SERRACCHIANI VS AUTONOMIA
Il presidente del Friuli Venezia Giulia nonché renziana di ferro Debora Serracchiani ha espresso le sue perplessità dopo il risultato del Referendum sull’Autonomia in Veneto e in Lombardia: lo ha fatto ieri dopo la chiusura dei seggi e il trionfo di Zaia, «Va sempre dato rispetto ai cittadini che escono di casa e vanno a votare. Resta il fatto che la consultazione è stata indetta pur non essendo necessaria ai fini dell’obiettivo di una maggiore autonomia, come dimostra il caso dell’Emilia-Romagna». Oggi poi, intervenendo a Rai News24, la Serracchiani ha aggiunto perplessità all’analisi di questo voto autonomista: «Il voto va rispettato, è un segnale che va colto ma bisogna fare attenzione. Si giunge al referendum dopo una “crisi davvero drammatica nel Nord Est, dalla quale si sta cominciando a uscire, dove tantissime sono le piccole e piccolissime aziende che hanno chiuso, con persone che ancora cercano lavoro. Quando c’è una proposta – ha precisato – che ti dice ‘starai meglio domani'” questa esercita un forte richiamo». (agg. di Niccolò Magnani)
M5S, “UN MESSAGGIO FORTE AL GOVERNO”
Alla fine il dato sull’affluenza totale è stato in Veneto del 57,2% di aventi diritto al voto andati alle urne: il Sì ovviamente ha stravinto come del resto anche la proposta della stessa Regione e del Governatore Zaia. Pd e M5s però non ci stanno e cercano di salire su quello stesso carro dei vincitori su cui fino a poco tempo fa volevano scendere immaginando un risultato peggiore del Referendum sull’Autonomia. «È un giorno importante, un giorno in cui i veneti stanno lanciando un messaggio al governo e allo stato italiano, dopo decenni di vessazioni di tasse ai cittadini ed alle piccole e medie imprese ecco che ora, democraticamente attraverso le urne, stanno alzando la voce», scrive Mattia Fantinati, portavoce alla Camera del Movimento 5 Stelle. Risponde il Pd, con Laura Puppato, senatrice dem ed ex bersaniana: «Il quorum è stato raggiunto anche grazie all’indicazione del PD del Veneto di votare sì, la Lega non può proprio intestarsi alcuna vittoria. Luca Zaia non pensi che questo referendum possa cancellare alcuna delle sue pesanti responsabilità rispetto ai problemi irrisolti della nostra regione, dalla Pedemontana, al Mose, alle banche popolari, e ora dimostri di essere in grado di essere autore di un vero processo per ottenere maggiore autonomia per il Veneto». (agg. di Niccolò Magnani)
BARETTA (PD): “NESSUNO PENSAVA FALLISSE IL VOTO”
Risultato Referendum Veneto, grande soddisfazione per i dati del voto per l’autonomia. Affluenza che si attesta attorno al 58%, con il governatore Luca Zaia pronto ad avviare l’iter per la trattativa con il governo centrale di Roma. Sui dati del Referendum è giunto il commento del sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta, esponente del Partito Democratico: “È un risultato atteso; nessuno pensava che questo referendum fallisse. Il dato dell’affluenza è netto perché supera chiaramente la soglia del 51% e si attesta attorno al 60%. Nessuno – sottolinea il sottosegretario all’Economia e alle Finanze – sottovaluti peró il fatto che una parte importante, il 40% di Veneti, non ha aderito. E sono Veneti anche loro!”. Continua Pier Paolo Baretta come riporta Adnkronos: “Il Referendum, si sa, ha valore consultivo e il Governo aveva proposto ben prima del Referendum di avviare il negoziato. È bene che esso si avvi al più presto, anche per rispetto del voto odierno”. (Agg. Massimo Balsamo)
AFFLUENZA AL 58%
