sono destinate a placarsi le polemiche: da Giorgia Meloni al M5S, sarà battaglia nelle prossime settimane.
TONINELLI: “FRAMMENTAZIONE SCHIFOSA”
Intervenuto a Piazza Pulita, il membro del Movimento Cinque Stelle Danilo Toninelli ha commentato così: “Non lasciamo che passino come normali forzature al Parlamento, che è il luogo della sovranità popolare, che fecero solo Mussolini e De Gasperi, il primo con la Legge Acerbo e il secondo con la legge truffa”. Sulla possibilità di coalizione con altri partiti: “Non abbiamo paura di accordarci con i programmi e con le idee: qua siamo di fronte al classico caso in cui coloro che stanno nel palazzo da troppo tempo, Renzi, Berlusconi, Alfano e Salvini, si sono spianati di fronte la cartina dell’Italia con un sondaggista alle spalle e si sono spartiti l’Italia senza mai pensare ai cittadini italiani”. L’attacco “ai poltronari”: “La legge elettorale porta solo nominati: questi non aboliranno il Jobs Act, la Legge Fornero e non aboliranno i vitalizi”. Ancora sulle criticità del Rosatellum bis: “Con il Rosatellum ci saranno 40 partiti con lo sbarramento all’1%. Si creeranno liste civetta, c’è una frammentazione schifosa”. Infine, la risposta alla domanda di un M5S nato per stare all’opposizione:: “Noi abbiamo un obiettivo, di essere il primo partito e di esserlo a buon distacco dagli altri: lo saremo nonostante questa legge elettorale. Chiederemo di votare il programma”.
FRATOIANNI: “DEMOCRAZIA ITALIANA PIU’ FRAGILE”
Il Movimento Cinque Stelle non è l’unico partito ad opporsi alla legge elettorale Rosatellum Bis. Insieme al movimento di Beppe Grillo, Fratelli d’Italia, Movimento democratici e progressisti e Sinistra Italiana. Il leader di quest’ultimo partito, il parlamentare Nicola Fratoianni, si è sfogato tramite la sua pagina personale di Facebook: “Hanno approvato una pessima legge. Con questa scelta la democrazia italiana è più fragile. La cosa più grave è che oggi si stabilisce un precedente inquietante: da qui in avanti ogni maggioranza si sentirà autorizzata a cambiare le regole del gioco a pochi giorni dalle elezioni. Comunque continuerà la nostra battaglia nel Paese e nell’aula del Senato”. Nicola Fratoianni che continuerà dunque la sua battaglia, insieme al suo partito. Già negli scorsi giorni era stato chiaro sulla nuova legge elettorale: “Una legge fatta su misura per il prossimo governo Renzi-Berlusconi, con il consenso di Salvini, che ripropone storture maggioritarie e logiche da voto utile, senza la possibilità per i cittadini di decidere chi mandare in Parlamento”.