IXÈ, CHI È LEADER DI FORZA ITALIA CON BERLUSCONI INCANDIDABILE

Se la sentenza europea dovesse arrivare prima delle Elezioni 2018 e se soprattutto fosse negativa per Silvio Berlusconi confermando la sua incandidabilità per gli effetti della Legge Severino, quale potrebbe essere il futuro immediato di Forza Italia? I sondaggi prodotti da Ixè individuano un personaggio-chiave per i prossimi tempi politici del gruppo nato, fondato e rappresentato dall’ex Cavaliere: è Antonio Tajani, guardando i meri numeri, colui che potrebbe raccogliere l’eredità di Berlusconi in ottica elettorale. Ben il 37% infatti lo indica come possibile leader di Forza Italia, stante l’incandidabilità dell’ex presidente del Milan: dietro, più che doppiato dall’attuale Presidente del Parlamento Europeo, troviamo Renato Brunetta (attuale Capogruppo alla Camera) con il 16%, poi Leonardo Galitelli (generale indicato da Berlusconi come possibile candidato premier per il centrodestra) al 19% e “nessuno di questi” al 16%. Tutto molto bello, ma Salvini potrebbe “gradire” questi nomi in ottica di una coalizione profonda di tutto il centrodestra e non sentirsi invece, con Berlusconi definitivamente fuori dai giochi, l’unico e autentico candidato di punta per le prossime Elezioni 2018?



DEMOS, FIDUCIA LEADER: GENTILONI BATTE TUTTI

Nei sondaggi politici pubblicati da Demos&Pi il gradimento dei leader nei principali partiti vede un ennesimo “pugno in faccia” per Matteo Renzi e per la leadership del Partito Democratico: meglio del segretario ad oggi fanno non solo il premier che lo ha sostituito lo scorso gennaio, ma anche il “nemico” appena fuoriuscito Pietro Grasso e il ministro degli Interni, Marco Minniti. In termini numerici poi, con Gentiloni in testa al 45%, seguono Luigi Di Maio al 34%, ottimo salto in avanti per il leader grillino, Grasso e una sorprendete Giorgia Meloni al 32%, poi Salvini al 30% e Minniti al 29%. Renzi arriva solo sesto alla stessa stregua di Silvio Berlusconi (ironie del destino per i gemelli diversi della politica italiana), con il 27% della fiducia personale: Grillo al 26%, Pisapia al 24% e Alfano in caduta al 15% chiudono il sondaggio prodotto da Demos. 



PIEPOLI, FUTURO PREMIER TRA LA SOCIETÀ CIVILE?

Dando un’occhiata al primo dei sondaggi Piepoli pubblicati in questa settimana che anticipa il Natale, sotto l’albero i vari partiti si ritrovano ancora l’annoso problema della scarsa fiducia dei cittadini elettori nei loro confronti. In particolare, alla domanda posta dal sondaggio di Nicola Piepoli «lei come premier preferirebbe un esponente della società civile non iscritto a nessun partito o il leader di un partito?», la replica degli intervistati è netta e ancora una volta “rivolta contro” la politica nazionale. Il 45% sceglierebbe come nuovo capo del governo un esponente della società civile non iscritto a nessun partito, un uomo nuovo, un papa straniero, un leader che fuori dai palazzi ha costruito la sua popolarità e il suo successo. Insomma, quello che rappresentava Silvio Berlusconi nel post-Tangentopoli e lo stesso Beppe Grillo dopo la nascita dei meet up grillini: il 35% invece punta sui canonici partiti per scegliere lì dentro il nuovo premier, mentre l’8% non sceglie nessuna delle due opzioni e dunque si affida alla totale e completa “anti-politica”. 



INDEX, M5S SOTTO IL 30% E BERLUSCONI…

I sondaggi e le ultime intenzioni di voto prodotte da Index Research danno il polso della situazione elettorale a pochi mesi dall’appuntamento del 4 marzo, ormai quasi certa data delle urne. In pieno caos banche & Boschi, con Renzi che cala nei consensi (e stavolta lo ha ammesso anche lui in una recente intervista al Corriere della Sera) il Partito Democratico dimostra la sua crisi con il calo dei “numeri”. Ad oggi, il Pd prenderebbe il 24,1%, con il Movimento 5 Stelle che invece vola al 27,8% e si stanzia sempre di più da prima lista del Paese: il problema per i grillini è che manca ancora tanto, se non troppo, per raggiungere quella maggioranza che l’attuale legge elettorale potrebbe consegnarli il Governo. Per questo si candida il centrodestra che sale ancora, nonostante l’ultimo stallo di Berlusconi che si ferma al 15,6% dopo una crescita molto forte negli ultimi mesi. Lega al 13,6% e Fratelli d’Italia al 5,3%, e con Direzione Italia, Energie per l’Italia, Rivoluzione Cristiana, Mov. Nazionale, Idea, Mov. Aniamalista,UDC, altri 1,8%, il centrodestra complessivamente arriva al 36,3%. Di contro, il centrosinistra invece si allinea al 28,7%, con il 4,6% di Lista Popolare, Verdi, Uniti per l’Italia, Bonino che si aggiungono al Pd. Chiude la classifica Liberi e Uguali di Pietro Grasso al 6,2% di consenso nazionale.

L’ESPRESSO, IL VOTO DEI 18ENNI: QUAL’È IL LEADER PREFERITO?

Un’interessante sondaggio prodotto dal settimanale L’Espresso sul voto e le intenzioni dei neomaggiorenni (i 18enni in sostanza) mostra un duplice dato importante sul fronte dei principali leader politici italiani: da un lato infatti il “primo” scelto in termini di numeri è il cosiddetto “papa straniero”, dall’altro che Renzi resta comunque nonostante la crisi di consenso un punto di riferimento nell’ottica elettorale anche per i giovanissimi. Ebbene, il 44% sceglie di non scegliere: “nessuno dei leader proposti” è stato infatti votato, dimostrando lo scollamento sempre più evidente della politica con i giovani neoelettori: tra i leader attuali invece, è Renzi a conquistare la palma del primo in lista con il 13,4% delle votazioni. Segue a sorpresa Silvio Berlusconi, un 81enne che piace al 11,6% dei neomaggiorenni, poi Luigi Di Maio al 9,7% e Matteo Salvini al 7,2%: più indietro tutti gli altri, da Giorgia Meloni al 4,6% a Emma Bonino al 3,6%, fino a Simone Di Stefano, leader di Casapound che sarebbe votato dall’1,4% dei neo 18enni.