Scrive in un post su Facebook il deputato di Articolo 1-Mdp Alfredo D’Attorre: “Qualora confermato, ancora più grave sarebbe il fatto che l’unico membro del governo con cui i vertici del gruppo Pd hanno concordato preventivamente la mozione è la sottosegretaria Boschi, la cui posizione di conflitto di interessi rispetto alle misure sollecitate e assunte da Bankitalia su Banca Etruria è oggettiva. A questo punto Gentiloni non può esimersi dal fare chiarezza, oltre ad avere un motivo in più per riflettere sulla scelta insensata compiuta la settimana scorsa di bruciare la sua credibilità piegandosi al diktat renziano dell’imposizione del voto di fiducia sulla legge elettorale”.



Come ai tempi di Enrico Letta, il quartier generale del Pd ha ripreso a cannoneggiare Palazzo Chigi indifferente al fatto che il presidente del Consiglio giochi nella propria squadra e grande è la soddisfazione degli ex che come D’Attorre, Bersani e co. non mancano di farlo notare, rispondendo per le rime al blitz dell’extraparlamentare (di nome e di fatto) Matteo Renzi. 



La Boschi e Bonifazi hanno chiesto la testa di Visco. Renzi la concede, ma sapendo che sarà un massacro, agisce in contumacia e dà ordine ai suoi commandos di eseguire l’incursione a danno dei delicati equilibri degli organi di garanzia con un atto di squadrismo parlamentare mentre si dedica all’ascolto del popolo a bordo del suo treno delle meraviglie. Il treno parte e dopo pochi minuti ha già investito il governatore di Banca d’Italia, Gentiloni e lo stesso Mattarella, che ovviamente saranno in grande difficoltà sia che confermino sia che sostituiscano Visco. 

Gentiloni ha le mani legate. Se solo fiata, l’autocrate di Rignano sull’Arno non lo ricandida. Si muove allora Mattarella che, faticando a trovare coraggiosi in Parlamento, ulteriormente atterriti dalle liste di proscrizione del Corriere della Sera (giovedì 19 ottobre, pag. 2) che pubblica i nomi dei piddini che non hanno votato contro Visco, si rivolge all’icona Veltroni. 



E il sempre sofferente, “giovane” Walter dà fondo ai suoi dolori sostanzialmente rifilando dell’irresponsabile a Renzi con pronta copertura di Napolitano. Ieri Gentiloni prova a metterci una pezza, facendo sapere che ha “massima fiducia nel sottosegretario Maria Elena Boschi”, ma il vero problema è che per Renzi è responsabile di lesa maestà per aver ceduto alle lusinghe dei berlusconiani che già lo immaginavano a capo dell’ennesima grande coalizione. 

Intanto la notizia della mozione anti-banca centrale italiana rimbalza tra Francoforte e Bruxelles, dove stazionano in riunioni differenti Gentiloni e Berlusconi. Silvio gode come un riccio. Davanti a Merkel e Macron tocca a Renzi fare la figura del guascone inaffidabile. I risparmiatori italiani nel frattempo, ammutoliti, cominciano a guardarsi intorno interrogandosi su dove sia meno rischioso portare i propri averi. Svizzera? Regno Unito? Ai monti o al mare, ma certo non in mezzo ai Boschi.