Arrivano gli ultimissimi aggiornamenti sul risultato referendum Veneto. Secondo quanto riporta il sito della Regione, in 545 enti su 575 l’affluenza al voto si attesta al 58,1 per cento. Confermato dunque l’andamento in netta crescita rispetto agli ultimi dati disponibili. Plebiscitarie le proiezioni di voto per il sì, con grande soddisfazione di Luca Zaia. Intervenuto ai microfoni di Tg LA 7, nel corso della Maratona Mentana, il governatore Luca Zaia ha commentato i primi risultati: “Penso che sia un bel segnale di civilità e partecipazione. Più di 2 milioni di persone che sono andate a votare sotto il diluvio universale significa che è un segnale di partecipazione seria”. Referendum propedeutico per il Nord a statuto speciale? Penso che questo referendum diventerà endemico: siamo degli apripista dal punto di vista giuridico e tecnico. Penso anche che – prosegue – questa endemicità debba toccare da Nord a Sud: l’autonomia è una assunzione di responsabilità”. Un commento anche sulle differenze tra il voto del Veneto e quello della Lombardia di Roberto Maroni: “Non mi permetto di fare commenti rispetto al 40% lombardo – conclude Luca Zaia – le cui condizioni sono diverse da quelle de Veneto”. (Agg. Massimo Balsamo)
ZAIA: “NON ANCORA DATI UFFICIALI, MA VINCONO I VENETI”
Intervenuto in conferenza stampa, il governatore del Veneto Luca Zaia ha rilasciato alcune dichiarazioni: “So che non è facile stare qui in attesa, vi ringrazio: avrei preferito uscire con un dato definitivo. Vi devo dire che è in corso un attacco importante hacker e ha superato due dei tre livelli di difesa”. Necessaria dunque attesa per i dati definitivi: “I dati definitivi li avremo nel giro di qualche ora. Abbiamo il dato di aver passato la soglia del quorum: i veneti quando vengono chiamati all’appello, rispondono. E’ stata una partita non facile, abbiamo discusso per settimane e per mesi: abbiamo dimostrato che non esiste il partito dell’autonomia, ma i veneti che si esprimono su questo concetto. E’ stata una grande sfida: siamo partiti nel giugno 2014 con una legge referendaria, poi impugnata dal governo e da noi difesa. Dopo un anno, nel luglio 2015, la Corte Costituzionale ci ha dato ragione. Non è una buffonata come qualcuno ha voluto dire, l’indicazione è data dai più di 2 milioni di persone al voto”. L’ultima battuta in chiusura: “Vincono i veneti, il senso civico dei veneti e il voler essere paroni a casa nostra”. (Agg. Massimo Balsamo)
GLI ULTIMISSIMI DATI
Ultimissimi aggiornamenti sui dati parziali di affluenza a livello comunale in Veneto per il referendum per l’Autonomia. Grande soddisfazione da parte del leader della Lega Nord Matteo Salvini al dato di affluenza delle ore 19.00, ma le sorprese per il governatore Luca Zaia potrebbe risultare ancora più sorprendente. Alle 12.00 affluenza del 21,1 per cento, alle 19.00 affluenza del 50,1 per cento e adesso alle ore 23.00, su 201 enti scrutinati sui 575 totali, una affluenza del 59,5 per certo. Numeri importanti per il Veneto, che aveva il quorum a differenza della Lombardia. In attesa dei dati definitivi, si può certamente definire grande la partecipazione al voto del popolo veneto, una affluenza al momento non distante rispetto al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre 2016. Una affluenza che, infine, rafforza senza ombra di dubbio la posizione del governatore Luca Zaia in vista della trattativa con il governo di Roma per l’autonomia. (Agg. Massimo Balsamo)
LA SODDISFAZIONE DI SALVINI
In Veneto il referendum sull’autonomia ha superato il quorum del 50% di affluenza e questo è già un risultato importante per i sostenitori del Sì. Matteo Salvini, dal suo profilo Twitter, non ha perso occasione per evidenziare il superamento della soglia del 50% dei votanti, ma ha anche scritto che ora l’attesa è per i dati definitivi delle ore 23:00. C’è da dire che il leader del Carroccio votando oggi a Milano aveva detto: “Tratteremo con Roma a prescindere”, evidenziando come dal suo punto di vista il dato sull’affluenza fosse piuttosto relativo. Resta il fatto che il superamento del quorum in Veneto rafforza la posizione di Luca Zaia. Più complessa la situazione per quel che riguarda la Lombardia, dove la soglia del 50% sembra piuttosto lontana ed è difficile dire se possa essere sufficiente il traguardo del 34% indicato da Roberto Maroni. Per ora, quindi, è certa una vittoria a metà per la Lega Nord. In attesa dei dati definitivi delle 23:00.
