“Ho problemi con la giustizia”. Glielo ha detto in faccia Denis Verdini nel corso del suo intervento al Senato della Repubblica che lo incoronava garante dei governi Renzi-Gentiloni. E sembrava dire: “Ho problemi con la giustizia ma me ne fotto, perché servo a Renzi più di te, caro ex-capo della procura antimafia”.



No, non poteva reggere il presidente del Senato, il giudice collega di Falcone e Borsellino, il “ragazzo di sinistra” come lui stesso si è definito. Cannoneggiato alzo zero ai tempi della riforma costituzionale con l’accusa di non avere adeguatamente difeso il Parlamento, attaccato con sdegno dai senatori pentastellati per aver permesso lo scempio della “fiducia a gettone”, si è ritrovato solo. Solo, a chiedersi, come milioni di elettori, se fosse ancora capace di dire o pensare qualcosa di sinistra. Poteva dimettersi. Ma ha troppo “senso dello stato”…



Ha preferito cambiare gruppo come già cinquecento altri colleghi. Ai quali pensava di non somigliare in nulla in virtù della spocchia tipica del rango. 

Ma poi, Denis il macellaio ne ha avuto ragione, per la gioia di Mdp, il “troppo tardi” dei 5 Stelle e la malcelata soddisfazione del Pd il cui lavoro di sfoltimento delle liste si semplifica ulteriormente. Magari ci scappa un posto per Denis il Rosso! 

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