Il consiglio di presidenza del Senato si riunirà mercoledì prossimo e deciderà come procedere sui vitalizi. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso intervenendo in aula. “Tra l’approvazione del regolamento (del Senato, ndr) e l’arrivo della legge di bilancio è possibile che si apra uno spazio che va riempito — ha aggiunto —. A riempirlo saranno i partiti che avranno la maggioranza in capigruppo. Poi c’è l’aula: è sovrana. Il presidente ha un ruolo di regolare il traffico…”.
La minacciosa dichiarazione contiene due indicazioni politiche figlie delle richieste fatte in aula dopo l’approvazione del biotestamento da 5 Stelle e da Liberi e Uguali, cioè il partito di cui Grasso è neocapo politico. Quali indicazioni? Votare lo ius soli e votare sui vitalizi oltre che sul regolamento del Senato, riproponendo la medesima intesa tra i capigruppo in maggioranza sul fine vita e cioè piddini, grillini e grassini cioè neocomunisti.
Il Pd accetterà se pur controvoglia, perché da settimane è cominciata la gara tra i partiti di quello scacchiere su chi sia più di sinistra. Una vera e propria gara di demagogia che si concluderà con la produzione di testi legislativi inconcludenti e pericolosi per esempio per le pensioni dei normali cittadini. Ma testi ideali per suonare la fanfara delle “magnifiche sorti e progressive” in campagna elettorale. E soprattutto per preparare la defenestrazione di Renzi nel Pd. Ecco il vero obiettivo di Piero il Siciliano: approvando quei testi sancisce l’alleanza della sua formazione con il Movimento 5 Stelle. E se M5s fosse il primo partito dopo le elezioni, probabilmente il Pd dovrebbe trangugiare la medicina amara di un’alleanza con i grillini mediata da Grasso futuro presidente del Consiglio con Orlando in pole per la carica di segretario di un partito che tornerebbe ad essere “de sinistra”! E che farebbe rientrare dalla finestra quelli che ha cacciato dalla porta. D’Alema, líder Maximo, gode come un riccio.