RUBINATO (PD) A FAVORE DEL SÌ
Un primo importante risultato sul referendum per l’autonomia in Veneto è stato raggiunto, grazie all’affluenza che ha superato il 50%. Dunque l’ostacolo del quorum è stato superato e il risultato, che vinca il Sì o il No, avrà una propria legittimità. Questo risultato dimostra che non era solo l’elettorato leghista a essere interessato al referendum. Non a caso Simonetta Rubinato, parlando ai microfoni di Repubblica Tv fuori dal seggio dove si era recata a votare, ha detto che le istanze portate avanti con questo voto non possono certo considerarsi “eversive”, né contrarie a quel che sostiene il centrosinistra, anche perché Luca Zaia ha di fatto chiesto di applicare quel che è stato previsto da una riforma costituzionale varata dallo stesso centrosinistra nel 2001. Rubinato ha anche detto di essere convinto che la base elettorale del Pd la pensi come lei, mentre la dirigenza, anche per logiche subalterne alle gerarchie nazionali, non è dello stesso avviso. La deputata si è detta poi convinta che sia sbagliato, per chi milita in un partito, invitare all’astensione.
“EL VENETO AI VENETI”, ZAIA E QUEGLI SLOGAN VIVI E VEGETI
“Avviso: si vota per l’autonomia non per l’Indipendenza. Rimarremo in Italia, ma ci faremo un po’ di più i cazzi nostri!” twitta Francesca su #referendumveneto. Mentre l’affluenza in Veneto, a due ore e mezza dalla chiusura dei seggi (ore 23) del referendum per l’autonomia, è proiettata verso un netto superamento del quorum del 50% più uno degli aventi diritto (mentre il quorum è assente in Lombardia), viene da chiedersi che cosa vedano i veneti nell’opportunità fortemente voluta dal presidente Luca Zaia. Il quesito referendario sottoposto agli elettori infatti è ciò che rimane di una serie di referendum dal sapore nettamente autonomista e perfino indipendentista che nel 2015 sono stati cassati dalla Corte Costituzionale. Ma l’attaccamento alla terra veneta e soprattutto l’invidia dello statuto speciale delle due regioni confinanti, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, sono vivi, e fanno il resto. Ovvero: indipendenza e schèi (soldi). Lo ha documentato un servizio di A.Scalabrin di quotidiano.net: nei gazebo della Liga Veneta (i duri e puri, altro che Bossi dei tempi, non parliamo oggi del sovranista Salvini) si orecchiano frasi e commenti che vanno dal classico “el Veneto ai veneti” ad altre del tipo: “Cominciamo con l’autonomia, poi sarà secessione. All’inizio mejo esere morbidi”, o: il referendum è “un allenamento per la secessione”. E ora Zaia chiede — così ha detto — 23 competenze. Auguri.
AFFLUENZA ORE 19, QUORUM SUPERATO!
