Lo ha spiegato in conferenza stampa il Governatore Maroni e da questi punti si dovrà ripartire per ripensare in futuro come ovviare ai problemi nati sul voto elettronico: «Ciò che ci impedisce di dare il dato totale sono due criticità sorte alla fine di tutta la procedura – ha precisato Maroni -: le abbiamo individuate e attiveremo per la prossima volta tutte le procedure necessarie per evitare che si ripetano. Le due criticità sono, da un lato, il fattore umano: in alcuni seggi, il presidente ha digitato su più voting machine lo stesso pin, questo ha reso impossibile leggere i dati di più di una voting machine con lo stesso pin. La seconda criticità è legata a un fatto tecnico: alcune voting machine hanno cominciato le operazioni in modalità test anziché in modalità voto. Il voto è stato comunque regolare e registrato, ma ha reso necessario un caricamento manuale», ha spiegato il Presidente della Regione, sottolineando come sono comunque critici minori a fronte di una procedura complessa. Resta comunque in forte dubbio che si possa parlare di successo l’intera gestione del voto al referendum, anche se non si può negare come oltre 3 milioni di lombardi sono andati alle urne per esprimere il proprio Sì ad una maggiore autonomia in alcune competenze stato-Regioni che potete leggere qui sotto. (agg. di Niccolò Magnani)
COMPETENZE STATO-REGIONI
Sono 23 le materie tra Stato e Regioni su cui è possibile trasferire l’autonomia in base agli articoli 116 e 117 della Costituzione, e su questi la Lombardia ha posto l’accento nello stesso quesito del Referendum: a differenza di quanto detto oggi da Zaia che ha posto l’accento sulla richiesta di diventare una Regione a Statuto Speciale, la Lombardia intende rimanere nell’alveo di quanto affermato e proposto agli stessi elettori, ovvero discutere di autonomia rimanendo una regione come tutte le altre (anche perché oggi, come in tanti sostengono, andrebbero ripensate gli stessi Statuti Speciali superati ormai come concetti imposti durante la nascita della Repubblica). Secondo l’articolo 117, sul fronte della Legislazione concorrente le materie in discussione sono «rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo».
E non solo, vanno implementate anche «protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale». Per quelle invece di norme generali sull’istruzione e tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali, organizzazione della giustizia di pace bisogna fare riferimento all’articolo 116. Restano fuori le materie fiscali, visto che quelle erano, sono e rimarranno di competenza esclusiva dello stato. (agg. di Niccolò Magnani)
MARONI, “VOTO ELETTRONICO HA FUNZIONATO”
Maroni non ci sta e difende il risultato del Referendum in Lombardia dalle critiche piovute – a ragione – sul fronte voto elettronico e ritardi enormi in una macchina organizzativa che non è certo funzionata al meglio: «il voto col tablet ha funzionato, gli elettori sono rimasti soddisfatti. I problemi li abbiamo avuti in sede di conteggio dopo per due ordini di problemi», spiega in conferenza stampa il Governatore della Lombardia che ha visto superare di poco il quorum da lui stesso ipotizzato (34%). Ci sono stati problemi per un errore umano in alcuni seggi, con alcuni codici pin delle voting machines che sono stati accomunati tramite le chiavette Usb, creando dunque disagio e ritardo nel conteggio; e poi un errore tecnico, con alcune voting machines che hanno funzionato in modalità “test” e non “voto” causando così altri problemi sia sul dato dell’affluenza che sui risultati finali. Resta che ad oggi, ore 14.10, non vi sono ancora i dati ultimati e ufficiali del voto in Lombardia, mentre in Veneto dove tutto è stato cartaceo i risultati sono arrivati già nella notte. Maroni poi ha parlato anche del premier nella parte finale della sua Conferenza: «Gentiloni mi ha confermato il via libera al confronto su tutte le materie previste dalla Costituzione, con anche il coinvolgimento del ministero dell’Economia, per la parte che riguarda il coordinamento del sistema tributario. Anche se questo non significa che ci sia stata un’apertura formale sul tema del residuo fiscale», ha spiegato e puntualizzato Roberto Maroni. (agg. di Niccolò Magnani)
