Un rischio brogli elettorali si sta velocemente diffondendo anche sui social dopo che ieri, in sede Cancelleri, i membri del Movimento 5 Stelle non hanno riconosciuto la vittoria di Musumeci per alcuni presunti brogli a livello regionale. Non solo, oggi Striscia la Notizia mostrerà un servizio in cui l’inviata Stefania Petyx intervista il figlio di una donna 88enne che da anni è ricoverata in una casa di riposo a Palermo: in sostanza, lei risulta come votante alle Regionali e nel video che trovate qui sotto (diffuso da L’Urlo) il figlio ha tentato di chiedere spiegazione all’ufficio elettorale visto che la madre sarebbe allettata e non riuscirebbe neanche a mangiare da sola. Come potrebbe aver votato? E soprattutto, l’uomo nel video racconta che con le medesime modalità avrebbero “votato” tutte le persone ricoverate non solo in quella casa di riposo, ma anche in altre della stessa zona. Il caso brogli purtroppo torna subito di attualità dopo che ieri il Movimento 5 Stelle dalla bocca di Manlio Di Stefano, poi confermato dal candidato sconfitto Giancarlo Cancelleri, hanno fatto sapere di non voler riconoscere la vittoria di Musumeci; il tutto proprio perché sarebbero presenti brogli che renderebbero il poco scarto di voti (in realtà poi dimostratosi un pochino più largo di quanto andavano dicendo i grillini, ndr) assai contestabile nei risultati finali. (agg. di Niccolò Magnani)
LO SCONTRO SUL PREMIER TRA PD E SINISTRA
Il risultato delle elezioni ha portato a poche ore dopo lo scrutinio a parlare già del futuro immediato politico nazionale: manco il tempo di vedere Musumeci spiegare i suoi prossimi atti da Governatore eletto della Sicilia che l’agone politico si sposta sull’asse Roma-Nazareno. Renzi ha parlato, ha di fatto ammesso la sconfitta e non ha avuto la minima intenzione di tirarsi indietro, anzi: nella sua Enews rilancia una coalizione più larga per fare decisamente meglio della Sicilia nelle prossime urne in Primavera, “possibile raggiungere il 40%” intona il carosello renziano. Poi arriva già lo scontro sul candidato premier a sinistra: prima Di Maio che annulla il duello proprio per questo motivo, poi le critiche da sinistra per aver lasciato al centrodestra la Sicilia, e poi le manovre per il possibile “sfida-Renzi” alle prossime politiche. Pier Luigi Bersani, a margine dell’assemblea di Mdp: «Non noi tiriamo per la giacchetta nessuno ma per il nostro profilo civico e di sinistra, Grasso ci starebbe da Dio…». Massimo D’Alema a stampo: «La presenza di Grasso sarebbe fondamentale». Sulla leadership di Renzi cita Pisapia, che aveva chiesto «discontinuità di contenuti e leadership». Da dentro il Pd anche più renziano circolano voci sulla possibilità che sia Gentiloni a portarsi nella sfida contro Renzi, ammesso e non concesso che nella Direzione Nazionale Pd convocata il 13 novembre il segretario non ricordi a tutti che il “mandato” delle Primarie comprendeva anche se non soprattutto la candidatura a premier. Michele Emiliano infine chiede che Renzi «resti e interpreti le anime del partito, visto che quella sua e basta non è sufficiente né a leggere il Paese né a leggere il Pd e il centrosinistra». (agg. di Niccolò Magnani)
IL “CASO” LUIGI GENOVESE
C’è un caso che aleggia in Sicilia dopo lo spoglio dei voti e i risultati finali delle elezioni: si tratta di Luigi Genovese, figlio del “ras” delle preferenze Francantonio militante di Forza Italia e in passato anche del Pd. Il ragazzo appena 21enne ha conquistato il primo posto per preferenze ed è quindi stato eletto come nuovo deputato nella circoscrizione di Messina: ha preso quasi 20mila voti, balzando alle luci della ribalta come uno dei “fenomeni” di questo voto siciliano. Il padre è stato condannato in primo grado a 11 anni per una serie di reati che spaziano dalla truffa al riciclaggio di fondi europei e per questo non ha potuto candidarsi (è uscito dal carcere, ndr). Genovese Jr ha però ereditato un ottimo bottino di voti che lo ha portato ad essere tra i più votati del centrodestra nella lista Musumeci: a chi però in queste ore gli dà dell’impresentabile, lui risponde (su Repubblica), «Gli impresentabili sono i 5 stelle con il loro linguaggio volgare, non io o mio padre. I Genovese hanno fatto solo del bene a Messina e la città ce lo ha riconosciuto. Io non ho alcuna condanna e impresentabile non lo sono. Mio padre, a dir la verità, non lo è nemmeno perché ha una condanna in primo grado e non una sentenza definitiva. Comunque penso di aver raccolto anche consenso personale mio, soprattutto tra i giovani». Questa mattina ha parlato del “caso” Genovese anche il segretario Pd Matteo Renzi nella sua lunga Enews sul voto in Sicilia, sollevando nuove polemiche: «Francantonio Genovese, già deputato di Messina, poi condannato in primo grado a 9 anni. Quando è uscito dal carcere Genovese ha lasciato il PD in polemica con la mia decisione di votare a favore dell’arresto in aula. E si è iscritto a Forza Italia. A Messina Genovese, per il tramite del figlio, ha portato a Forza Italia 17.000 voti. Ma io preferisco guidare il partito che candida il figlio di La Torre anziché il figlio di Genovese. Anche se magari qualche volta si perde».
