Sarà “La mossa del cavallo” a risolvere i problemi dell’Italia? Questo è il nome del nuovo movimento che si affaccia sulla scena politica in vista delle prossime elezioni. A fondarlo l’ex pm Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa, giornalista e direttore di Pandora.tv. Non è chiaro se la scelta del nome sia un omaggio al libro di Andrea Camilleri o sia invece legata alla passione per gli scacchi, ma sta di fatto che la nuova creatura verrà presentata oggi pomeriggio a Montecitorio. Proprio la politica aveva portato Ingroia alla débacle: nel 2012 decise di candidarsi a Palazzo Chigi con il movimento “Rivoluzione Civile”, ma alle elezioni politiche del febbraio 2013 ottiene risultati deludenti. Nessun seggio alla Camera o al Senato, resta solo l’esilarante imitazione di Maurizio Crozza. Ingroia però non si è arreso, quindi ci riprova con “La mossa del cavallo”. La sua spalla è un altro ex di lusso: Chiesa è un comunista filo-sovietico, europarlamentare conD i Pietro, ora intrattiene il pubblico con dissertazioni su scie chimiche e terremoti artificiali. La mossa del cavallo rappresenta per lui la possibilità per i cittadini di sentirsi finalmente rappresentati.
LA MOSSA DEL CAVALLO, IL PARTITO DI INGROIA E CHIESA
L’ex pm e fondatore di Azione Civile si è alleato con il giornalista esperto di complotti e terrorismo internazionale per lanciare “La mossa del cavallo”. Dopo aver incassato il no del Movimento 5 Stelle alla richiesta di cooperazione offerta, Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa vanno per la loro strada. «Ci rivolgiamo in primis a chi ha già deciso di non andare a votare. Per ora vogliamo parlare con questi cittadini», ha dichiarato nell’intervista rilasciata a Repubblica, spiegando che questa non è un’altra lista di sinistra. Ingroia ha infatti spiegato di aver imparato dall’errore del 2013: «La sinistra riformista e radicale ha già perso, devono prenderne atto. “La mossa” nasce per ricostruire il Paese dopo le macerie di quel berlusconismo che ha visto la complicità degli altri partiti. Lo dimostra la presenza al nostro tavolo di un generale dei carabinieri (teste al processo Stato-mafia quando Ingroia era pm, ndr) e un avvocato cattolico». Il progetto è dunque curato con Giulietto Chiesa, uno che considera l’attentato dell’11 settembre alle Torri Gemelle di New York “un grande inganno”. Ma Ingroia va in dribbling sull’argomento: «L’11 settembre non fa parte del nostro programma politico».