Adesso è ufficiale: la Lega cambia nome. Non sarà più Lega Nord, ma soltanto Lega, a conferma che il partito – secondo il disegno del segretario Matteo Salvini – è portato a perdere la sua trazione settentrionale. L’intenzione conclamata è quella di fare incetta di voti non soltanto nelle roccaforti del Nord, ma anche sotto quella “Roma ladrona” che del movimento guidato da Umberto Bossi era stato uno dei cavalli di battaglia più cavalcati dai militanti. Una decisione ratificata dal Consiglio federale della Lega, che giunge forse a livello temporale nel momento in cui la storia – e il popolo – sembrano dare ragione ad Umberto Bossi. All’indomani del referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto, proprio quando la questione settentrionale torna d’attualità, Matteo Salvini prova a giocare una partita che forse è più personale che non della Lega. Per arrivare a fare il premier, in vista delle prossime Politiche, devono verificarsi due condizioni: che il centrodestra vinca, e che la Lega prenda più voti degli alleati. Ecco perché, con un tratto di penna, si cancella il nome Nord dal simbolo: perché Salvini vuole centrare il bersaglio grosso, ha studiato i numeri, e sa che il Nord – da solo – non basta. 



LE PAROLE DI SALVINI

A commentare la decisione di estromettere la parola “Nord” dal simbolo che la Lega presenterà alle prossime Elezioni Politiche 2018 è stato lo stesso Matteo Salvini. Il segretario, all’uscita dalla sede storica di via Bellerio a Milano, come riporta Repubblica, ha dichiarato:”Nel Consiglio federale siamo tutti allineati su un simbolo elettorale unico per tutta Italia, senza Nord. Che la Lega si chiamerà Lega è chiaro da mesi. È tre anni che si batte a livello nazionale per trasformare l’Italia in un Paese federale. I risultati ci premiano. E all’ultimo congresso la mia linea politica è passata con più dell’80%, la linea è chiarissima“. Una scelta, quella di Salvini e dei suoi, che ha un valore prima di tutto strategico in vista della prossima tornata elettorale. Ad ammetterlo, intervenendo su La7 a Piazzapulita, il programma di Corrado Formigli, era stato proprio il leader del Carroccio:”Secondo voi vado a Taranto con Lega Nord?”. 



LA MINORANZA CONTRARIA

Com’era scontato che fosse, la decisione di eliminare dal simbolo della Lega la parola “Nord” è stata letta dalla minoranza del partito come un atto intollerabile, del tutto incoerente rispetto alla storia del partito. Il simbolo in passato era stato già modificato, ma per fare delle aggiunte: lo si era fatto per inserire il nome dei segretari di turno o per rimarcare l’appartenenza territoriale alla Padania. Una Lega senza Nord è uno strappo senza precedenti, un taglio netto al passato rappresentato da Umberto Bossi. A chiarirlo è stato Gianni Fava, esponente della minoranza leghista nonché assessore della giunta Maroni in Lombardia, che ha parlato anche del Senatur:”“Io sicuramente non sono d’accordo, per quanto ne so, nemmeno Umberto Bossi lo è. La Lega è nata e resta il sindacato del Nord, non mi vergogno della mia storia“. 

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