Alcuni dei sondaggi sul referendum per l’autonomia si sono concentrati in particolare sul voto in Veneto. Quello di Demos-Demetra per Il Gazzettino ha interrogato gli intervistati sul significato della consultazione. Il 36% ha indicato il referendum come occasione per rafforzare la Regione Veneto nella trattativa con lo Stato per l’autonomia. Per il 30% serve a dire una volta per tutte come la pensano sull’autonomia, per il 9% serve ad accrescere il consenso di Zaia, mentre il 14% ritiene che possa far accrescere il consenso della Lega Nord. Solo l’11% non sa. A sorprendere è stato l’orientamento politico di chi ha indicato che il referendum in Veneto serva a rafforzare la Regione nella trattativa con lo Stato: il 53% di loro sono elettori del Movimento 5 Stelle, il 45% della Lega Nord, il 37% di Forza Italia e il 30% del Pd, a testimonianza del fatto che le istanze della consultazione siano condivise anche da partiti che non sono del centrodestra. (agg. di Silvana Palazzo)
IL PESO DI QUESTO VOTO SUGLI SCENARI NAZIONALI
Il referendum per l’autonomia della Lombardia e del Veneto può avere un riflesso sugli equilibri politici, in particolare per quanto riguarda quelli del centrodestra. Sebbene si tratti di una consultazione popolare diversa dalle elezioni politiche, per i sondaggi i referendum lombardo-veneti incideranno in chiave alleanze. Stando all’analisi effettuata da Ipsos per il Correre della Sera, oggi la coalizione Lega-FI-Fdl conquisterebbe il 90% circa dei collegi uninominali di Lombardia e Veneto. Il centrodestra a “trazione leghista” appare più competitivo di quello guidato da Forza Italia, come accade ad esempio in Sicilia. Del resto al Nord la Lega ottiene percentuali molto più elevate di quelle di Forza Italia. Il referendum di oggi è anche una sfida a distanza tra due modi di essere di un centrodestra destinato a scegliere quale strada intraprendere. La sfida di oggi mette in gioco il peso della componente leghista: la questione della maggiore autonomia è una storica battaglia del Carroccio, sostenuta poi da due governatori appartenenti al partito di Matteo Salvini. Molto si gioca sull’affluenza alle urne. La partecipazione è da interpretare anche come un freno o una spinta alle ambizioni della Lega, e stando ai dati il caso sarebbe il secondo. (agg. di Silvana Palazzo)
SÌ A RISCHIO TRA GIUDIZI NEGATIVI E INDIFFERENZA
Anche Eumetra Monterosa ha analizzato nelle ultime settimane le intenzioni di voto in Lombardia e Veneto in vista del referendum per l’autonomia. Il sondaggio effettuato per Il Giornale ha verificato l’orientamento dei cittadini chiamati oggi al voto: «Alcuni vedono questi referendum con favore, altri, invece, sono perplessi. Lei giudica questi referendum…», questo il quesito. Il 27,80% lo ha giudicato con favore, esprimendo l’intenzione di recarsi alle urne. C’è però un 28,30% che lo ha giudicato negativamente, mentre il 31,70% ha affermato che gli è indifferente. Solo il 12,20% ha dichiarato di vederlo con favore ma di non aver intenzione di recarsi alle urne per votare. Questo sondaggio ha fatto suonare un piccolo campanello d’allarme tra i sostenitori del referendum e in particolare del Sì. La speranza infatti è che l’affluenza sia altissima per lanciare un segnale importante alle istituzioni, anche se in Lombardia, a differenza del Veneto, non è previsto il quorum. (agg. di Silvana Palazzo)
RAGIONI DEL NO, ASTENSIONE E AFFLUENZA
Sempre Lorien e sempre sui sondaggi espressi per il Referendum in votazione quest’oggi, andiamo ad analizzare ora le ragioni del No riferite dagli elettori che hanno deciso di non andare a votare o di andare a mettere il proprio No (specie in Lombardia, visto che in Veneto col quorum attivo il No potrebbe tramutarsi in astensione). Per il 31% degli elettori il Referendum sull’Autonomia è inutile/dannoso, ma ecco i motivi addetti: il 37% ritiene che le risorse della parte più ricca del Paese, proprio Lombardia e Veneto, devono aiutare le zone con maggiori difficoltà, mentre il 29% ritiene semplicemente che il referendum sia inutile. Inoltre, il 16% crede che questo voto non avrà alcun effetto concreto sulla vita dei cittadini, esattamente un’altra fetta uguale invece è proprio contro il concetto di autonomia. Da ultimo, un 7% spiega che è contrario allo stato speciale, sbagliando però visto che tale referendum non riguarda la richiesta di regione speciale, per quello ci vorrebbe una modifica costituzionale in Parlamento.
LORIEN, REFERENDUM: LE RAGIONI DEL SÌ
Nei sondaggi prodotti da Lorien Consulting in vista del referendum Autonomia in votazione oggi fino alle ore 23, è stato chiesto agli elettori intervistati i motivi e le ragioni per qui sceglierebbero il Sì alle domande poste dalla Regione Lombardia e Veneto. Il 69% si è detto favorevole all’autonomia, il 31% No, ecco il perché: per il 31% dei favorevoli il Sì al Referendum avviene per non dover più dipendere da Roma, mentre il 29% è orientato dal Sì per un maggiore controllo sulle decisioni che riguardano queste regioni. Il 25% ritiene invece che il voto proposto da Maroni e Zaia possa portare ad avere una maggiore autonomia di spesa pubblica, mentre il 24% crede che si possa così mantenere sul territorio le entrate fiscali. Più minoritarie le intenzioni di voto sul Sì per chi pensa si ottenere gradualmente l’indipendenza (solo il 9%), per poter intavolare una trattativa con lo Stato (il 2%) e chi invece vota Sì perché è sostenuto semplicemente dal centrodestra.
