INDEX, REGIONALI SICILIA: MUSUMECI DAVANTI A TUTTI

Con i sondaggi di Index forniti da Europe Elects le Elezioni Regionali in Sicilia si proiettano a vedere una sfida testa a testa tra il candidato del centrodestra e quello del Movimento 5 Stelle: per ora, però, l’inerzia sembra essere dalla parte di Musumeci confermato ancora in testa con il 36% dei consensi, mentre lo sfidante Cancelleri è dato in calo al 30%. Fuori gioco, al momento, le Sinistre con il Pd-Ap che accanto a Micari non andrebbero oltre il 22%, mentre Claudio Fava al 10% è dato in salita ma resta ancora l’ultimo dei 4 candidati maggiori alla conquista delle Regionali del prossimo 5 novembre. I dati sono prodotti a livello europeo e fanno intuire come il voto siciliano non è un “mero” voto locale, con le Elezioni che potrebbero infatti rappresentare un buon test, forse l’ultimo, prima delle Politiche 2018.



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PIEPOLI, ROSATELLUM BIS: IL 60% BOCCIA LA LEGGE DEL PD

Concluse le votazioni per il Rosatellum Bis con l’approvazione della legge non cambiano gli scenari visti nei sondaggi: agli italiani fuori dal Parlamento quella legge elettorale non piace proprio. Complice una lettura e un attacco mediatico piuttosto ingente al voto di fiducia posto da Renzi e dal Pd anche al Senato, gli intervistati nei sondaggi Piepoli non vedono affatto di buon occhio la nuova legge elettorale con cui dovremmo andare alle urne nella prossima Primavera 2018. Solo il 3% la gradisce molto, il 24% se la fa andare bene, mentre il 31% si dice molto poco soddisfatto del Rosatellum Bis prodotto e votato da Pd, Forza Italia, Lega e AP; infine, il 28% è del tutto contrario a questa legge elettorale che di fatto necessita delle coalizioni e propone nominati dai partiti nei collegi elettorali. Il distacco tra elettori e partiti, specie quelli protagonisti del patto a 4, tornerà a farsi notare alle prossime urne oppure rimarrà un caso “isolato” che Renzi, Salvini e Berlusconi non pagheranno particolarmente al primo voto con il Rosatellum Bis?



INDEX, REGIONI: TRA AUTONOMIA E CAPACITÀ

I sondaggi prodotti da index parlano inevitabilmente in questo periodo di Regioni: dopo il referendum sull’autonomia di Lombardia e Veneto e a pochi giorni dalle Elezioni in Sicilia, il tema federale-regionale è più che mai d’attualità nella politica italiana. Interessante la doppia domanda posta dall’istituto Index per il programma Piazza Pulita: «Secondo Lei le Regioni italiane potrebbero funzionare meglio se avessero maggiore autonomia?», è stato posto agli intervistati che hanno dato una risposta alquanto spiazzante. Solo il 42,3% infatti è convinto che una maggiore autonomia possa portare un miglior governo, mentre la restante parte (il 43,1%) è convinta che questo non basti e che ci voglia un cambiamento a livello centrale-nazionale per migliore realmente lo stato delle cose. In un secondo quesito del sondaggio, è stato chiesto se sia giusto conoscere maggiore autonomia a tutte le Regioni oppure solo a quelle che dimostrano una reale “capacità amministrativa”: il 28,6% ritiene che un aumento delle autonomie regionali per tutti farebbe bene, mentre il 56,6% è convinto che solo le Regioni più virtuose possano permetterselo. 



EUMETRA, LARGHE INTESE: GLI ITALIANI BOCCIANO GOVERNO RENZI-BERLUSCONI

Gli ultimi sondaggi politici di Eumetra Monterosa affrontano un tema interessante in vista delle future neanche tanto lontane elezioni politiche nel 2018: date le attuali forze elettorali e dato la prossima legge Rosatellum Bis che dovrebbe essere approvata in quesi giorni in Senato, la possibilità che un solo partito possa arrivare al Governo è praticamente impossibile. Dunque, Larghe Intese o maxi coalizioni: ma gli italiani cosa ne pensano? Nel sondaggio espresso da Eumetra si legge che addirittura il 405 boccia ad oggi un accordo post elettorale Berlusconi-Renzi-Alfano, il più “probabile” delle coalizioni per poter generare un governo di maggioranza. Il 23% reputa il nuovo Patto del Nazareno “poco attraente ma inevitabile”, mentre solo un 15% si auspica una soluzione del genere per superare l’impasse della maggioranza che manca in Parlamento. Le altri combinazioni di Larghe Intese hanno ancora meno possibilità di questa, con Lega, Movimento 5 Stelle e Mdp difficilmente collocabili con le maggiori forze elettorali del Paese.

TECNÈ, BERLUSCONI SUPERA SALVINI

Gli ultimi sondaggi politici prodotti verso le prossime Urne politiche del 2018 vedono nell’analisi di Tecnè un brusco calo rispetto ad un mese fa del Pd di Renzi coinvolto nelle grosse polemiche sulla legge elettorale approvata a colpi di fiducia e sulla gestione del caso-Banche; scende sotto il 26%, raggiunto quasi dal Movimento 5 Stelle che rimane stabile senza esaltare e senza arrivare a quella maggioranza che servirebbe per arrivare davanti ai rivali (e alle coalizioni) alle prossime elezioni in Primavera. Per tutti gli altri va segnalato il sorpasso di Forza Italia su Lega Nord, con il 16% di Berlusconi e il 15,8% del leader leghista, mentre regge il 4,9% dei Fratelli d’Italia con la Meloni che si ritaglia sempre di più il ruolo di terza “gamba” nella coalizione del centrodestra. Sul fronte sinistro, Mdp va al 3,8%, in calo, e Sinistra italiana si ferma al 1,5%, appena davanti ad Alternativa Popolare di Alfano sempre al 2% su scala nazionale.