I dati sono ancora parziali ma ormai si può dire a pieno merito che il Referendum per l’Autonomia in Veneto ha raggiunto e superato il quorum imposto dalla legge del 50% più uno degli aventi diritto al voto recatisi alle urne. Il successo del Governatore Zaia e la volontà di aumentare le autonomie regionali. Quando ormai mancano solo pochi comuni al termine dello scrutinio, 539 enti su 575 totali, l’affluenza nel Veneto è data al 50,5% e dunque ben oltre la soglia di validità e addirittura con ancora 4 di voto davanti. Si può puntare a questo punto al 60-65% di voti, un dato certamente incoraggiante per chi intende andare a trattare con il governo centrale per maggiori autonomie sul campo fiscale ed economico. Le province con il massimo degli “autonomisti” le troviamo a Padova (55,8%), Vicenza (55,6%) e Treviso (52,4%): interviene intanto nella diatriba del voto anche il fondatore della Lega Nord, Umberto Bossi che spiega come «l’autonomia blocca l’indipendenza», anche se poi ritratta subito dopo dicendo che in Lombardia e Veneto i referendum non sono inutili. (agg. di Niccolò Magnani)
IL VOTO DEI RISPARMIATORI TRUFFATI DALLE BANCHE
“Un voto di protesta per il sistema Italia che non funziona”. I truffati dalla banche votano Sì al referendum per l’autonomia del Veneto, ma all’obiezione che gli amministratori erano veneti, e alla domanda se con l’autonomia diventerebbero più buoni, gli intervistati prima si mostrano più titubanti, poi partono alla carica: “Sappiamo quali sono le obiezioni che ci muovono fuori dal Veneto — spiegano al giornalista del Mattino di Padova fuori dalle scuole elementari di Tombolo (Padova) —. Se non siete stati in grado di gestire le vostre banche non sarete in grado neppure di gestire il residuo fiscale. Sono solo fandonie. Noi veneti siamo capaci di amministrarci da soli. Votando ‘sì’ vogliamo lanciare un segnale a Roma”. Una signora che si definisce “truffata” da Banca Popolare di Vicenza e che dice di avere perso “una cifra importante”, vota Sì, perché “se ci fosse l’autonomia si potrebbe fare un controllo anche sulle nostre banche”. Insomma, la protesta e lo scontento sono forti, è c’è da auspicare che rimangano nell’alveo della protesta democratica e della rappresentanza politica. Ma basterà il “messaggio forte” degli elettori, quando la via da percorrere rimane quella dell’articolo 116 della Costituzione?
L’APPELLO DI VENEZIA
Obiettivo quorum sì, ma anche prudenza come abbiamo visto qui sotto secondo Osservatorio regionale diretto da Paolo Feltrin: il referendum del Veneto entra nel vivo con le ultime 6 ore di voto fino alle 23 di questa sera. Mentre Zaia e Salvini sperano in un risultato positivo per l’Autonomia, arrivano i dati per le singole città nell’affluenza delle ore 12: Treviso guida la classifica dei comuni capoluoghi di provincia in Veneto per la maggior affluenza al voto alle ore 12. A Vicenza l’affluenza è stata del 20,1% (17.435 su 86.678), a Belluno del 18,2% (6.055 su 33.182), a Padova del 17% (27.746 su 163.010), a Rovigo del 16,9% (6.932 su 42.079), a Venezia del 15,9% (33.226 su 208.551), mentre a Verona del 14% (27.924 su 200.066). Intanto, arriva un nuovo appello a tutta la città di Venezia e alla provincia veneta del sindaco della Laguna Luigi Brugnaro, schierato come tutta la Lega Nord e Forza Italia sul Sì al voto su maggiore autonomia: «Oggi tutti a votare! Tutti a votare per cambiare la struttura dello stato verso il federalismo!». (agg. di Niccolò Magnani)
Oggi tutti a votare! Tutti a votare per cambiare la struttura dello stato verso il federalismo! ????
