Arriva a sorpresa una risposta contraria alla denuncia di Zaia dal suo collega di partito e Governatore lombardo, Roberto Maroni, a pochi giorni dal voto del referendum: «nessuna sorpresa, è giusto così», spiega il leghista lombardo rispetto ai costi che il Governo ha richiesta di far spendere alle due regioni che hanno programmato il referendum sull’autonomia. «Sapevamo che quei costi erano a nostro carico (sono 3,5 milioni di euro), abbiamo messo tutto a bilancio», replica Maroni il giorno dopo la “denuncia” di Zaia, dando così ragione di fatto al Governo centrale. «La vedo come una cosa positiva: se la sicurezza è a carico della Regione, vuol dire che lo Stato riconosce che la Regione può avere competenza anche sulla sicurezza», insomma, l’esatto opposto al pensiero di Zaia. Da alcuni questa “svolta” di Maroni sembra già orientata ad un maggior dialogo e trattativa con Roma per il post-voto, qualora ovviamente dovesse vincere il Sì con numeri schiaccianti. «Vorrei aprire la trattativa con il governo in tempi rapidi, già prima di Natale e di chiudere prima delle elezioni politiche».



LA RICHIESTA DI BERLUSCONI

La questione relativa al referendum della Lombardia e del Veneto verrà appoggiata anche dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Come riporta il sito internet repubblica.it, il Cavaliere ha tutte le intenzioni non solo di supportare il progetto ma di allargarlo a macchia d’olio a tutte le regioni italiane. Berlusconi ha infatti dichiarato: ‘Desideriamo proporre il referendum per l’autonomia a tutte le regioni italiane. Bisogna spostare la competenza di undici materie verso la sede giusta, e cioè quella regionale.’ Silvio Berlusconi quindi appoggerà incodizionatamente il suddetto referendum e promuoverà in modo attivo la consultazione che ci sarà domenica nelle regioni della Lombardia e del Veneto; il leader di Forza Italia è anzi già sceso in campo per dare manforte a Maroni. Poi, con l’occasione, il Cavaliere ha anche avuto il tempo di tirare una stoccata in punta di fioretto a Matteo Salvini, reo di aver fatto indietro sulla moneta unica. ‘Lo vedrò settimana prossima – ha detto Silvio Berlusconi – Vedremo se è vero che ha cambiato radicalmente idea riguardo all’Euro’. (agg. Francesco Agostini)



LA DENUNCIA DI ZAIA

La denuncia è forte e arriva a pochi giorni dal referendum per l’Autonomia in Lombardia e Veneto da uno dei protagonisti di questo voto nelle regioni del Nord Italia: il Governatore veneto Luca Zaia denuncia apertamente lo Stato centrale per la presunta richiesta del ministro degli Interni Marco Minniti di mettere a disposizione due milioni di euro per pagare i costi di utilizzo degli agenti impegnati a controllare l’ordine pubblico nel corso della giornata di consultazione referendaria. Secondo Zaia questa richiesta di Roma «è ’ultimo disperato tentativo di impedire ai veneti l’esercizio democratico del voto. Un motivo in più per andare a votare. Accolgo con un sorriso gandhiano e una certa assuefazione ai colpi bassi l’ultima sorpresa proveniente da Roma». Il “caso” agita la vigilia del voto, con il popolo veneto che – sempre secondo Zaia – sarebbe in questo modo “invogliato” ancora di più ad andare a votare per una maggiore autonomia dalle scelte centrali, specie in ambito economico. «La comunicazione è arrivata mercoledì alla Regione da parte del ministero dell’Interno, con la richiesta di pagamento di 2.044.875,00 euro per i costi di utilizzo della forza pubblica connesso alla consultazione. A due giorni dall’apertura dei seggi, senza preavviso, ci viene persino recapitato il conto per l’ordine pubblico. Una somma che personalmente ritengo assai lautamente ripagata dal gettito fiscale che ogni anno i veneti mandano a Roma e non ritorna sui territori», conclude il Governatore a tre giorni dal voto del Referendum Autonomia.



REFERENDUM AUTONOMIA IN LOMBARDIA E VENETO: MARONI, “SPERO AFFLUENZA OLTRE IL 34%

Ieri è invece stata la giornata della conferenza stampa a Milano con Berlusconi e Roberto Maroni, rinsaldando l’alleanza Lega Nord-Forza Italia non solo in ottica referendum ma anche per l’appuntamento elettorale di Primavera 2018 con le elezioni nazionali. «Bisogna spostare la competenza di 11 materie dal centro alla sede giusta, quella regionale», ha spiegato Silvio prima di lanciare una frecciatina a Renzi e al suo “silenzio” sul voto lombardo-veneto, «Ci sono anche tanti sindaci del Pd che hanno espresso la loro simpatia per il “sì” contro quella che è la posizione del partito centrale che vede nel referendum un’anticipazione delle elezioni del prossimo anno e poi perché la linea del Pd è centralista e statalista». Dunque nessun distacco Lega-FI, appoggio pieno al Referendum e buona propaganda politica: per Berlusconi e per Maroni il risultato al momento è stato raggiunto. Entro domenica 22 ottobre si avrà il bilancio completo per vedere come avranno reagito i cittadini lombardi e veneti alla richiesta di una maggiore autonomia». Il governatore della Lombardia invece ha annunciato il “minimo” accettabile per una buona affluenza alle urne domenica prossima, 22 ottobre: «Nel 2001 andò a votare il 34%, mi aspetto di superare quella quota del referendum costituzionale sul Titolo V. Ogni voto in più sarà un successo».