Interviene anche Matteo Renzi il giorno dopo il risultato molto importante avvenuto ieri in Veneto: il segretario del Pd, lanciando anche qualche frecciatina consueta ai colleghi Maroni e Zaia – «i quesiti erano banali, la gestione lombarda dei dati dell’affluenza è stata sorprendentemente goffa, la pubblicità referendaria ingannevole» – ammette che il voto sull’autonomia non va assolutamente minimizzato. «Il modo corretto per affrontare il futuro, per me, non è solo la procedura ex art. 116 Costituzione come chiedono i governatori (anche dell’Emilia Romagna, peraltro), ma prendere atto che in Italia esiste una gigantesca questione fiscale. Questo è il punto. Ridurre la pressione fiscale: questa è la vera priorità. E noi che abbiamo iniziato con Imu, Irap, Ires, 80€, incentivi JobsAct sappiamo che ancora non basta. Ecco perché mi piacerebbe che la prossima legislatura cominciasse con un accordo delle forze politiche per un progetto come quello che abbiamo lanciato noi (“Tornare a Maastricht”) che permetterebbe la riduzione annuale delle tasse per una cifra che può variare tra i 30 e i 50 miliardi di euro», scrive su Facebook il segretario dem. Il punto caldo, quello delle tasse, viene usato per rilanciare Renzi nella corsa alle prossime urne, proprio a partire dall’esito di queste votazioni referendarie. «Farlo nei primi mesi della prossima legislatura è il nostro assillo perché è la vera strategia necessaria al Paese. Con la prima operazione sulla flessibilità, quella del 2014, abbiamo fatto uscire l’Italia dalla crisi. Con la prossima, quella del 2018, potremo dare gambe alla ripresa. Ma potremo anche rispondere a una domanda di autonomia che non va sottovalutata e che va presa sul serio». (agg. di Niccolò Magnani)
BERLUSCONI, “VOTO NON È CONTRO L’UNITÀ NAZIONALE”
Berlusconi è soddisfatto del voto in Veneto e Lombardia per il referendum appoggiato anche da lui ma, dopo le dichiarazioni di stamane del Governatore Zaia che ha voluto di fatto sostenere l’opposto di quanto detto in presentazione del Referendum, il Cavaliere ha dato la sua personale “visione” su come debba essere realmente interpretato questo voto. E a Zaia fa un piccolo appunto, indiretto: «Era giusto consentire ai cittadini di esprimersi, ed ora è necessario che da questo voto nasca un processo di riforma federalista, che avvicini le scelte di governo alla gente. Non è un risultato che vada contro l’unità nazionale, che per noi è sacra, né contro le altre regioni: sono convinto al contrario che se Lombardia e Veneto potranno crescere più velocemente, tutto il paese ne guadagnerà». Riafferma poi il principio cardine della tradizione del centrodestra in ambito locale, «Il principio di sussidiarietà, quello secondo il quale il pubblico non deve fare ciò che può fare il privato, e nel pubblico le decisioni vanno prese al livello più vicino possibile ai cittadini, è da sempre al centro dei nostri programmi. Gli elettori del Veneto e della Lombardia anche ieri hanno dimostrato di condividerlo. Ora – conclude ancora Berlusconi – comincia una fase nuova: credo che toccherà a noi, quando torneremo alla guida del paese dopo le elezioni, dare compiuta attuazione a una riforma che potrà riguardare tutte le regioni italiane». (agg. di Niccolò Magnani)
ZAIA, “DDL PER REGIONE A STATUTO SPECIALE”
E a poche ore dal risultato storico in Veneto, il Governatore Zaia osa quello che in molti vedevano dietro al referendum per l’autonomia e che era stato smentito in ogni modo durante la campagna referendaria: «La Regione Veneto ha approvato all’unanimità in giunta straordinaria ‘un disegno di legge per l’autonomia speciale. Chiederemo tutte le 23 competenze, il federalismo fiscale e anche il disegno di legge statale per l’autonomia speciale», ha spiegato Zaia uscendo dalla riunione straordinaria della giunta regionale. La Lombardia questo passo non l’ha fatto, anche perché era sempre stato detto agli elettori che il voto referendario non era per chiedere l’ammissione allo Statuto Speciale ma per attivare una richiesta di maggiore autonomia che in Costituzione è già prevista. «Il nostro disegno di legge – ha spiegato ancora Zaia nel video che vedete qui sotto – è più breve della storia, ha infatti un solo articolo e chiede di inserire nell’elenco delle Regioni a Statuto speciale dopo le parole ‘Val d’Aosta’ la dicitura ‘e il Veneto». Exploit da “vincitore” del Governatore o l’impegno serio di raggiungere Sicilia, Sardegna, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta tra le regioni “speciali”? (agg. di Niccolò Magnani)
“I 9/10 DELLE TASSE RESTINO QUI”