Io vado fra poco! ??#referendumveneto pic.twitter.com/POHSO7L46f— Luigi Brugnaro (@LuigiBrugnaro) 22 ottobre 2017
C’E’ UN 8,5% DI ELETTORI CHE PUO’ CAMBIARE IL RISULTATO
Il Veneto raggiungerà certamente il quorum nel referendum sull’autonomia differenziata, come si è sottolineato in questo servizio sulla base di proiezioni accurate e di comparazioni con precedenti tornate elettorali. Alle ore 12 aveva votato il 21,1% degli aventi diritto. Tuttavia sono proprio i confronti con il passato ad essere difficili, come ha fatto notare il presidente del Consiglio regionale veneto Roberto Ciambetti dopo l’elaborazione dei flussi fatta dall’Osservatorio regionale diretto da Paolo Feltrin. Come riportato dal Gazzettino, Ciambetti ha rilevato che confrontare l’affluenza dell’attuale referendum per l’autonomia del Veneto con quella del 4 dicembre scorso sul referendum costituzionale e quella del 17 aprile 2017 sulle trivellazioni (rispettivamente 24 e 10,3% dei residenti in Veneto) potrebbe essere fuorviante. Perché? Il motivo dipende dal fatto che nel totale degli aventi diritto figurano anche i cittadini veneti residenti all’estero ma iscritti all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero), i quali, ha spiegato Ciambetti, “possono esercitare il diritto di voto solo presentandosi di persona al seggio elettorale in Veneto in cui sono iscritti: di questi elettori il ministero degli Interni nelle precedenti consultazioni (referendum e elezioni nazionali) fornisce solo il dato relativo all’affluenza totale di tutti gli italiani residenti all’estero, senza distinzione regionale. Indicativamente questi elettori pesano nel calcolo complessivo per circa l’8,5%”. Una percentuale considerevole, che potrebbe indurre a maggiore cautela.
OBIETTIVO QUORUM RAGGIUNTO?
Se si guarda il dato ufficiale delle ore 12 sull’affluenza si può a buon ragione ritenere che il Referendum in Veneto potrà avere questa sera il quorum sperato e superato dal limite posto dal Governatore Zaia. Secondo una proiezione di YouTrend basata sull’andamento della partecipazione nei referendum del 2016, per poter arrivare al 50% più uno che serve per validare il voto, bisognava avere alle ore 12 un’affluenza attorno al 15%. Essendo stato registrato il 21,6% ufficiale si può a ben motivo pensare che il dato del 50% sarà superato eccome questo sera: con il 21,4% si prospetta una partecipazione forse addirittura superiore al 60% sempre secondo i dati forniti da YouTrend. Molto meglio rispetto ai colleghi lombardi che senza il quorum si stanno profilando alle ore 15 con affluenza al 10,9%. Dopo le parole di Salvini si è attestata una sorta di tregua tra Zaia e il segretario, tenuti insieme per ora dalla comune battaglia per il buon risultato di questo referendum. (agg. di Niccolò Magnani)
TOSI, “VOTO TROPPO POLITICIZZATO”
L’affluenza è parecchio alta in Veneto e già si pensa in grande per i sostenitori del Sì al referendum sull’Autonomia che vedono nel 21,6% delle ore 12 un buon viatico per superare il 50% questa sera alle ore 23 dopo la cesura dei seggi: resta una sfida che molti in Veneto hanno sposato, soprattutto a livello politico dove poche realtà si sono espresse decisamente contro il Sì. Una via di mezzo l’ha però rappresentata Flavio Tosi, l’ex sindaco di Verona e leader di FARE dopo essere uscito dalla Lega Nord per dissidi proprio con Zaia e Salvini: «Il referendum per l’autonomia in Veneto è stato troppo politicizzato, si è parlato di secessione, con il rischio che facendolo diventare troppo il referendum di