L’APPELLO ALL’EMILIA ROMAGNA
Mentre il Governatore della Regione Lombardia questo pomeriggio commenterà in conferenza stampa i risultati del Referendum sull’Autonomia, già da qualche ora è partita la “caccia” ad altre regioni che appoggino la richiesta di Maroni e Zaia presso il Governo centrale sull’utilizzo a fondo dell’articolo 116 della Costituzione italiana. «Provo grande soddisfazione anche nei confronti di chi l’ha buttata in politica. Non esulto, ma sono felice, molto soddisfatto di come sono andate le cose. Ora ho un impegno molto importante: dare attuazione al mandato che milioni di Lombardi mi hanno assegnato: ottenere più risorse, più competenze e più autonomia, nel quadro dell’unità nazionale, ma considerando la Lombardia una Regione Speciale, che non significa necessariamente a Statuto Speciale, per la quale chiederò tutte le competenze possibili e altre risorse. Lo farò applicando un principio di equità, per esempio chiederò che la Lombardia abbia lo stesso trattamento fiscale dell’Emilia Romagna, e a Bonaccini proporrò di fare una battaglia comune, unendo le tre Regioni», spiega ancora il Governatore lombardo. I dati intanto non sono ancora ufficiali e non sono finali, dimostrando come nel successo dell’affluenza alta nonostante non vi fosse il quorum non tutto è andato esattamente come si sperava: clicca qui per il nostro focus sul flop del voto elettronico. (agg. di Niccolò Magnani)
Dati aggiornati del #ReferendumAutonomia consultabili su https://t.co/dBbju4ajWf pic.twitter.com/5GQKuF8oVA
— Regione Lombardia (@LombardiaOnLine) 23 ottobre 2017
LE PAROLE DI SALVINI
Grande soddisfazione per Matteo Salvini per i risultati referendum Lombardia e Veneto. Il leader della Lega Nord ha commentato la vittoria del sì all’autonomia: “Io e Maroni insieme per una strategia? Assolutamente sì, la riforma parte dal basso. Maroni e Zaia li ho sentiti più dei miei genitori in queste ore. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti, sono due modelli di Italia diverso: uno della Sinistra, che parte dall’alto, e quello della Lega, che parte dal basso”. Prosegue il segretario federale della Lega, che lancia una frecciatina: “I silenzi di Gentiloni, Renzi e Grillo è particolare, abituati a parlare di qualsiasi cosa, penso che la politica debba essere orgogliosa del risultato”. Un commento, infine, sulle polemiche del Pd sull’affluenza in Lombardia: “Avere tre milioni di lombardi che di domenica scelgono di andare a votare è straordinario. Penso che – conclude Matteo Salvini ai microfoni dei cronisti – la partecipazioni di lombardi e veneti abbia indicato al Pd da che parte stanno i cittadini”. (Agg. Massimo Balsamo)
LA POLEMICA DI MARTINA (PD)
Risultato Referendum Lombardia, soddisfatto il governatore Roberto Maroni per il dato dell’affluenza, ma c’è chi la pensa diversamente. Intervistato da Repubblica, il Ministro Maurizio Martina (esponente del Partito Democratico) ha commentato”Il dato del Veneto è sicuramente un messaggio chiaro: è un mandato degli elettori, di cui ho grande rispetto, ad aprire una trattativa. Ma per quanto riguarda la Lombardia parlerei, al contrario, di una sconfitta. Nello specifico, di una sconfitta di Maroni”. Il numero due di Matteo Renzi prosegue sul dato dell’affluenza: “Il 22 agosto, in una intervista, diceva testualmente che “l’asticella del successo è fissata al 51 per cento”, poi l’ha abbassata. Resta il fatto che la maggioranza dei lombardi ha ignorato le sue sirene e non ha creduto alla propaganda leghista sul residuo fiscale”. Infine, una battuta sulle correnti di pensiero in casa Pd sul referendum: “Il Pd ha lasciato libertà di voto in Lombardia, ma tutti quanti — anche i sindaci — abbiamo denunciato sin dall’inizio la propaganda leghista, sapendo che la vittoria del sì era scontata, ma cercando di far capire che le promesse di Maroni erano irrealizzabili”. (Agg. Massimo Balsamo)
