ECCO QUANDO SI ANDRÀ A VOTARE
Con un utile articolo pubblicato dal Sole 24 ore appena dopo l’approvazione della legge elettorale, il Rosatellum Bis è atteso ad una carrellata di scadenze previste dal testo approvato in Senato poco fa e che porterà presumibilmente tra marzo e aprile le tanto attese Elezioni Politiche 2018. Una volta pubblicato in gazzetta ufficiale il testo del Rosatellum (tra fine ottobre e i primi di novembre), «il governo avrà 30 giorni di tempo per disegnare i nuovi collegi uninominali e quelli plurinominali. Lo schema di decreto dovrà essere trasmesso alle Camere, dove le Commissioni parlamentari competenti dovranno esprimere, entro 15 giorni, il loro parere», spiega il Sole 24 ore, anche se il dato più atteso e importante è proprio quello legato alla data delle elezioni Politiche della prossima primavera. Il Rosatellum Bis sarà operativa al 100% prima di Natale e dunque in parallelo con il via libera definitivo della nuova Legge di Bilancio: terminata quella, le elezioni verranno indette. 4 marzo e 11 marzo sono le date al momento accreditate dai rumors rilanciati dall’Ansa, ma la data certa sarà fornita dal Capo dello Stato presumibilmente «nei primi giorni di gennaio, proprio per evitare di arrivare troppo a ridosso delle scadenze di legge». (agg. di Niccolò Magnani)
214 SÌ AL SENATO, IL ROSATELLUM BIS È LEGGE
E alla fine il Rosatellum Bis diventa la nuova legge elettorale del Parlamento italiano: da pochi istanti con 214 Sì, 61 contrari e 2 astenuti, il Senato ha approvato con larga maggioranza la nuova legge scritta da Enrico Rosato e presentata dal Pd con il sostengo di Forza Italia, Lega Nord, Alternativa Popolare e Ala. La bagarre non è servita per cambiare le carte in tavola, regge il patto Renzi-Alfano-Berlusconi-Salini e Verdini e in questo modo il Consultellum viene mandato in pensione per far posto al nuovo mix di promozionale e maggioritario. «Dopo il via libera di ieri ai 5 voti di fiducia chiesti dal governo sui vari articoli del testo, il provvedimento, già approvato alla Camera diventa definitivo. Con la sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale, che arriverà dopo la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, diventerà legge», si legge sull’Ansa. Pochi istanti prima Renzi aveva fatto sapere dal treno del Pd, «La legge elettorale era stata pensata, con il modello simil tedesco, anche con il M5s. Vi stupite che ci sia un accordo con Fi e Lega, ma la legge elettorale si vota con chi ci sta, anche con le opposizioni. Ci abbiamo provato anche sulle riforme costituzionali, prima che Berlusconi cambiasse idea. Tra l’altro questa legge elettorale mette i collegi. Io ero per le preferenze, che mi piacciono molto di più. Ma il meccanismo dei collegi permette di scegliere sul territorio come era con il Mattarellum, purtroppo con una quota inferiore». (agg. di Niccolò Magnani)
SCONTRO RENZI-M5S
A minuti arriverà il voto finale della Legge Elettorale e l’impressione è che, dopo il voto esplicitato di Lega e Forza Italia, oltre ad Ala, Ap e Pd, il Rosatellum Bis sarà presto editato in Gazzetta Ufficiale e posto alla firma del presidente della Repubblica. Ma intanto è ancora bagarre al Senato: nella dichiarazione di voto dai banchi del Movimento 5 Stelle, Giovanni Endrizzi ha alzato nuovamente i toni dello scontro, «Questa è la legge bunga-bunga, un’orgia di pluricandidati in cui l’utilizzatore finale è immancabilmente sempre lo stesso», prima di aggiungere, «voi del Pd e Forza Italia siete della stessa banda, senza idee, senza programmi, ma con il medesimo progetto, mantenere le poltrone per continuare a sfinire e spolpare una nazione allo stremo. Dopo questa legislatura la luce democrazia è più fioca. Su questa penombra contano i ladri. Dovreste essere incriminati per apologia del fascismo». Renzi intanto, dal treno del Pd in viaggio ad Avellino aveva replicata qualche minuto prima: «Ho sentito Danilo Toninelli del M5s che ci criticava sulle preferenze. Ma Toninelli quando si è presentato a Crema ha preso nove voti di preferenza. Quanto alle pluricandidature, è un aspetto che non mi piace, ma c’era anche prima». E conclude ancora il Segretario: «Meglio avere una legge (votata dal Parlamento, ndr.), che una decisa dalla Consulta». (agg. di Niccolò Magnani)
OGGI IL VOTO FINALE, QUEL CALCOLO CHE AGITA IL PD..