qualcuno, chi non lo sente suo non vada a votare», ha spiegato alla vigilia del voto di oggi. Secondo Tosi il Governatore veneto ha sbagliato a mettere il quorum, mentre «Maroni ha fatto la cosa giusta e non rischierà di buttare via il referendum. Poi comunque è chiaro – ha detto ancora – che si tratta di un messaggio di volontà di autonomia, e che il giorno dopo devi aprire la trattativa con lo Stato». Al momento i dati danno ragione a Zaia ma bisognerà attendere dopo le ore 23 per la certezza granitica.. (agg. di Niccolò Magnani)
AFFLUENZA ORE 12 SOPRA IL 21%
Il primo dato reale arriva circa mezz’ora dopo il primo scrutinio sull’affluenza in Veneto per il Referendum sull’Autonomia: al momento i cittadini veneti hanno risposto con buona volontà di presentarsi ai seggi, con quasi tutti gli enti sezionati e un 21,4% di elettori aventi diritto che si sono presentati nella loro cabina elettorale per esercitare il voto pro/contro la maggiore autonomia regionale. Rispetto ai primi dati parziali, si conferma Vicenza la palma dei più “autonomisti” dato che si sono presentati per il 25% degli aventi diritti al voto, ultima invece rimane la provincia di Rovigo con il 15,9% di elettori ai seggi. In mezzo tutte le altre, con Belluno che chiude alle ore 12 con il 19,1% di votanti, Padova con il 23% e Treviso con il 22,9%. Da ultimo Verona, con un basso 19,1% e Venezia, poco più sopra, con il 20,2% degli aventi diritto al voto che hanno voluto scegliere un Sì o No per questo referendum. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PRIME AFFLUENZE PARZIALI
Iniziano ad arrivare i primi dati in tempo reale delle affluenze per il voto in Veneto e non sono “pessime”, così ad un primo quadro generale quando mancano però ancora troppi enti (246 su 575 coperti finora dall’affluenza): stando ai dati ufficiali che giungono dal sito del Consiglio Veneto con i dati da tutte le province venete, il 20,1% è il dato parziale sul voto per l’Autonomia in Veneto, una media di tutti i risultati delle province che vedono a Vicenza il picco massimo del voto (24,9%) mentre a Rovigo quello minimo con il 14,6% di aventi diritto al voto che si sono presentati nei seggi elettorali. Mancano ancora tanti enti e seggi da scrutinare, ma la situazione che va a crearsi alle ore 12 vede poco meno della metà del quorum dopo le prime 5 ore di voto; mancandone ancora 11 il risultato in prospettiva potrebbe non essere calcolato negativo dal Governatore Luca Zaia. (agg. di Niccolò Magnani)
I DUBBI DEGLI IMPRENDITORI
Il voto in Veneto, come del resto quello in Lombardia, è una proposta a tutti i cittadini ma ha un significato particolare anche per gli imprenditori che vivono e operano con successo nell’area produttiva più fiorente d’Italia. Nel dibattito politico in questi giorni pre-voto sono intervenuti con posizioni assai diverse, ad esempio, big dell’imprenditoria e azienda veneta come Luciano Benetton e Matteo Marzotto. Tra gli scettici, con forza, il patron della United Colors of Benetton, che alla domanda sul voto Sì o No, risponde «Andare a votare? Assolutamente no. Autonomia di cosa? Mi sembra una stupidaggine». Gli fa eco anche il giovane Marzotto che spiega «Ragionare in modo localistico e di campanilismo non ci porta da nessuna parte e lo dico con il rispetto per quello straordinario mosaico di culture e tradizioni di cui è fatta l’Italia. Non si spiega nel merito di che tipo di autonomia si tratta, quali funzioni si vogliono ottenere e con quali risorse: genera confusione e può incentivare posizioni più estreme, facilitando logiche di divisione» . Più schierati per il Sì invece il fondatore di H-Farm, Riccardo Donadon, che a Repubblica spiega come il suo Sì va «in appoggio ad una maggiore autonomia gestionale in grado di generare un punto di vantaggio anche in termini di competitività». Con lui anche Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto: «questo referendum serve per competere ad armi pari sui mercati internazionali e far fronte alla scia della crisi». (agg. di Niccolò Magnani)