MUSUMECI HA LA MAGGIORANZA
Musumeci ha la maggioranza: con il seggio che occuperà lo stesso Governatore il conteggio dice 36 (ecco qui la lista di tutti deputati eletti), il minimo utile per poter governare senza dover allargare le maglie della maggioranza, con una legge proporzionale che per come è predisposta già alla vigilia si poteva immaginare un risultato simile. Non era scontato che Musumeci raggiungesse tal risultato, visto che la lista più forte in tutta Sicilia è stato il Movimento 5 Stelle e con una maxi coalizione che poteva nascondere insidie per il neo Governatore. Superata invece il rischio “stallo”, ora ci si concentra nei primi atti da deliberare: «Affronterò anche il tema dei vitalizi, un tema che in campagna elettorale è stato affrontato in tema strumentale. Già i primi tagli li abbiamo fatti ai nostri emolumenti che abbiamo tagliato del 42 per cento – ricorda il Governatore – abbiamo tagliato i vitalizi ai deputati in carica. Affronteremo il tema degli altri vitalizi con i capigruppo parlamentari e, se mi consentite, vorrei cominciare a tagliare gli sprechi e la spesa parassitaria che ancora caratterizza molte strutture alla Regione. Vorrei lottare contro i fitti passivi, contro le auto blu che spesso mi sembrano assolutamente inutili se non dannose. Io da Presidente dell’Antimafia viaggiavo in treno. Insomma daremo segnali concreti perché la gente si aspetta elementi di novità», spiega ai giornalisti ancora questa mattina il neo Presidente siciliana. (agg. di Niccolò Magnani)
LA DISTRIBUZIONE DI SEGGI ED ELETTI
Nel conto dei seggi al termine dello spoglio il risultato è chiaramente deciso in favore di Nello Musumeci ma fino all’ultimo voto scrutinato nel centrodestra si è temuta la beffa per il numero di seggi all’Ars: facendo infatti il conteggio dei seggi conquistati e quindi eletti nella prossima seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana il nuovo Presidente arriva fino a 29; ma grazie ai 7 del listino in dote al Governatore il numero va magicamente a 36, il minimo indispensabile per poter governare (essendo 70 il nuovo numero di seggi nel Parlamento siciliano). Mr Allegri avrebbe detto un bel “fiuuu” e siamo certi che al comitato elettorale di Musumeci non siano andati molto lontanI: il Movimento 5 ha fatto paura e ha conquistato come lista il maggior numero di deputati, ben 19, cui seguono in linea di quantità Forza Italia con 12, Pd con 11, 5 a testa per Idea Sicilia e Udc, 4 per Diventerà Bellissima (la lista civica di Musumeci, ndr) e 3 per la lista Noi con Salvini-An-Fdi. Due seggi vanno al Psi, uno per Cento Passi Claudio Fava, rimangono fuori Ap di Alfano e Siciliani Liberi. Appunto, sospiro di sollievo per Musumeci che con la maggioranza risicata dovrà governare nei prossimi 5 turbolenti anni post-Crocetta, non sarà facile… (agg. di Niccolò Magnani) CLICCA QUI PER LA DIRETTA SPOGLIO DEL 6 NOVEMBRE: COMMENTI E PRIMI RISULTATI
MUSUMECI BATTE CANCELLERI
Non sarà ricordato come lo spoglio più veloce della storia, quello delle Elezioni Regionali Sicilia 2017, ma alla fine il risultato che matura nel pomeriggio di ieri è inappellabile: Nello Musumeci, candidato del centrodestra, è il nuovo governatore. Nulla da fare per il Movimento Cinque Stelle, che assapora l’illusione del clamoroso ribaltone soltanto nelle primissime proiezioni della mattinata, poi prende atto della sconfitta siciliana e guarda il bicchiere mezzo pieno: è la prima forza politica della Sicilia. Sconfitto su tutti i fronti il Pd, che sacrifica la personalità di Fabrizio Micari sull’altare della proprie divisioni interne. L’area di centrosinistra esce dilaniata dal confronto, con Claudio Fava di Cento Passi per la Sicilia, che nel discorso di concessione della sconfitta ne approfitta per recriminare sull’atteggiamento dei piddini e contribuisce a scavare una distanza che sarà difficile colmare da qui alla Primavera. Chi gode è il centrodestra unito, è Berlusconi, che rivendica la vittoria dell’area moderata. Ma è anche Salvini, che sfrutta il traino della Meloni è dimostra che il Sud non è più un’Alcatraz impossibile da espugnare.
