DEMOS, REFERENDUM AUTONOMIA: MEGLIO DEI POTERI ATTUALI ALLE REGIONI?
I sondaggi di Demos a pochi giorni dal voto del referendum per l’autonomia delle Regioni Lombardia e Veneto provano ad indagare tra i cittadini veneti e lombardi sulle reali possibilità di questo importante voto referendario: in particolare, è stato chiesto agli intervistati cosa preferirebbero fare se decidessero in prima persona sul destino immediato della propria regione. Ed ecco che il testa a testa tra una maggiore autonomia e un intatto status quo prosegue spedito verso il voto di domenica prossima: se il pericolo di secessione in Italia al momento non c’è – solo l’8% ritiene che Lombardia e Veneto debbano staccarsi per diventare stato indipendente da Roma – è il 37% a scegliere il Sì per aumentare i propri poteri rispetto allo stato centrale. Di contro, il 39% vorrebbe mantenere attuali i poteri e dunque non sarebbe d’accordo con il voto posto dai governatori Zaia e Maroni. Da ultimo, un residuo 8% chiede che addirittura le regioni debbano diminuire i propri poteri rispetto allo stato italiano.
PIEPOLI, SICILIA: VOTO REGIONALI INTERESSA POLITICA NAZIONALE?
Ma le elezioni regionali in Sicilia comporteranno una forte influenza sulla campagna elettorale nazionale e sugli scenari della vita politica nazionale? I sondaggi di Piepoli riportano la situazione elettorale in Sicilia a meno di tre settimane dal voto e si chiede agli intervistati se i risultati della sfida Musumeci-Cancelleri-Micari-Fava potranno avere ripercussioni sulla vita nazionale politica in vista delle urne del 2018: i dati sono netti, con il 49% che sostiene la possibilità di un influenzamento deciso dalla Sicilia all’Italia, specie rispetto al risultato del Pd e del Movimento 5 Stelle, mentre il 46% lo ritiene solo un voto locale, seppur importante. In termini di favoriti, il candidato del centrodestra unito – altro punto interessante per la disamina nazionale e la tenuta dei rapporti da Salvini, Berlusconi e Meloni – Nello Musumeci è davanti e favorito con il 42% del consenso, mentre il 33% delle possibilità di vittoria le ha il candidato M5s Giancarlo Cancelleri. Dietro gli uomini della sinistra, con Micari al 16% e Claudio Fava al 9% che al momento non sembrano poter competere con i due nomi in testa alle classifiche dei sondaggi elettorali.
DEMOPOLIS, SICILIA: MUSUMECI RAGGIUNTO DAL M5S
Gli ultimi sondaggi politici di Demopolis mostrano una situazione in Sicilia incredibile: dopo settimane di vasto vantaggio del candidato del centrodestra Nello Musumeci, pare ci sia un ritorno “di fiamma” del Movimento 5 Stelle che passata la bufera per le Regionarie “non valide” è ritornato sotto e potrebbe giocarsi fino all’ultimo le possibilità di vincere le Regionali del 5 novembre. I dati sono chiari, almeno quelli di questo ultimo sondaggio: per Nello Musumeci, sostenuto da Diventerà Bellissima, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con Salvini, UDC, Popolari e Autonomisti con Idea Sicilia il dato dice 35%, più o meno la media degli ultimi mesi anche se in calo evidente; al secondo posto Giancarlo Cancelleri del Movimento 5 Stelle con il 33% del consenso, in netta risalita. Dietro le sinistre, con Fabrizio Micari (Partito Democratico, Alternativa Popolare con i Centristi, Sicilia Futura – PSI, Lista Micari con Arcipelago Sicilia e il Megafono) ale 22% e Claudio Fava (Cento Passi con MdP, RC, Sinistra Italiana) al 9%. Siciliani Liberi con il proprio candidato Roberto La Rosa all’1% e fuori dai giochi, ovviamente.
INDEX, SCENARI POST-VOTO: LE LARGHE INTESE O IL CENTRODESTRA?
Stando ai sondaggi politici pubblicati da Index Research sui possibili scenari post-voto della prossima primavera 2018, sono molto interessanti le scelte che gli elettori italiano farebbero ad oggi, quando ancora mancano parecchi mesi e tutta una campagna elettorale davanti. Ebbene, tenendo conto che non vi è ad oggi una possibile maggioranza legata ad un’unica lista, la probabilità di un altro governo di Larghe Intese – in questo caso Berlusconi, Renzi e Alfano sono i principali “candidati” – è la più alta di tutti gli scenari possibili proposti agli elettori nel sondaggio Index. Il 40,2% sceglierebbe ad oggi un nuovo Patto del Nazareno (2.0 o Bis, proprio come il Rosatellum che lo avrebbe “eletto”, ndr), mentre il 20,2% ritiene possibile una coalizione di centrodestra con Forza Italia, Lega Nord, FdI e forse Ap al suo interno. I numeri dicono che però ad oggi sarebbe una strada impervia e difficile, esattamente come quella del centrosinistra che un governo Pd-Mdp-PIsapia viene valutato all’8,3% dagli elettori. Praticamente impossibile viene considerata l’opzione di un Governo grillino con l’appoggio esterno della Lega Nord (1,9%), mentre il 29,4% si dice troppo impreparato/non vuole rispondere, ed è anche comprensibile a circa 6 mesi dal possibile voto (a meno di ribaltoni improvvisi dopo il voto della Manovra e della Legge Elettorale).
TECNÈ, CRISI ECONOMICA: M5S DISFATTISTA
Nei dati pubblicati da Tecnè con i sondaggi politici orientati sullo scenario della crisi economica, si mostra una condizione di leggero miglioramento per i prossimi anni, con le prospettive economiche che nel giro di 12 mesi potrebbero portare qualche speranza in più. Almeno a vedere le stime dei sondaggi, sono gli elettori del centrosinistra a credere in un miglior futuro a livello economico, mentre i grillini si confermano la lista più “disfattista” per le prossime stagioni sociali e politiche: secondo il 24,5% l’Italia migliorerà nei prossimi anni (35,9% elettori Pd, 27% per la Sinistra, 17% per il centrodestra, 14,9% per i grillini), mentre resterà uguale ad oggi per il 52,6% degli elettoti italiani. Chi invece crede che il trend economico e la crescita delle nostre aziende peggiorerà drasticamente è il 21,4% degli elettori: in particolare, il 9,9% dei dem, il 24,5% della Sinistra unita, il 25,2% di Lega, Forza Italia e FdI e il 30% dell’elettorato M5s.