IXÈ, SEGGI CAMERA: CENTRODESTRA AVANTI MA SENZA MAGGIORANZA

Tornano i sondaggi con la conta dei seggi: era da un po’ di mesi che non venivano più effettuati per via della traballante e instabile situazione sulla legge elettorale. Ora però con il Rosatellum Bis approvato e divenuto legge, riprendono gli importanti aggiornamenti e intenzioni di voto dei principali sondaggi italiani con il calcolo ponderato dei possibili seggi conquistabili dopo le elezioni. Ebbene, la maggioranza ancora non c’è: il centrodestra è nettamente in vantaggio secondo il sondaggio Ixè eppure non ha la maggioranza assoluta alla Camera (e neanche al Senato), con il grosso problema della governabilità che torna di stretta attualità in questi primi giorni di campagna elettorale “ufficiosa”. Stando al calcolo effettuato, 270 seggi andrebbero ad oggi a Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e satelliti tutti insieme, 162 a Pd, Ap, Udc, Campo Progressista, 165 al Movimento 5 Stelle e solo 25 a Sinistra Italiana-Mdp-Possibile. Mancano tanti seggi e la possibile “Grande Coalizione” di tutti i moderati potrebbe comunque non avere i numeri per arrivare al Governo: la situazione, ormai, è destinata a far discutere in maniera urgente nei prossimi mesi di vera campagna elettorale. 



SWG, LEGA E M5S FORTI NELLE PERIFERIE: MA TIENE IL PD

Ci si potrebbe aspettare un risultato simile se si immaginano sondaggi e intenzioni di voto nelle maggiori periferie italiane: i populisti al potere, quelli che cavalcano il malessere della gente meno abbiente e immersa nei tantissimi problemi “della strada”, con mancanza di lavoro e criminalità di norma superiore alla media delle città. Insomma, se il sondaggio Swg dice che M5s e Lega Nord sono tra i primi partiti nelle periferie, lo si poteva lecitamente attendere: che però il Partito Democratico tenga decisamente bene, tanto da fare meglio della Lega e soprattutto meglio del Movimento 5 Stelle. Ecco, questa ce lo aspettavamo di meno: i risultati dei sondaggi rilevati da Swg all’interno delle periferie italiane vedono un Pd al 25,3%, Lista di Centro al 2%, Pisapia allo 0,9%, Radicali all’1% e altri di centrosinistra all’1,3%, con la Coalizione di Csx che arriverebbe al 30,5%. Con Il Movimento 5 Stelle al 24,5%, è il centrodestra che ottiene ancora più voti con lo straordinario exploit della Lega di Salvini al 20,5%, il vero “vincitore” tra la gente più in difficoltà, anche per come ha da sempre impostato la sua comunicazione politica e mediatica. Male Forza Italia, al 13,5%, e a sorpresa non bene neanche Fratelli d’Italia che scende rispetto alla media nazionale di un punto e mezzo percentuale (al 3,8%). La lista di sinistra prenderebbe un 5,5%, mentre la coalizione completa di centrodestra potrebbe prendere nelle periferie fino al 38,2% complessivo, quasi da vincere le elezioni insomma. 



TECNÈ: IN UN MESE PD-SINISTRE KO, DI MAIO ALLE (5)STELLE

I sondaggi elettorali di Tecnè che illustrano il borsino della politica negli ultimi 30 mesi, danno un polso della situazione assai complessa per la Sinistra in generale, sia il Pd che i radicali anti-Renzi, che perdono terreno dopo solo un mese di rilevazioni e intenzioni di voto. A livello numerico infatti Pd-Ap-Campo Progressista è dato al 26,5%, perdendo un netto 2,3% rispetto al 28,8% di un mese fa: pesa e tanto il mancato accordo con la Sinistra e con il “sogno” di una unica coalizione anti-M5s e anti-Berlusconi che svanisce dopo il niet di Mdp. Ecco, non solo Renzi perde terreno visto che col 5,4% odierno gli Extra-Pd perdono lo 0,3% in soli 30 giorni. Sale invece il Movimento 5 Stelle – +1,7% con il 27,4% di oggi – e anche il centrodestra unito che con Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia arriva ad un 37,4%, un + 0,7% rispetto a prima del voto siciliano.



EUMETRA, GENTILONI VS RENZI: GLI ELETTORI BOCCIANO IL SEGRETARIO PD

Un testa a testa, una sfida generazionale non solo nel Pd ma nella lunga tradizione democristiana di centrosinistra: i sondaggi provano a guardare più da vicino la possibile sfida tra Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, i veri uomini forti e decisivi all’interno del Partito Democratico e che potrebbero anche “combattere” nel prossimo futuro sul fronte candidatura in vista delle Elezioni del 2018. Gentiloni non ha mai avanzato questa prerogativa, né ha mai provato a “superare” il suo segretario, rimanendo nell’alveo del (bravo) Presidente del Consiglio chiamato a tenere in piedi “la baracca” dopo la debacle del referendum costituzionale. Forse agli elettori è proprio questo che piace, perché nella sfida secca tra i due leader politici, gli intervistati dai sondaggi Eumetra non hanno molti dubbi: giudizio molto positivo su Gentiloni per il 21% degli elettori, il 13% per Renzi; abbastanza positivo per ben il 30% sull’attuale premier, 17% per l’ex. Giudizio invece complessivamente negativo su Gentiloni per il 39% degli intervistati, addirittura il 62% su Matteo Renzi, senza dunque grande possibilità di “replica”.