ZAIA HA GIÀ VOTATO
Il presidente del Veneto, come promesso alla vigilia, ha già votato per il Referendum sull’Autonomia della Regione da lui stesso governata: nei primissimi minuti dopo l’apertura seggi, il Governatore si è presentato nel suo seggio di San Vendemiano per poter esercitare il voto, che ricordiamo qui in Veneto avviene con normale scheda elettorale (clicca qui per il fac-simile) a differenza della Lombardia che invece inaugura il voto elettronico tramite voting machines. Con un tweet di rito, il Governatore Zaia invita il popolo veneto a votare: «Ho votato a San Vendemiano. Mi raccomando: TUTTI A VOTARE!!! Solo così dimostreremo di essere un popolo #autonomia». È ovvio infatti che per il Presidente che ha voluto e ha speso la propria faccia per questo Sì, essendoci il limite del quorum in Veneto, è fondamentale ottenere più voti possibili e più gente che si reca alle urne. In gioco l’autonomia, certo, ma anche una forte risposta del popolo leghista del Veneto, per vedere se l’effetto Zaia è ancora attivo o se invece prevale la linea più “nazionale” del segretario Salvini. (agg. di Niccolò Magnani)
Ho votato a San Vendemiano. Mi raccomando: TUTTI A VOTARE!!! Solo così dimostreremo di essere un popolo #autonomia pic.twitter.com/SyHHRT7v8t
— Luca Zaia (@zaiapresidente) 22 ottobre 2017
DIRETTA VOTO E QUESITO REFERENDUM IN VENETO
Il momento della verità è arrivato in Veneto: seggi aperti dalle 7 alle 23 per il referendum sull’autonomia. Sono poco più di 4 milioni i veneti chiamati al voto: dovranno presentarsi nel seggio indicato sulla tessera elettorale con un valido documento di identità per esprimersi sul cosiddetto “regionalismo differenziato”. I cittadini veneti dovranno decidere sulla possibilità che alla Regione a statuto ordinario vengano attribuite «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia», come recita l’articolo 116 della Costituzione, in alcune materie indicate in quello successivo. Di conseguenza chi vota Sì è d’accordo sulla possibilità che il Veneto chieda di avviare il percorso istituzionale per ottenere maggiori competenze dal Governo. Chi vota No, invece, è contrario a questa iniziativa. A differenza di quanto avviene in Lombardia, in Veneto è previsto un quorum, cioè un numero minimo di votanti. Affinché il referendum sia valido, nella regione guidata da Luca Zaia dovrà votare la metà più uno dei 4.068.558 aventi diritto, cioè 2.034.280 elettori. II referendum non è vincolante. In caso di vittoria del Sì, il Veneto potrebbe chiedere al governo centrale di avviare una trattativa per ottenere maggiori competenze nelle venti materie concorrenti (come coordinamento della finanza pubblica e tributario, lavoro, energia, infrastrutture e protezione civile) e in tre esclusive dello Stato: giustizia di pace, istruzione e tutela dell’ambiente e dei beni culturali. All’intesa tra Stato e Regione dovrà poi fare seguito una proposta di legge che dovrà essere approvata a maggioranza assoluta da entrambe le Camere.
AFFLUENZA REFERENDUM: IL QUORUM E’ UN MIRAGGIO?
