È stato eletto nuovo presidente del Centro Islamico Culturale d’Italia e Capo della Grande Moschea di Roma, ma è anche un deputato del Partito Democratico: si chiama Khalid Chaouki e potrebbe rappresentare un cambio di passo interessante per la moschea musulmana più importante d’Italia. La notizia confermata dallo stesso Chaouki – e qui sotto vediamo le prime reazioni del deputato dem – ha lanciato una ventata di novità tra la comunità islamica romana visto che il giovane neo-presidente rappresenta quella seconda generazione di musulmani nati, cresciuti e completamente italiani. Ieri mattina a Monte Antenne si è svolta l’assemblea generale che ha eletto i 7 membri italiani del Consiglio d’amministrazione e che ha visto la riconferma di Abdellah Redouane come segretario generale. Come scrive Karima Moual sulla Stampa, «Si apre così un nuovo scenario su “islam e potere in Italia”, perché questa volta a entrare in campo, è una figura anche politica piena di simboli e prospettive sul futuro dell’islam organizzato nel nostro paese». La scelta di Chaouki infatti rappresenta non solo un giovane musulmano noto negli ambienti pubblici dello Stato, ma anche un uomo politico che in passato ha preso anche forte posizione contro quell’ala radicale e fondamentalista che agita anche l’Islam nostrano. Sempre tramite l’editoriale della Stampa, si viene a scoprire che il rapporto-scontro tra Marocco e Arabia Saudita per la guida della Moschea di Roma ha visto un nuovo vincitore: «E si sceglie dunque di darsi un’impronta più italiana, giovane e con una visione di un islam moderato e riformista pienamente rispecchiato dal paese dal quale proviene il nuovo Presidente, il Marocco, nonché la maggioranza dei musulmani in Italia. Perché la scelta di Khalid Chaouki, come nuova voce della Grande Moschea di Roma è una scelta promossa e veicolata anche dai piani alti del Marocco, paese membro fondatore del centro islamico romano, che ha avuto non pochi screzi in questi vent’anni con lo storico segretario Redouane Abdallah».



“RENDERÒ LA MOSCHEA UNA REALTÀ ITALIANA”

Da un lato dunque la nomina di Khalid Chaouki può rispecchiare la possibilità di costituire un ponte tra la comunità islamica radicata e “chiusa” nella propria tradizione e poco integrata con la società italiana e appunto le nuove generazioni islamiche che rappresentano una maggiore integrazione ai vari piani della società italiana, dalle scuole fino alle aziende e appunto alla politica. Alcune voci in questi giorni gettano qualche dubbio però sull’effettiva portata di questa scelta – che ripetiamo ha più una connotazione politica che non tanto religiosa – visto che si interrogano sulla possibilità di una possibile “avanzata” in politica di un partito-movimento islamico con potenzialmente un seguito molto nutrito (in Italia abitano circa 1,5 milioni di musulmani). In tutto questo, le primissime parole di Chaouki intendono dare quella rassicurante promessa di creare una maggiore integrazione e intesa tra lo stato italiano e l’unico ente riconosciuto islamico a livello sociale, per l’appunto quello in cui ora è a capo il deputato Pd. «Da Moschea degli Stati a Moschea della comunità musulmana italiana. Il nostro obiettivo – commenta Chaouki all’ANSA – è rendere pienamente italiana la realtà del Centro islamico culturale d’Italia, l’unica ad avere personalità giuridica riconosciuta dallo Stato italiano. Ma anche quello di fare uscire dall’immobilità e l’isolamento la Grande Moschea di Roma». Subito dopo la nomina Chaouki ha fatto sapere di aver incontrato il ministro degli Interni Minniti  per parlare proprio di un potenziamento dell’islam italiano: «A breve convocheremo tutti i protagonisti dell’Islam italiano per coinvolgerli in questo rinnovamento». Usando le parole della Moual, «il nuovo cambiamento promosso dall’unico ente islamico riconosciuto dallo Stato promette un movimento e dibattito ancora più accesso sulla comunità islamica e il suo ruolo in Italia». Se sarà veramente così dovremo attendere i prossimi decisivi anni di presidenza del neo-deputato dem.

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