Forza Italia si stringe attorno a Luigi Genovese, indagato per riciclaggio ed evasione fiscale: il commissario siciliano del partito guidato da Silvio Berlusconi è convinto del fatto che il neo eletto al Parlamento siciliano “a dispetto del momento durissimo, saprà dimostrare nelle sedi opportune la sua innocenza”. Gianfranco Miccichè ha spiegato che Luigi Genovese “è un bravo ragazzo” e ha definito “pretestuose” le polemiche degli avversari politici. Intanto l’iscrizione nel registro degli indagati di Luigi Genovese per Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare Antimafia, “ripone il tema di una qualità del personale politico e della responsabilità delle forze politiche”. All’arrivo agli Stati generali della lotta alle mafie in corso a Milano, Bindi ha dichiarato che per lei è evidente il fatto che “su di lui andava esercitato controllo da parte della politica che, invece di essere solo preoccupata di vincere le elezioni, doveva essere preoccupata di vincere col voto degli onesti”. (agg. di Silvana Palazzo)
LUIGI GENOVESE INDAGATO PER EVASIONE E RICICLAGGIO
Luigi Genovese era stato considerato uno degli “impresentabili” alle recenti Elezioni Regionali in Sicilia: aveva vinto a Messina, dove era stata votato con il record di oltre 18mila voti, confermandosi “ras delle preferenze” esattamente come suo padre Francantonio Genovese. Ora il figlio, deputato all’Ars in quota Forza Italia, vede confermarsi lo spettro delle inchieste visto che è indagato ufficialmente dalla procura di Messina per riciclaggio ed evasione fiscale con l’avviso di garanzia consegnato stamani assieme all’ingente sequestro del patrimonio di famiglia che ammonta a circa 30 milioni di euro. Quegli stessi soldi sono quelli che sono imputati al padre Francantonio, condannato a 11 anni di reclusione per lo scandalo della formazione professionale in Sicilia: come scrive Repubblica, «avrebbe cercato di sottrarre al sequestro penale ma anche il fisco con quello che i magistrati della Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia definiscono una “reiterazione criminale con pervicacia di un piano articolato e strategico”». Intanto la guardia di finanza ha sequestrato società di capitali, conti correnti, beni e azioni riconducibili alla famiglia Genovese per un ammontare complessivo di oltre 30 milioni di euro, riaprendo il caso ancora fresco dell’”impresentabile” Genovese jr, legato a doppio filo al passato del padre “ras delle preferenze” a Messina.
IL FIGLIO DI MR PREFERENZE A MESSINA
«Francantonio Genovese, già deputato di Messina, poi condannato in primo grado a 9 anni. Quando è uscito dal carcere Genovese ha lasciato il PD in polemica con la mia decisione di votare a favore dell’arresto in aula. E si è iscritto a Forza Italia. A Messina Genovese, per il tramite del figlio, ha portato a Forza Italia 17.000 voti»: questo è il ritratto che Matteo Renzi, il giorno dopo il voto in Sicilia, diede del padre di Luigi Genovese, considerandola una candidatura “pericolosa”. Di tutta risposta, Genovese Jr replicò con una lunga intervista: «io non ho alcuna condanna e impresentabile non lo sono. Mio padre, a dir la verità, non lo è nemmeno perché ha una condanna in primo grado e non una sentenza definitiva. Comunque penso di aver raccolto anche consenso personale mio, soprattutto tra i giovani». Ora però è indagato e per reati gravi riferiti all’attività dell’intera famiglia Genovese: giusto una settimana fa lui e il padre avevano lasciato una intervista doppia a Panorama dove raccontavano della loro esperienza politica e dei tanti ingiusti attacchi contro di loro. Sta alla magistratura, adesso, dimostrare che i Genovese sono nel torto, oppure che si è di fronte ad un attacco mediatico-politico contro la famiglia più chiacchierata a livello politico del Messinese.