I referendum di oggi in Lombardia e Veneto sono diversi anche per via del quorum. Nella Regione guidata da Luca Zaia bisognerà arrivare a questa soglia, visto che questa consultazione è stata autorizzata da una legge regionale votata da maggioranza semplice, mentre il Lombardia l’iniziativa è stata promossa con una mozione votata a maggioranza qualificata dal Consiglio regionale. I dati relativi all’affluenza saranno allora ancor più importanti per il Veneto. Ma proprio questa differenza potrebbe, secondo ambienti vicini al Carroccio, favorire il Veneto, visto che i sostenitori del Sì potrebbero sentirsi maggiormente stimolati ad andare al voto. I promotori poi fanno leva sull’identità veneta, che sarebbe ancor più radicata che in Lombardia, dove il voto leghista non è forte come nella provincia. La Lega veneta, dunque, è ottimista: considerando l’andamento degli ultimi referendum in Italia e il fatto che si tratta di una consultazione senza conseguenze immediate, c’è ottimismo. Proprio sull’affluenza il governatore si gioca tutto: in primis una investitura forte per affermare l’istanza autonomista. «Sarà un plebiscito», aveva detto qualche settimana fa il presidente, mostrandosi poi più cauto man mano che emergeva il fronte astensionista. Durante la giornata vi forniremo aggiornamenti sui dati relativi all’affluenza dalla stessa Regione Veneto, dalle 23 i primi risultati.
PERCHÈ SÌ, PERCHÈ NO
«È l’ora del riscatto dei veneti», tuona il governatore Luca Zaia in vista del referendum per l’autonomia. Il presidente della Regione si gioca tutto prima sull’affluenza e poi sull’esito della consultazione, da cui può arrivare un segnale forte, una spinta per affermare l’istanza autonomista. L’aspetto curioso che riguarda proprio il Veneto è il fatto che nel fronte del Sì – guidato dalla Lega e appoggiato da Forza Italia con il sostegno di molti sindaci del Pd – c’è la Chiesa locale. Il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, aveva evidenziato l’importanza dell’autonomia come ingrediente della democrazia. Ma anche i settimanali diocesani veneti si sono sistemati in prima linea per il Sì. Il mondo cattolico però è ricco di sfumature, e infatti Famiglia Cristiana ha adottato una linea più prudente, mantenendosi equidistante e contrapponendo un’intervista a Zaia e una a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia che si è smarcata dagli alleati del centrodestra criticando il referendum di oggi. C’è anche chi è favorevole all’autonomia del Veneto, ma ritiene che questo referendum non abbia senso. Questo è il caso di Enzo De Biasi, presidente del “Comitato Riscossa Civica Veneta contro il Referendum Farlocco”. La loro idea è che il Veneto voglia solo più risorse e che per ottenerle non serva un referendum. «Ciò che il Veneto potrà ottenere con il voto non è niente di più e niente di meno di ciò che avrebbe potuto ottenere trattando con il Governo. Per quale motivo, se posso avere una cosa gratis, devo pagarla? Si tratta di milioni di euro. Ad esempio l’Emilia Romagna per avere una maggiore autonomia – ha dichiarato a Repubblica – ha scelto la via del dialogo con il Governo, senza che ci fosse la necessità di indire un referendum».
COME SI VOTA
In Veneto il quesito elaborato per il referendum per l’autonomia è più stringato di quello lombardo. «Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?». Un’altra differenza tra le due consultazioni riguarda il sistema di voto: in Lombardia è elettronico, mentre è tradizionale con scheda di carta e matita in Veneto. L’elettore dovrà presentarsi al seggio indicato nella propria tessera elettorale, munito di un documento di riconoscimento valido. Il seggio dove votare è quello indicato nella tessera elettorale in possesso di ciascun elettore. Chi si trova all’estero non potrà votare: il voto per i residenti all’estero è previsto solo per le elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica e per i referendum nazionali. Di conseguenza sarà possibile farlo solo presentandosi personalmente al seggio.
I veneti emigrati all’estero ma iscritti all’Aire di un Comune del Veneto possono votare in quanto iscritti nelle liste elettorali (Aire) di un Comune veneto, ma dovranno comunque rientrare necessariamente in Italia e recarsi personalmente al seggio. Per esprimere la propria preferenza l’elettore deve tracciare sulla scheda con la matita un segno sulla risposta da lui prescelta e, comunque, nel rettangolo che la contiene.