Qui bisogna capire chi si fa il “tonto” e chi il “sordo”: di sicuro, si stanno giocando parecchi “ruoli” su questa Commissione Banche per il motivo (e peccato) originario tra tutte le possibile polemiche. Fare una Commissione in campagna elettorale espone i rischi per tutti, Renzi in primis. Dopo le parole di Visco che di fatto lo ha “smascherato” nell’aver chiesto informazioni e preoccupazioni su Banca Etruria (forse “vendicandosi” degli attacchi recenti quando era in procinto di essere rieletto a numero 1 di Bankitalia), Renzi sembra fare orecchie da mercante e replica: «Mi fa piacere che egli finalmente fughi ogni dubbio sul comportamento dei ministri. Nessuno di loro ha mai svolto pressioni ma solo legittimi interessamenti legati al proprio territorio: attività istituzionalmente ineccepibile svolta anche da amministratori regionali di ogni colore politico. Le parole di Visco mettono la parola fine a settimane di speculazione mediatica e di linciaggio verbale verso esponenti del mio governo», spiega il segretario Pd in una nota. Nessuna pressione, nessuna richiesta e nessun illecito di nessun ministro del suo Governo: Visco lo ha confermato nella sua deposizione, ma ha anche aggiunto che Renzi voleva sapere di Etruria e lui lo ha “rispedito” al mittente dicendo che di banche parlava solo con il Ministro dell’Economia. Qualcuno sta forse recitando una parte? La verità non la si sa, di certo i Cinque Stelle sguazzano in questa settimana e con Di Maio affondano contro Renzi: «Visco svela le pressioni di Renzi su Banca Etruria. Per uno scandalo di questa portata un vero partito democratico avrebbe già mandato a casa il suo segretario. Come fa il PD a subire in silenzio questa violenza istituzionale? Fino a quando, dunque, abuserete della nostra pazienza?».
“Ringrazio il Governatore #Visco per le parole di apprezzamento che ha rivolto al mio Governo nella sua audizione di questa mattina.
Confermo che abbiamo sempre avuto la massima collaborazione istituzionale, anche quando non eravamo d’accordo su tutto nel merito.” @matteorenzi pic.twitter.com/0omt5OQSPU— Partito Democratico (@pdnetwork) 19 dicembre 2017
“BOSCHI? FU RENZI A CHIEDERMI DI ETRURIA”
Ed eccolo qui, il punto “spinoso” di tutta la vicenda Banca Etruria: all’interno del maxi problema banche in Italia, con la Commissione che prosegue nelle indagini sui vari organi di garanzia, è ancora la campagna elettorale a dettare “i passi” della stessa Commissione, con il Governatore Visco chiamato a rispondere delle eventuali pressioni subite dall’allora ministro Maria Elena Boschi. Ebbene, il numero 1 di Bankitalia allontana ogni accusa su di lei, ma tira in ballo l’allora premier Matteo Renzi. Andiamo con ordine: «Boschi incontrò per due volte il vice di Banca d’Italia, Fabio Panetta, al quale manifestò il dispiacere e le preoccupazioni sulle conseguenze della crisi di Banca Etruria», spiega Visco, aggiungendo come poi lo stesso Panetta riferì «a me e al dg Rossi dei brevi colloqui, nei quali non ci fu richiesta di interventi e non si parlò di questioni di vigilanza. Ci fu la manifestazione di interesse e dispiacere per la crisi che una banca così poteva avere sul territorio. Pressioni? No, prese cum grano salis di persone mature per cui di queste cose non si parla», conclude il Governatore di Banca d’Italia. Spunta però un riferimento diretto a Renzi (che tra l’altro nelle scorse settimane aveva manifestato l’intenzione di voler sostituire Visco per la sua non eccelsa capacità di controllo del settore banche durante il suo mandato a Bankitalia): «nel 2014 lo incontrai e certamente una domanda su Banca Etruria me la fece. E io non risposti, dissi che di banche in difficoltà io parlo solo col ministro dell’Economia. Nei miei colloqui con i presidenti del consiglio non c’è mai mai stato uno screzio, ma ampia condivisione. A volte ci sono state valutazioni diverse, non solo con Renzi, su come affrontare certe situazioni».
“MAI CHIAMATO ZONIN SU VENETO BANCA”
Sta parlando in Commissione Banche il numero 1 di Bankitalia Ignazio Visco, forse il teste più atteso davanti alla commissione diretta da PierFerdinando Casini per verificare che torno al mondo banche italiano si siano prese le giuste decisioni e soprattutto se sia stato seguito l’iter corretto per affrontare di volta in volta le crisi dei piccoli/medi istituti di credito. Non ha ancora affrontato il tema più spinoso – a livello politico-elettorale – ovvero Banca Etruria e il presunto conflitto d’interessi del sottosegretario Maria Elena Boschi, ma siamo certi che entro fine mattinata alcune domande su tale vicenda verranno certamente rivolte al numero 1 di Banca d’Italia. Intanto però, due “bordate” Visco le ha lanciate lo stesso, confermando quanto detto in precedenza ma anche dando un connotato molto grave ad alcune gestioni delle banche italiane negli ultimi anni di crisi. Partiamo dalle Popolari: «La Banca d’Italia non ha mai fatto pressioni su nessuno per favorire la Banca Popolare di Vicenza o sollecitarne un intervento. Mai», sostiene il Governatore di Bankitalia, prima di dare un accenno anche all’altro caso spinoso che riguarda Veneto Banca, «non ho mai telefonato o ricevuto chiamate da Zonin sul caso Veneto Banca». Il non coinvolgimento “diretto” viene spiegato da Visco all’interno dell’equidistanza tra i vari istituti di credito italiani, «Abbiamo affrontato molte difficoltà riuscendo a superarne tante nei limiti delle nostre competenze e del nostro mandato. Le perdite sopportate dai risparmiatori nei casi in cui non e stato possibile risolvere altrimenti le crisi sono state diffuse e dolorose». Clicca qui per l’intervento di Padoan in Commissione Banche, qui invece la deposizione di Consoli
“C’È STATA UNA MALA GESTIO SU ALCUNE BANCHE”
Questo non toglie però, spiega ancora Visco, che la gestione del nodo banche in Italia negli ultimi anni è tutt’altro che perfetta: «sebbene nell’opinione di alcuni la Banca d’Italia avrebbe sempre detto che ‘andava tutto bene’ e avrebbe sottovalutato la situazione quando con la seconda recessione, innescata nel 2011 dalla crisi dei debiti sovrani, una nuova ondata di deterioramento della qualità dei crediti si è aggiunta a quella sopportata dalle banche nel triennio precedente, la situazione non è andata così». Visco si difende e riporta tutti i casi in cui Bankitalia ha avvisato e orientato alla risoluzione casi complessi che stavano per esplodere o erano già esplosi: «in oltre 120 anni di storia della Banca non ci risulta vi sia mai stato un ispettore che nell’esercizio della propria funzione si sia reso colpevole di omessa vigilanza, o sia stato condannato per corruzione o concussione». In un altro passaggio della Commissione, il Governatore ha poi precisato spiegando meglio: «non è stata una vigilanza disattenta ma la peggiore crisi economica nella storia del nostro Paese. La mala gestio di alcune banche, comunque, c’è stata e l’abbiamo piu’ volte sottolineato; le gravissime condizioni dell’economia hanno fatto esplodere le situazioni patologiche. Se non vi fossero state gestioni poco prudenti e spesso caratterizzate da pratiche illegali, perfino queste sette crisi (le 4 banche fallite, le due venete e Mps) avrebbero potuto essere superate in modo ordinato».