RISUTATI ELEZIONI REGIONALI SICILIA, MUSUMECI, “ORA FAR RINASCERE LA SICILIA”
Mancano pochi minuti alle 20 quando Nello Musumeci si presenta al suo comitato elettorale per rivendicare la vittoria alle Regionali Sicilia 2017. I dati sono ormai incontrovertibili, il gap nei confronti del Movimento 5 Stelle impossibile da colmare. Il discorso è quello di un governatore, non più di un candidato alla poltrona di Presidente:”Voglio essere e sarò il presidente di tutti i siciliani“, spiega Musumeci che poi aggiunge, “il primo compito è di recuperare oltre il 50% dei siciliani che ha deciso di non andare a votare. Dobbiamo restituire alla politica credibilità e autorevolezza. Un sondaggio di alcune ore fa dice in maniera disarmante che soltanto il 12% dei siciliani non ha fiducia nella Regione. È un dato preoccupante che deve far riflettere tutte le forze politiche. Quello che è accaduto negli ultimi tempi – continua Musumeci – ha provocato una caduta di credibilità e noi con la buona politica abbiamo il dovere di recuperare una larga fascia di siciliani“. In chiusura ci sono l’impegno a “far rinascere la Sicilia” e lo spazio per una citazione:”Dobbiamo scrivere tutti una nuova pagina di questa Sicilia. Terra amara, rassegnata e che Verga ha voluto descrivere come la terra dei vinti. La Sicilia con l’impegno di tutti non debba più essere un’isola da raccontare ma un’isola da vivere. Un’isola con tante straordinarie potenzialità. Non dobbiamo inseguire uno sterile rivendicazionismo ma la consapevolezza che prima di chiedere aiuto agli altri dobbiamo essere convinti noi che questa terra ce la può fare. Dobbiamo convertire i rassegnati. Alimentare la fiamma della speranza“.
LE REAZIONI AI RISULTATI, DA DI MAIO AD ALFANO
Gli stati d’animo dopo le elezioni regionali Sicilia 2017 sono ovviamente contrastanti. Luigi Di Maio, nonostante la sconfitta di Cancelleri, cerca di compattare il popolo del M5s in vista delle prossime Politiche:”Noi siamo molto soddisfatti, il voto non ci porta alla presidenza, ma da qui parte un’onda che tra 4 mesi ci può portare al 40%. Noi abbiamo un voto libero, consapevole. Dobbiamo comunicare questo voto a chi si è astenuto, molti astenuti credo che si pentiranno fra 2-3 mesi, quando vedranno quelli che hanno speculato finora di nuovo all’opera”, dicendosi “convinto” che, dopo le Politiche, il M5S “potrà chiedere l’incarico di governo al Colle”. Non può condividere lo stesso entusiasmo Angelino Alfano, il segretario di Alleanza Popolare, incapace di superare il 5% nella sua regione d’appartenenza. Parla per questo di “risultato negativo”, ma rivendica di aver fatto “la scelta giusta”. Dimostra poi di avere un istinto di sopravvivenza niente male nel rimandare la sua fine politica quanto meno alla primavera, precisando – come riporta l’Ansa – che la percentuale di voti ottenuta in Sicilia è superiore alla soglia di sbarramento nazionale. Chapeau.