Dopo cinque fiducie e un voto elettronico, il Senato si appresta questa mattina al voto finale sulla Legge Elettorale denominata Rosatellum Bis: la bagarre scatenata ieri dal Movimento 5 Stelle e da Mdp ha lasciato strascichi in Parlamento, ma il patto a 4 (Pd, FI, Lega e AP) ha retto e si appresta (senza fiducia) a votare il testo finale sempre più blindato. Il misto proporzionale-maggioritario più discusso della storia repubblicana sta per divenire legge, anche se per il partito che l’ha proposta e firmata sta vivendo momenti di tensione per una simulazione riservata e allarmante sul calcolo che ad oggi porterebbe zero deputati del Nord eletti nei collegi uninominali. Lo svela Repubblica in un retroscena a firma Tommaso Ciriaco che è venuto in possesso di questa simulazione: «Commissionata da due onorevoli di centrosinistra a un funzionario del Parlamento esperto di numeri, il documento consegna un dato sconcertante: negli 85 collegi uninominali di Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria e Friuli-Venezia Giulia, il Pd eleggerà 0 (zero) deputati. Certo, resta l’ampia quota proporzionale a rassicurare gli uomini di Renzi. Ma lo spettro di questa debacle sopra il Po continua a tormentare i democratici», si legge su Rep. Il centrodestra sembra sempre più avvantaggiato da questa nuova legge elettorale e per questo motivo il Pd in buona parte non riesce a capacitarsi che Renzi non capisca questo “dettaglio”, a meno che non sia una sorta di “vendetta” e repulisti da certe parti del Partito Democratico non propriamente renziani. «Lo sanno anche i bambini che il Rosatellum favorisce la coalizione di centrodestra – spiega l’ultra dem Giorgio Tonini – per la semplice ragione che loro una coalizione ce l’hanno…»: queste parole riflettono il grande spettro-incubo che tiene i parlamentari dem a votare una legge, il Rosatellum, che non li farà più mettere piede in Parlamento dalla prossima Primavera. (agg. di Niccolò Magnani)
PASSATA ANCHE LA TERZA FIDUCIA
Nell’Aula di Palazzo Madama prosegue il voto di fiducia sugli ultimi due articoli del disegno di legge. Poco fa c’è stata la terza votazione riguardante il Rosatellum bis: la fiducia è passata anche in questo caso. Il terzo articolo è passato: lo ha annunciato il presidente Gtasso, che ha letto i risultati della votazione. I presenti 217, 209 invece i votanti: 148 sì, 61 no. Astenuti: nessuno. I cinque voti di fiducia chiesti dal governo si concluderanno entro oggi: la precisazione in ambienti parlamentari della maggioranza. La situazione è tornata alla normalità dopo la bagarre scoppiata quando il senatore M5s Michele Giarrusso ha rivolto un gesto dell’ombrello al collega Denis Verdini di Ala, accusato di aver dato l’appoggio decisivo ai dem. Il destinatario del gestaccio è rimasto impassibile, mentre i membri del suo gruppo hanno chiesto l’intervento della presidenza, provocando a loro volta le proteste di altri parlamentari pentastellati. Nel frattempo si è scatenato un parapiglia tra alcuni senatori M5s e altri del Pd. (agg. di Silvana Palazzo)
OK A PRIME DUE FIDUCIE, NAPOLITANO NON VOTA
È in corso la terza votazione sulla fiducia al terzo articolo del Rosatellum BIs, dopo che le prime due sono passate senza problemi e con numero legale di senatori ok: si segnala Giorgio Napolitano che nel suo discorso prima del voto ha espresso forte contrarierà all’uso della fiducia da parte del Governo Gentiloni. «Voto ma molti problemi nella riforma elettorale; È corretto sostenere che una linea antiostruzionistica possa affidarsi solo a mezzi estremi come il vanificare ogni ricorso all’istituto del voto segreto e il negare ogni libero confronto emendativo?». Alla fine però non vota l’ex presidente della Repubblica, alimentando forti polemiche nella maggioranza. In merito al Rosatellum Bis, Napolitano ha spiegato come sia «essenziale la necessità di misure e comportamenti miranti a maggiore funzionalità, efficienza e produttività nello svolgimento dei lavori parlamentari anche attraverso sveltimento e credibilità dei tempi di esame di ogni provvedimento nelle Camere. Senza che il Parlamento esorbiti dalle sue funzioni. Gentiloni è sottoposto a forti pressioni, ha dovuto aderire, e me ne rammarico, a quella convergente richiesta, proveniente peraltro da quanti avrebbero potuto chiedere il ricorso alla fiducia non già su tutte le parti sostanziali della legge, ma sui punti considerati determinanti, cosa che non ebbero la lucidità o il coraggio di fare». L’Aula del Senato comunque dice sì al secondo voto di fiducia chiesto dal governo sul “Rosatellum”. I sì sono stati 151, 61 i no, nessun astenuto. I presenti sono stati 220, i votanti 212. (agg. di Niccolò Magnani)
