Alternativa Popolare è un focolaio continuo specie dopo che la Direzione di Ap di venerdì scorso ha posto una sorta di aut aut: alle elezioni o si va da soli, o alleanza col Pd. E tanti cari saluti al “nuovo” centrodestra… La rivolta di una parte, anche se minima, di Ap si consuma con un post molto duro scritto su Facebook da Raffaele Cattaneo, Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia: «La posizione di chiusura netta a qualsiasi ipotesi di alleanza col centro destra è la più rilevante e la più critica di queste. È una scelta assunta aprioristicamente, sulla base della chiusura di Forza Italia annunciata a Porta a Porta da Silvio Berlusconi, che a me pare una conseguenza in qualche modo inevitabile (ma non irreversibile) delle scelte politiche di AP: dalle elezioni siciliane al sostegno continuo al Governo. Una scelta quella di chiudere ogni porta a collaborazioni politiche con il centro destra per me incomprensibile e inaccettabile». Contro l’aut aut di Alfano e da quasi tutti i membri dirigenti del partito, hanno votato solo Cattaneo, Formigoni e Albertini, tre protagonisti eccellenti del presente e passato del centrodestra “alternativo” al Berlusconismo in Lombardia.
Il quarto sarebbe Lupi che fino all’ultimo ha puntato tutto con un documento unitario che sostenesse la corsa solitaria e non legasse mani e piedi del partito alla sinistra. Ha ottenuto solo un rinvio molto sterile di una settimana per compiere altre manovre, ma la sostanza è che in Ap sono quasi tutti con Alfano, almeno il gruppo dirigente. Raffaele Cattaneo non ci sta e in una ricostruzione fatta dal Giornale (non ci sono al momento conferme dirette dello stesso Cattaneo), avrebbe aggiunto la frase choc che sta facendo discutere in queste ore: «Alfano, che personalmente continuo a stimare, si è rivelato un piccolo dottor Mengele della politica, è autore di una mutazione genetica: ha trasformato un partito che era nato per essere lo strumento che riorganizzava la presenza di moderati, cattolici, centristi nel centrodestra in un partito che ha scelto inequivocabilmente di fare l’alleanza col Pd».
“RENZI E PD CI HANNO USATO, PERCHÈ ALLEARCI CON LORO?”
In attesa di vedere se vi saranno conferme o meno a questo “clamoroso” paragone, la critica forte di Cattaneo arriva a pochi mesi dalle urne, con il futuro di Ap che si fa nero e a rischio frattura forse insanabile: «le mie convinzioni più profonde – dal primato della persona e della società sullo Stato ai valori non negoziabili: difesa della vita, della famiglia, della libertà di educazione, sussidiarietà, difesa delle autonomie locali e sociali – trovano posto in tutta Europa nella famiglia politica dei Popolari che è alternativa a quella dei Socialisti. Ma anche per evidenti ragioni politiche: il nostro elettorato è prevalentemente di centro destra, come sono di centro destra i nostri militanti, gli amministratori locali, i dirigenti di AP sul territorio, almeno in Lombardia e nel Nord, ma, a giudicare dal risultato delle elezioni siciliane, non solo nel Nord». Per un partito che si chiamava fino a poco tempo fa “Nuovo Centrodestra” è evidente il fallimento nel momento in cui dovesse presentarsi alle urne con quel Renzi che Cattaneo non esita a definire uno “sfruttatore politico”: «le alleanze col PD – dal Governo nazionale alle regioni, alle amministrazioni locali – generalmente non hanno dato prova di buon governo. Soprattutto il PD ha dimostrato chiaramente di usarci quando gli conviene e di scaricarci senza indugio quando non gli conviene più. Oggi ci cerca perché ha un disperato bisogno di far vedere che ha una coalizione, con qualcuno alla sua destra (AP e Casini) e qualcuno alla sua sinistra (Pisapia, i Radicali, ecc.). Ma non c’è alcuno spazio reale per una collaborazione politica vera, fondata su una visione comune della società e una antropologia condivisa, da cui derivano programmi e proposte omogenee».
Si guarda ad un “nuovo futuro”, per Cattaneo, ma anche per Albertini e Formigoni di sicuro, e forse anche di Lupi che per ora cerca ancora di trovare una quadra con l’ala romana del Partito (Cicchitto e Lorenzin in tutto). «nei prossimi giorni mi ritroverò con gli amici che hanno condiviso in questi anni sul mio territorio, in Lombardia e altrove un percorso politico che aveva l’obiettivo di rifondare una presenza centrista in grado di mantenere viva la presenza dei valori liberali e popolari propri della tradizione di impegno sociale e politico dei cattolici, insieme ai liberali e ai riformisti, all’interno della coalizione moderata e di centrodestra e con ciò nella politica italiana e nel Governo del Paese, delle Regioni e delle autonomie locali».