IPSOS, SORPASSO LEGA NORD SU FORZA ITALIA
I sondaggi elettorali politici assumono una valenza doppia in una giornata come quella di oggi, domenica 22 ottobre 2017, in cui due regioni importanti come Lombardia e Veneto sono chiamate alle urne per dire Sì o No al referendum per l’autonomia. Ad aver promosso la consultazione sicuramente la Lega Nord, chiamata oggi ad una prova di forza in vista delle prossime Politiche. Il movimento guidato da Matteo Salvini, secondo l’ultima indagine realizzata dall’istituto Ipsos per SkyTg24, può vantare un consenso tra gli italiani pari al 14%. Se questi numeri fossero reali, così come quelli degli alleati, starebbe a significare che lo schieramento leghista è quello maggioritario nello schieramento del centrodestra. Forza Italia, infatti, secondo la stessa ricerca, si attesta al 13,5% dei voti: una situazione che costringerebbe Silvio Berlusconi a cedere la golden share all’alleato nordista. Il referendum di oggi determinerà un’accelerazione a questo passaggio di consegne o al contrario lo stroncherà? (agg. di Dario D’Angelo)
I NUMERI SEGRETI DELLA LEGA NORD
Non sembrano esserci dubbi sull’esito del referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto: la maggioranza degli elettori – secondo gli ultimi sondaggi – dovrebbe rispondere “Sì” al quesito della consultazione. La vera partita politica è però legata all’affluenza. La Lega Nord, che ha indetto i referendum attraverso i governatori Maroni e Zaia, si gioca tanto del proprio futuro politico e non può che augurarsi che alle urne si rechino in tanti. Negli ultimi giorni, “Bobo” Maroni ha indicato nel 34% di affluenza la soglia da raggiungere per ritenersi soddisfatto. Una percentuale non casuale, visto che fu la stessa raccolta dal referendum sulla riforma costituzionale del 2001. Secondo La Stampa, però, Maroni sarebbe relativamente certo di raggiungere questa soglia. Sondaggi top secret commissionati dalla Lega Nord, infatti, darebbero i votanti in Lombardia fra il 41 e il 44%. Ecco perché il governatore leghista avrebbe giocato al ribasso: la partita, come detto, è tutta politica e un risultato apparentemente superiore alle attese non potrebbe che far bene al movimento di Matteo Salvini. (agg. di Dario D’Angelo)
LORIEN, IL SÌ È IN VANTAGGIO MA IL NODO-POLITICO È L’AFFLUENZA
Alla vigilia del voto per il Referendum Autonomia in Lombardia e Veneto, gli ultimi sondaggi pubblicati da Lorien Consulting svelano che il Sì all’autonomia è dato attorno al 69% mentre il No viaggia sul 31% anche se il vero dato da osservare è quello sull’affluenza: al momento, la stima di massima affluenza viene attestata sul 42%, con l’astensione al 43% e gli indecisi che restano sul 15%. Secondo Maroni una buona vittoria sarebbe far meglio del 34% del 2001 ma è evidente che superare il 50%, nonostante siano referendum consultivi, potrebbe avere un risultato ed un’eco decisamente più roboante per poter trattare poi con il Governo centrale. I dati ancora pubblicato da Lorien mostrano nel dettaglio come solo il 46% degli intervistati siano convinti che il referendum abbia un valore positivo (5% molto positivo, 41% abbastanza) mentre una buona fetta, il 40%, è convinto che il voto non abbia senso/sia uno spreco. Domani, 22 ottobre 2017, i cittadini sono chiamati al voto e i sondaggi vedono dunque sempre in vantaggio il Sì all’autonomia anche sei i dubbi su cosa potrebbe accadere dopo sono ancora tutti evidenti tanto che in molti potrebbero esercitare l’astensione come una forma di contrarietà non tanto al contenuto stesso (la maggioranza dei lombardi-veneti è convinta infatti che Lombardia e Veneto debbano avere maggiori autonomie in quanto producono molto più di molte altre regioni italiane) ma sull’opportunità politica di un passaggio tramite referendum consultivo.
DEMOS, SONDAGGI REFERENDUM: GLI ITALIANI STANNO CON LA SPAGNA?
È interessante il sondaggio espresso da Demos & Demetra a riguardo dell’intricata situazione in Catalogna dopo il referendum sull’indipendenza e lo stallo post-voto con lo scontro durissimo tra Barcellona e Madrid. Secondo i sondaggi riportati, gli italiani prenderebbero ad oggi una scelta ben precisa e lontana dall’indipendenza. Solo il 25% sostiene l’autonomismo catalano mentre il 47% si professa del tutto d’accordo con lo stato centrale spagnolo: il 25% non prende posizione e si dice del tutto incerto sull’aspetto dell’indipendenza. In vista del prossimo referendum in Veneto e Lombardia – che ribadiamo essere del tutto diverso dal voto che si è svolto in Catalogna l’1 ottobre scorso – è interessante vedere come la maggioranza degli italiani su un caso spinoso prende comunque le parti dello stato centrale di Madrid e non sposa l’ideale indipendentista catalano. Ovvio che il discorso sull’Italia e le sue varie regioni è del tutto diverso, ma per una volta uno spirito unionista travolge anche l’elettorato italiano, un punto ripetiamo non scontato specie vedendo i grandi problemi del nostro Paese e dell’intera Unione Europea.