PIEPOLI, RENZI VS BERLUSCONI? GLI ELETTORI ROTTAMANO SILVIO

Nei sondaggi prodotti da Piepoli viene richiesto agli elettori intervistati se in una ipotetica “scelta” tra il giovane e il non-giovane, tra il rottamatore e il rottamatore ante-litteram, tra Renzi e Berlusconi in poche parole, chi sceglierebbero ad oggi. Posto che una buona fetta dell’elettorato votante ad oggi punta sui Cinque Stelle, per tutti quelli che non intendono affidare il futuro del Governo e del Paese a Grillo-Di Maio-Casaleggio, la possibile scelta sul piatto è Berlusconi (più di Salvini) e ovviamente Matteo Renzi. Ebbene, nei sondaggi Piepoli il primo prenderebbe il 27% di consensi, il secondo invece il 37% (“non so” al 26%), dimostrando come ad oggi la rottamazione in crisi di Renzi ancora vale più volti di quella “sterilizzata” da Berlusconi in più di 20 anni di vita politica italiana. Alle urne però, accadrà qualcosa del genere in questa direzione o i grillini davvero ribalteranno tutto? 



IXÈ, CRISI RENZI MA M5S SENZA MAGGIORANZA

L’instabilità politica che si progetta da qui a dopo le prossime elezioni è assai rischiosa: dopo i nuovi sondaggi Ixe pubblicati nelle ultime ore, il Pd di Renzi è sempre più in crisi, Alfano quasi sparisce, Liberi e Uguali non raggiunge il 10% e il centrodestra insieme potrebbe vincere ma tra Salvini e Berlusconi nessuno vuole fare un passo indietro sul fronte della leadership. Insomma, le intenzioni di voto hanno un ruolo in questo momento: fanno da “alert” per i vari partiti, dato che andando avanti così la maggioranza di governo per qualcuno, anzi per nessuno, potrebbe non arrivare mai. I grillini infatti con il 27,5% – alcuni dicono che potrebbe anche arrivare sopra il 30% nazionale – non hanno e difficilmente avranno la maggioranza alle urne: il centrosinistra, con Pd (23,1%) e Liberi Uguali (7,5%) che non si uniranno, andrà sotto dopo il voto, e il centrodestra che invece i numeri potrebbe anche raggiungerli, anche se a fatica, si trova impelagata in una mancanza (o eccessiva presenza, scegliete voi) di leader. Forza Italia al 15,8%. Lega al 12,7% e FdI al 5,4% nazionale, chiudono le intenzioni di voto di Ixè. 



EMG, I TRE BLOCCHI ELETTORALI

Sondaggi elettorali politici, la data per il voto è sempre più probabile sia il 18 marzo 2018 e c’è grande fermento all’interno dei principali partiti politic. Confermata, come per le scorse elezioni del 2013, la situazione di tripolarismo: centrosinistra, centrodestra e Movimento Cinque Stelle, tre blocchi che se la giocano sul filo delle percentuali. Molto dipenderà dalle scelte dei partiti e dei movimenti più piccoli, tra quelli storici e quelli che stanno nascendo nel corso di queste settimane. Sono essenzialmente due gli elementi che possono spostare l’ago della bilancia: le decisioni delle fazioni interne di Alleanza Popolare, tra chi è orientato verso il centrodestra e chi è orientato invece verso il Partito Democratico; e la lista Liberi e Uguali, che mette insieme Sinistra Italiana, MDP e Possibile di Pippo Civati. Il Movimento Cinque Stelle conferma le proprie intenzioni di non voler fare alleanza, mentre il centrodestra e in particolare Silvio Berlusconi punta ad una quarta gamba composta da centristi, da UDC a Energie per l’Italia di Parisi.



SONDAGGI EMG: LA CRESCITA DI BERLUSCONI

Tengono banco i sondaggi elettorali politici, con i partiti che possono testare a pochi mesi dal voto la proprio situazione. E chi può dirsi certamente soddisfatto dell’andamento della pre-campagna elettorale è Silvio Berlusconi, che con Forza Italia sta conoscendo una crescita esponenziale: oggi il partito del Cavaliere si attesta attorno al 15,7 per cento. In lieve calo la Lega di Matteo Salvini, a 12,5 per cento, idem per Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, 5,2. Fermo a 0,9 per cento l’Udc. Gli altri partiti di centrodestra, infine, a 0,9 per cento. Il Partito Democratico non varia di molto rispetto agli ultimi sondaggi, fermo al 25,3, con Uniti per l’Italia e Lista Popolare rispettivamente a 1,8 per cento e 1,4 per cento. In lieve crescita Lista Bonino a 0,6 per cento, SVP fermo allo 0,4 per cento. Liberi ed uguali, neonata lista, al 5,4 per cento. Infine, il Movimento Cinque Stelle cresce di 0,3 punti percentuali, salendo al 28,6 per cento.