Va detto che nel panorama dei vignettisti “celebri” non esiste solo Vauro e la sua ideologica battaglia pro-comunismo: Vincino, il simpatico vignettista del Foglio, è un siciliano verace e dopo queste elezioni Regionali appena passate ha provato a spiegare ai colleghi de Il Dubbio perché non è poi così tanto vero che solo le liste del centrodestra sono “impresentabili” in molti nomi. «Io credo che ormai il voto della mafia sia un voto d’opinione. La Mafia è stata delusa sia dalla destra che dalla sinistra e quindi vota i nuovi», spiega il vignettista intervistato oggi in prima pagina da Simona Musco. Vincino osa dire quello che quasi nessuno ha avuto il coraggio di sostenere: «Sì, la mafia vota 5 Stelle: anche perché il centrodestra non gli ha levato il 41 bis, che oltretutto è una cosa incivile, la sinistra, pure lei, gli ha peggiorato le cose. Se in passato hanno fatto patti, oggi come oggi, secondo me, votano in base ad altri ragionamenti. Quindi non ha vinto la mafia». La mafia oltre ad esistere non è spaventata dal nuovo, ma lo vota, spiega ancora Vincenzo Gallo vero nome del vignettista siculo: l’inaffidabilità (denunciata non solo da Vincino) si accumuna alla scelta di alcune cosche mafiose. Questo ovviamente non vuol dire che i politici grillini siano mafiosi, sia ben chiaro, Vincino non intende questo: solo che in quella terra purtroppo ogni singola cosa “deve” essere filtrata dal criterio della criminalità organizzata. «Abbiamo una politica obsoleta in un mondo nel quale tutto cambia in modo pazzesco. Fino ad oggi la Sicilia ha speso una barca di soldi per non fare nulla. Per la formazione, ad esempio, sono nate decine di cooperative con lo scopo di spartirsi i fondi. Come funziona la politica in Sicilia? Appena si va a pensare una legge subito 10 deputati pensano come guadagnarci sopra, in qualsiasi campo. Se capiscono che il meccanismo da cambiare è questo allora c’è speranza ma non credo lo capiranno.
DA GENOVESE A CASALEGGIO
Ma il problema del Movimento 5 Stelle secondo Vincino risiede anche se non sopratutto nel “negare” la propria natura di doppia morale continua, su ogni frangente: «Mi fa specie che un Movimento dove uno dei due che comanda ha ereditato la carica del padre contesti il fatto che uno, a Messina, ha preso un sacco di voti ereditandoli dal padre. Gli unici che non dovrebbero parlare sono proprio loro, che hanno parenti ovunque», spiega il vignettista che fa così riferimento alle tante polemiche scattate ieri sul caso di Luigi Genovese, figlio di Francantonio condannato a 11 anni di carcere e ras delle preferenze a Messina. Una doppia morale per un Movimento che viene guidato da Grillo e da un figlio “importante, ovvero Davide Casaleggio. « Casaleggio padre era una persona intelligente e di valore, ma per dire, le mie figlie non sanno disegnare come me… Il fatto che un ragazzino di 21 anni abbia preso un sacco di voti non significa niente, sono cose che esistono nella politica, in America come in Italia. Poi detto dal M5s, che ha poca libertà al proprio interno… basti vedere come fanno fuori deputati e senatori quando dicono “forse Grillo sbaglia». Secondo il vignettista il problema è sempre il solito: il voto dei cittadini va rispettato sempre e comunque, anche quando non si condivide l’oggetto del voto: «Il voto dei cittadini va rispettato sempre non solo quando votano me».
I PROBLEMI DI MUSUMECI
La vittoria dei Cinque Stelle? Assolutamente no, parola di Vincino: sempre nell’intervista a Il Dubbio il vignettista spiega come sia falso dire che i grillini abbiano vinto visto che hanno un distacco di oltre cinque punti dal candidato vincente (anche se restano la prima lista su territorio regionale, ndr). La vittoria va data a Musumeci e dunque al centrodestra: resta però il grande problema degli “impresentabili”: «Musumeci mi sembra essere un uomo abbastanza navigato, uno esperto, che ha già ricoperto molti ruoli politici. Però un conto è lui, un conto sono i suoi deputati, per tre quarti un ceto politico terribile, per i quali conta solo quello che riescono a prendere, sia al governo sia all’opposizione», sentenzia Gallo tra una disegno e l’altro. I problemi ci sono ma la maggioranza è sua e non ha bisogno di altri accordi per poter governare: e il Movimento di Grillo e Di Maio invece? «Non si smentirà, rimanendo inaffidabile. In passato ha appoggiato alcune cose di Crocetta, poi al momento opportuno s’è tirato indietro. Ha fatto solo una strada non asfaltata, niente di più». Dalla Sicilia a Roma, il passo è breve e Vincino ne ha per tutti, anche per Renzi: «non ha ancora capito gli errori fatti il 4 dicembre, non ha capito perché ha perso e che le riforme erano fatte male. Avrebbe dovuto studiare gli errori e poi fare un nuovo programma e rilanciare il partito. Non l’ha fatto e ora avrà problemi in tutta la nazione. A livello locale, poi, è stato un disastro sin dall’inizio: non capisce la Sicilia, non la conosce».