NUOVA PROTESTA IN PIAZZA DEL M5S
Continua la campagna di protesta del Movimento Cinque Stelle contro il Rosatellum Bis, con in programma oggi 25 ottobre 2015 le votazioni sugli articoli al Senato. Il movimento guidato da Beppe Grillo ha organizzato un nuovo sit-in di protesta: alle 14.00 davanti al Pantheon, come riportato sulla pagina Facebook del partito. Il messaggio è chiaro: “#Tagliateivitalizi, non la democrazia”. Una vecchia battaglia del Movimento Cinque Stelle che si unisce a questa nuova contro la legge elettorale, ritenuta antidemocratica dai grillini: “In nessun Paese al mondo il cittadino viene calpestato e disprezzato come in Italia. In nessun Paese democratico al mondo i cittadini permetterebbero ai propri rappresentanti di farla così sporca, di far uso dei soldi pubblici e delle istituzioni dello Stato come fossero cosa loro e non dei cittadini. Saremo tutti con una benda bianca con cui ci copriremo gli occhi per denunciare che con il Rosatellum è come se votassimo alla cieca”. (Agg. Massimo Balsamo)
BAGARRE A PALAZZO MADAMA
Rosatellum bis al centro delle polemiche. Va avanti in Senato la discussione sulla nuova legge elettorale, sostenuta da Partito Democratico, Forza Italia, Alternativa Popolare e Lega Nord, che trova l’opposizione di Movimento Cinque Stelle ed Mdp. Dopo la battaglia della Camera, che ha visto montare le polemiche per l’utilizzo della fiducia da parte del Partito Democratico, anche al Senato la legge elettorale va avanti a colpi di fiducia. E si è scatenata la bagarre sia a Palazzo Madama, con le barricate dei deputati del Movimento Cinque Stelle e Loredana De Petris del gruppo misto che si è seduta su un banco della presidenza, che fuori, con il corteo di protesta organizzata di Mdp, Sinistra Italiana e Possibile. Il picco di polemica si è raggiunto al momento dell’annuncia della fiducia, con i deputati di Sinistra Italiana che hanno intonato il coro “Vergogna, Vergogna”, come riporta Repubblica. I deputati del Movimento Cinque Stelle, invece, si sono bendati gli occhi in segno di protesta.
ROSATELLUM BIS, LE POLEMICHE E I PROSSIMI STEP
La presidente dei senatori di Mdp Cecilia Guerra ha definito “atto gravissimo” la decisione del governo di porre la questione di fiducia, mentre i senatori di Mdp hanno lanciato un segnale di rottura ben preciso: “Oggi Gentiloni è passato alla storia per aver battuto un triste primato: essere il primo presidente del Consiglio dall’Unità d’Italia a porre la fiducia sulla legge elettorale sia alla Camera sia al Senato” si legge in una nota, con i capigruppo Francesco Laforgia e Maria Cecilia Guerra saliti al Colle per comunicare al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che il partito non fa più parte della maggioranza. Matteo Renzi, segretario del Partito Democratico, ha tenuto a sottolineare: “Mettere la fiducia è un atto assolutamente legittimo e questa legge elettorale permetterà ai cittadini di scegliere i parlamentari”. E il caos proseguirà nelle prossime ore: alle 14.00 è prevista la votazioni sugli articoli, mentre la votazione finale è prevista per domani 26 ottobre 2017 entro le 12.00.
L’APPELLO DEI GIURISTI: IL VOTO IN DIRETTA DEL ROSATELLUM BIS
Contro il Rosatellum bis si è schierato anche un gruppo di sette accademici e costituzionalisti: Gaetano Azzariti (Università di Roma, La Sapienza), Stefano Merlini (Università di Firenze), Valerio Onida (Presidente emerito della Corte costituzionale), Gianfranco Pasquino (Professore emerito di scienza politica, Università di Bologna), Andrea Pertici (Università di Pisa), Roberto Romboli (Università di Pisa), Maurizio Viroli (Princeton University). Come riporta Il Fatto Quotidiano, i sette costituzionalisti hanno firmato una lettera indirizzata a Palazzo Madama, affinché migliori la legge elettorale. Il messaggio del gruppo di esperti è chiaro: “Attualmente il testo non consente adeguatamente né la rappresentanza né la semplificazione politica e la conseguente maggiore stabilità degli esecutivi”.
L’indicazione è chiara: “Per questo chiediamo che i voti a disposizione dell’elettore siano due” e più specificamente “si propone che i due voti siano disgiunti e che l’elettore, che non può scegliere i candidati, sia almeno pienamente libero di scegliere autonomamente sia il candidato nel collegio uninominale, eletto con il maggioritario, sia il partito che preferisce”.