Visto che il duello in tv è saltato, il duello social ha appena ripreso: è ancora Renzi vs Di Maio, i due sconfitti dalle Elezioni siciliane anche se con i dovuti distinguo visto l’ottimo risultato di Cancelleri e del Movimento 5 Stelle, non paragonabile con la debacle dem arrivata divisa anche in Sicilia. Dopo che il candidato premier grillino si è tirato indietro sul confronto di domani a La 7, arriva la replica (molto attesa) di Renzi che su Twitter accusa, «Di Maio: hai scelto la data, la TV, il conduttore. E adesso scappi? Un #leader non fugge. Ci vediamo domani da Floris a La7, ore 21.30». I dem continuano nell’attacco dritto contro la “doppiezza” di Di Maio e dei Cinque Stelle, mentre La 7 starebbe per confermare il dibattito “sfalsato” tra Di Battista e il segretario Pd: nel frattempo però, altro “colpo di scena” all’interno della farsa messa in piedi in questi ultimi giorni, arriva la controrisposta di Di Maio che dalla Sicilia twitta «da candidato premier del @Mov5Stelle mi confronterò con i candidati premier dei partiti. Dopo il voto di oggi il Pd non ha più un leader». Ma quindi, domani, da Floris, chi ci sarà seduto su quelle sedie per ora in “bilico”? 



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DI MAIO ANNULLA IL CONFRONTO TV

Matteo Renzi e Luigi Di Maio nella giornata di domani avrebbero dovuto dar luogo su La7 a Di Martedì al duello in tv più chiacchierato degli ultimi tempi e avrebbe di fatto aperto la campagna elettorale (assai lunga) verso le prossime Politiche 2018. Lo aveva proposto Di Maio provando a stuzzicare Renzi sul programma elettorale, sul caso banche, sulla Legge Elettorale e sì, anche sul commento alle Elezioni Regionali in Sicilia: ora però cambia tutto e a deciderlo è ancora lo stesso capo politico M5s che nel giro di una settimana fa, contesta e disfa con il segretario Pd che solo apparentemente assiste senza replicare. Di Maio aveva stuzzicato Renzi, il leader Pd lo aveva incalzato dicendo “ok, ci sto, decidiamo solo il luogo”: ora però, il giorno dopo la debacle dem alle Regionali, cambia di nuovo tutto. «Avevo chiesto il confronto con Renzi qualche giorno fa, quando lui era il candidato premier di quella parte politica. Il terremoto del voto in Sicilia ha completamente cambiato questa prospettiva. Mi confronterò con la persona che sarà indicata come candidato premier da quel partito o quella coalizione. l Pd è politicamente defunto. Il nostro competitor non è più Renzi, a breve ci sarà una direzione del Pd dove il suo ruolo sarà messo in discussione», si legge nel lungo post su Facebook di Luigi Di Maio. La replica? Arriva, tranquilli, arriva: «È talmente ridicolo che ogni commento rovinerebbe questa commedia», a firma Richetti, oppure «Spero che Floris mantenga il confronto. Al limite con una sedia vuota. Tanto non si noterà granché la differenza», spiega Orfini. Renzi ancora non dice nulla, forse combattuto tra il voler infierire sulla mossa di Di Maio e il “pudore” per parlare di duelli il giorno dopo una batosta elettorale pesante (anche se annunciata). 



IL CONFRONTO E LA FARSA

«Scelta infelice. Non si fa così, qualsiasi atto di questo tipo può essere letto o come eccesso di presunzione o eccesso di paura»: lo dice Enrico Mentana che del Tg La7 è il direttore e che fino all’ultimo era in ballottaggio con Floris per ottenere la parte da moderatore del duello, divenuto ora più una farsa che altro. Infatti l’emittente di Cairo sta cercando di capire cosa fare con il duello previsto per domani: secondo quanto spiega Adnkronos, «il Movimento 5 Stelle non intenderebbe comunque lasciare la ‘sedia vuota’ domani sera a Di Martedì e la comunicazione pentastellata fa trapelare che sarà Alessandro Di Battista probabilmente a prendere il posto di Di Maio. Ma non sarà un confronto diretto, il duello con Renzi sarà alternato: stando alle indiscrezioni, infatti, Renzi e Di Battista risponderanno in due momenti distinti alle domande del conduttore». Da un duello ad una farsa, lo ripetiamo, visto che mentre il Paese va avanti con crisi e riforme sempre più necessarie, il dibattito politico è legato alle proposte rimangiate dei Cinque Stelle e alle crisi profonde del Partito teoricamente a vocazione maggioritaria. Dopo Boschi anche Renzi, Di Maio in tv non ci va e già i più maliziosi parlano di “paura nel confronto” e “inferiorità nella parlantina e nell’eloquio che avrebbero messo Renzi in una condizione di vantaggio”: in realtà un punto politico resta, e in questo senso la scelta M5s avrebbe anche un suo perché. Portare Renzi nel momento peggiore della carriera politica davanti alle telecamere vorrebbe dire legittimare la sua forza politica, ma questo “errore” strategico il Movimento non lo vuole fare. Il problema è che i modi, come sempre del resto, sono lasciati alla farsa più che all’intelligenza politica; alla reazione infantile più che alla matura sapienza politica. Questo, forse, il vero punto da sottolineare dell’intera fars.. scusate, vicenda.