Esiste una percezione nuova che si avverte quando parliamo di Sud. È palpabile, di riscatto concreto e non di quel riscatto inseguito con l’atavica cantilena di lamento che aspirava a qualcosa di inafferrabile. Tanto per cominciare, a proposito della crisi e del dopo crisi economico-finanziaria che ha colpito i territori a livello mondiale, al di là della ripresa strettamente economica a mio parere occorre evidenziare il forte spirito che, proprio nel sud, anela alla ripresa. 



Come Sindaco e delegato Anci all’Urbanistica e ai Lavori pubblici, nonché come architetto che legge la realtà abitativa in funzione delle persone, credo nel valore creativo delle crisi, anzi nella cosiddetta “distruzione creativa” che nasce dalle difficoltà. Proprio per questo considero anche l’aspetto strategico della crisi che ha attraversato e che ancora attraversa il nostro Paese. Soprattutto in riferimento a ciò che si configura sempre più come “nuovo corso” o “nuova stagione” dei Comuni e dell’Ente locale. Proprio nel ruolo di delegato Anci all’Urbanistica e ai Lavori pubblici, con una precedente delega al Mezzogiorno, posso affermare che la crescita degli ultimi anni delle città meridionali è tangibile, non più legata alle classifiche negative a cui i cittadini sembravano essersi rassegnati. 



Salerno, Bari, Cosenza, Matera, Palermo, per citare alcuni Comuni, vivono una nuova primavera frutto di percorsi progettuali mirati. Buone pratiche urbane e innovazione creativa sono i fiori all’occhiello di Amministrazioni che anziché imitare i modelli settentrionali che vantano una consolidata ricchezza economica, hanno deciso di puntare sulla valorizzazione territoriale e delle risorse umane, sui paesaggi, sul rispetto dell’ambiente, sulle città che sono scenari naturali all’aperto, sulla produzione culturale innovativa, sui talenti, sulla gastronomia, sull’implementazione dei servizi a cominciare dalla mobilità urbana sostenibile. 



Dalla città delle macchine alla città delle persone, dalla città che si attraversa alla città dello “stare insieme”. Qualità della vita e capacità di creare ricchezza per offrire maggiori opportunità di lavoro, sono i due punti fermi da cui partire per rendere la città più competitiva. Su questa prospettiva di sta lavorando negli ultimi sette anni, tra le altre cose, nella città di Cosenza, diventata di ispirazione per le altre città calabresi e, a ben vedere, traino importante preso ad esempio sul piano regionale. 

Attraverso l’Anci, con il presidente Antonio Decaro che governa, egli stesso, una città del Sud, molto stiamo facendo in riferimento alle Politiche sociali correlate alla rigenerazione urbana delle periferie. Attraverso la realizzazione di infrastrutture e grandi opere pubbliche nelle zone marginali, infatti, interi quartieri verranno innestati ai rispettivi centri cittadini. 

È il caso del ponte di Calatrava finalmente portato a conclusione nel nostro capoluogo bruzio, che sarà inaugurato a gennaio 2018 e di cui abbiamo già sollevato, lo scorso luglio, la maestosa e scenografica antenna. Il ponte di Calatrava di Cosenza sorge nel vecchio quartiere Gergeri, la sua realizzazione a distanza di anni dall’avvio del progetto di riqualificazione urbanistica sottende un obiettivo di riqualificazione sociale. Un’opera che è l’esempio massimo di questa concezione: da Gergeri a via Popilia, la città conquista una continuità. La zona ad est, nuova porta di ingresso, si scrolla di dosso quella marginalità che per decenni è stata un marchio negativo, riconquistando il ruolo centrale che merita in un contesto paesaggistico tra i più belli di Cosenza dove abbiamo nel contempo provveduto alla rigenerazione delle aree fluviali. 

È una visione a 360 gradi insomma, che prende avvio da un’idea precisa di città che abbiamo posto a monte e che si dirama contestualmente nel dare forma a molteplici opere. Stiamo per completare il Planetario, punto di osservazione astronomica tra i più avanzati, e stiamo plasmando sempre più quella che è la città del benessere, una città pedonale, delle piazze, della salute, una città “fabbrica creativa” che mette al centro le aspirazioni più positive dei suoi abitanti. 

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