LA SODDISFAZIONE DI MARONI
Risultato Referendum Lombardia, grande soddisfazione per la Giunta e per il governatore Roberto Maroni. A differenza del Veneto, non era presente il quorum del 50% più uno ma nonostante ciò il risultato dell’affluenza ha pienamente soddisfatto: 39% di affluenza degli aventi diritto al voto. “Mi ero posto potenzialmente la soglia del 34%, del 2001, che noi abbiamo ampiamente superato”, il commento del governatore esponente della Lega Nord. E, ovviamente, il risultato ha visto la stragrande maggioranza di sì, che ha superato oltre il 95%. Un Referendum che ha avuto il successo sperato, ora non resta che far partire l’iter burocratico in vista dell’attesa trattativa con il governo centrale di Roma per discutere dell’autonomia e delle materie di competenza. Un Referendum che, come sottolineato dal Governatore, non ha visto protagonista alcun partito, ma i lombardi: anche perchè la campagna elettorale per il sì ha visto protagonisti anche gli esponenti del Movimento Cinque Stelle e del Partito Democratico.
REFERENDUM LOMBARDIA, MARONI: “L’UNIONE FA LA FORZA”
Intervenuto in conferenza stampa, il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni ha commentato le possibili evoluzioni del voto: “Mi piacerebbe che la Lombardia ottenesse lo stesso trattamento dell’Emilia Romagna: il residuo fiscale della Lombardia è il 17% del PIL, quello dell’Emilia Romagna è del 10%. Se la mia trattenuta rispetto al Pil passasse dal 17% al 10%, perché no? Questo 7% sarebbero 23 miliardi. Quando parlavo di metà di residuo fiscale, parlavo di un trattamento pari a quello dell’Emilia Romagna”. Continua Maroni con i prossimi step: “Da domani cominciamo le procedure che porteranno all’apertura del tavolo: martedì in Consiglio Regionale partirà la discussione della mozione. Nel frattempo, voglio sentire gli stakeholder della Regione Lombardia: entro un paio di settimane al massimo potremo inviare richiesta formale al governo, che entro 60 giorni deve convocarci. Accanto a me ci sarà una squadra di personalità che voglio con me: in questa squadra mi piacerebbero che ci fossero, tra gli altri, gli esponenti del comitato del sì del PD come Giorgio Gori. L’unione fa la forza”.
LA GIOIA DI MATTEO SALVINI PER IL RISULTATO DEL REFERENDUM
Grande soddisfazione per i risultati del Referendum di Lombardia e Veneto per Matteo Salvini, leader della Lega Nord. Il segretario federale del partito di cui i governatori Zaia e Maroni fanno parte ha commentato così i dati su Facebook: “Più di 5 MILIONI di persone oggi hanno votato per il cambiamento: noi tutti vogliamo meno sprechi, meno tasse, meno burocrazia, meno vincoli dello Stato e dell’Unione Europea, più efficienza, più lavoro e più sicurezza. È una VITTORIA non solo della Lega ma soprattutto del popolo, alla faccia di Renzi che da coniglio invitava a starsene a casa. Dalle parole ora si passerà ai fatti”. E il bello deve ancora venire, come sottolinea Matteo Salvini: “E da domani lavorerò perché anche i cittadini delle altre regioni che già me lo hanno chiesto, dalla Puglia al Piemonte, dal Lazio alla Toscana, possano fare la stessa scelta di efficienza e di libertà. UNITI SI VINCE #andiamoagovernare”. Autonomia per Lombardia, Veneto ma non solo: il progetto si estende a tutte le altre regioni.