Torna a commentare il Conferenza Stampa alla Regione Veneto il Governatore e subito scatta la polemica: «Oggi approviamo la piattaforma negoziale, per cui vuol dire che tratteremo su questa base direttamente con questo governo. Per quanto riguarda la richiesta è una richiesta di 23 materie e 9/10 delle tasse, esattamente quello che la Costituzione prevede». Il Presidente ha dunque rilanciato dopo il risultato del referendum e un’affluenza che ha sfiorato il 60% l’immediata rivendicazione di una trattativa speciale e rinnovata con il Governo centrale, rimandano al mittente le polemiche alzate da Martina. Resta però un punto che l’esecutivo già ribatte, pochi istanti fa, con Claudio De Vincenti (ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno): «I presidenti hanno finora dichiarato di voler stare dentro l’articolo 116 della Costituzione, i nove decimi è una battuta di Zaia che farebbe pensare a materia fiscale ma la materia fiscale non fa parte dell’articolo 116», spiega a Radio 1 l’ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. «Credo che sia bene che gli stessi presidenti siano chiari con i loro cittadini”, spiega il ministro. “Come ci ha dimostrato l’Emilia Romagna, basta che il presidente di regione, in base ad una decisione del Consiglio regionale, faccia richiesta al governo di aprire il confronto e questo era sufficiente», conclude De Vincenti. (agg. di Niccolò Magnani)
ZAIA, “NON SARÒ IL LEADER DEL CENTRODESTRA”
Risultato Referendum Veneto, una vittoria che porta il nome ed il cognome di Luca Zaia. L’affluenza alle urne totale è stata del 57,2 per cento, ben oltre la quota fissata dal quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto. E, ovviamente, è stato un plebiscito per il sì all’autonomia: oltre il 98 per cento. Il governatore, esponente della Lega Nord, è stato molto attivo in campagna elettorale ed è riuscito a convincere il popolo veneto a votare ed a scegliere il sì. La crescita esponenziale della Regione Veneto lo ha portato alla ribalta, tanto che circola il suo nome come potenziale leader della coalizione di centrodestra, con Silvio Berlusconi che lo stima molto dopo averlo avuto nel suo ultimo governo come ministro dell’economia. Intervenuto a Mattino Cinque, Luca Zaia ha commentato così la possibilità di diventare candidato in pectore: “Ho deciso di attaccarmi un cartello al collo e scrivere non lo farò mai. Mi occupo del Veneto e voglio restare in Veneto”. (Agg. Massimo Balsamo)
IL COMMENTO DI SALVINI
Risultato Referendum Veneto, missione compiuta per Luca Zaia. L’affluenza al voto referendaria è stata del 58 per cento, superiore al 50 per cento previsto dal quorum. La stragrande maggioranza del sì ha visto trionfare la proposta del governatore della Lega Nord, che ora si metterà subito al lavoro per le varie tappe burocratiche in attesa dell’attesa trattativa con il governo centrale di Roma per discutere dell’autonomia e delle varie materie previste dal referendum. La soddisfazione della giunta veneta è tanta, sia per il risultato che per l’affluenza alle urne del popolo veneto, che ha dimostrato la voglia di cambiamento e la voglia di maggiore autonomia da Roma. Un risultato che ha soddisfatto anche il leader della Lega Nord Matteo Salvini, che ha commentato così su Facebook: “È una VITTORIA non solo della Lega ma soprattutto del popolo, alla faccia di Renzi che da coniglio invitava a starsene a casa. Dalle parole ora si passerà ai fatti”. Veneto e Lombardia hanno detto sì all’autonomia, ora i prossimi step.
RISULTATO REFERENDUM VENETO, LE PAROLE DI ZAIA
Intervenuto in conferenza stampa, il governatore della Regione Veneto Luca Zaia ha parlato dei prossimi step in vista della trattativa con il governo centrale di Roma: “Domani mattina deliberiamo il nostro progetto, lo portiamo alla valutazione della comunità veneta, responsabile dei 150 miliardi di PIL. Fatta l’analisi del nostro disegno di legge, torniamo in giunta e dopo di che andrà in Consiglio regionale per il passaggio definitivo e diventerà il contratto definitivo che presenteremo a Roma”. Un risultato importante, che ha dimostrato la volontà del popolo veneto e che non è passato inosservato, nè a Roma nè altrove come sottolinea Luca Zaia: “Neanche alle Regionali del 2015 c’erano così tanti giornalisti e persone presenti: è un cambiamento della storia. Nel 2015 la Corte Costituzionale ci ha dato ragione, non ha solo detto che il referendum consultivo è importante ma – conclude l’ex ministro dell’Agricoltura del governo Berlusconi – anche che nella trattativa con Roma bisognerà tenere conto del risultato”.
LA POLEMICA DI ALESSANDRA MORETTI
Un voto che non ha visto protagonista Alessandra Moretti, candidata alla Presidenza della Regione Veneto nel 2015 ed esponente del Partito Democratico: “Ho deciso di non andare a votare e la mia astensione la rivendico come un diritto sacrosanto per manifestare tutta la mia contrarietà rispetto ad un modo strumentale e scorretto di utilizzare il voto dei cittadini per scopi diversi da quelli espressi. Questo referendum è inutile ma costoso: vengono utilizzati i soldi dei veneti e dei lombardi per fare una bella campagna elettorale ai due governatori a 3 mesi dalle elezioni politiche”. Continua Alessandra Moretti su Facebook: “Da domani non cambierà nulla perché Zaia e Maroni dovranno comunque avviare il negoziato con il Governo: potevano farlo da mesi come ha ben fatto Bonaccini, Presidente dell’Emilia Romagna, ottenendo proprio qualche giorno fa la firma all’intesa con Gentiloni. Ecco perché parlo di referendum truffa. Ecco perché oggi non andrò a votare: non intendo portare acqua al mulino di chi fa propaganda dalla mattina alla sera senza mai praticare concretamente quello di cui parla”.