Slitta ancora il periodo in cui entrerà pienamente in vigore in Italia la direttiva Bolkestein sul commercio ambulante, rinviata la scorsa notte al 2020. I venditori, dunque, possono tirare un piccolo sospiro di sollievo grazie ad un emendamento del PD approvato nelle passate ore. La comunicazione è arrivata questa mattina anche sul tavolo del segretario di Fiva Confcommercio Savona Umberto Torcello, ma i dubbi restano. Come riporta Savonanews, ha infatti commentato: “Dal punto di vista dei bandi non è un fatto positivo, se è stata modificata la Bolkestein e si sta facendo un ragionamento complessivo allora possiamo accettare la soluzione, un rinvio di due anni servirebbe a poco”. La concessione potrebbe interessare anche gli stabilimenti balneari, ma a tal proposito è intervenuto anche il Presidente dell’Associazione Bagni Marini Savona Enrico Schiappapietra che ha auspicato non tanto in un rinvio quanto piuttosto in una norma più significativa. Bettina Bolla, presidente dell’Associazione Donnedamare ha commentato a sua volta: “Al momento il ddl è arenato, tre onorevoli del centrodestra hanno chiesto le audizioni perché al Senato non ci sono i tempi tecnici, se ne riparlerà alla prossima legislatura”. A sua detta, le associazioni di categoria faranno sentire la loro voce chiedendo di far inserire nei prossimi programmi elettorali l’esclusione della direttiva o una proroga di 75 anni come accaduto per i colleghi spagnoli. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



DIRETTIVA BOLKENSTEIN RINVIATA: ECCO COS’È

Si chiama direttiva Bolkenstein e nel nostro Paese è ormai diventata come il Ponte sullo Stretto di Messina: sempre lì sul da farsi, ma mai fino in fondo divenuta operativa. Stanotte, dopo la riunione fiume in Commissione Bilancio alla Camera per approvare il testo della manovra Economica (da stasera al voto in Aula, con appuntamento dalle 21 in avanti, ndr) è stato approvato un emendamento del Pd che rinvia al 2020 la “celeberrima” direttiva. In poche parole, si tratta di un regolamento europeo che impone di mettere a gara le concessioni pubbliche invece che assegnarle senza un termine; in parole invece un filino più approfondite, nel paragrafo sotto proviamo a spiegarlo con tanto di origine “storica” della direttiva. Nel frattempo, ecco il giudizio della Commissione Bilancio sul perché ha deciso di rinviare ancora la norma, una scelta già rinominata “salva-ambulanti”: «Al fine di garantire che le procedure per l’assegnazione delle concessioni del commercio su aree pubbliche siano realizzate in un contesto temporale e regolatorio omogeneo, il termine delle concessioni in essere alla data di entrata in vigore della presente disposizione e con scadenza anteriore al 31 dicembre è prorogato fino a tale data». Via libera dunque, con la Manovra che approda in aula e nei prossimi giorni si appresta ad essere approvata con tutti gli altri emendamenti accolti sul fronte finanziario.



COME SI È ARRIVATI FINO AD OGGI

Ebbene, la direttiva Bolkenstein è una vicenda complessa che ha inizio nel 2006 quando la Commissione Europea (guidata all’epoca da Romano Prodi, ndr) approvò questa norma per sancire la parità di tutte le imprese e i professionisti europei nei vari accessi ai mercati dell’Unione Europea. È ufficialmente detta “direttiva sui servizi” e stabilisce, in sostanza, che le gare per affidare in gestione servizi pubblici debbano avere regole chiare e ricevere pubblicità internazionale. «La direttiva stabilisce anche che quasi tutte le concessioni pubbliche, cioè beni di proprietà statale, come le spiagge o gli spazi occupati dagli ambulanti, possono essere concesse ai privati solo per quantità di tempo determinate al termine delle quali la concessione deve essere messa pubblicamente a gara», spiega nel suo focus il Post. Da allora, i governi italiani hanno fatto gara a “rinviarla” questa direttiva, dopo le tantissime proteste di ambulanti, venditori, con l’Europa che ha inviato più volte multe salate da pagare all’Italia per il suo ritardo nella fase di intervento. Il governo Berlusconi nel 2010 pensò di stabilire una proroga automatica per tutti i concessionari fino al 2015, in modo da dare loro cinque anni di tempo per ammortizzare gli investimenti e così limitare le eventuali perdite. Il contratto venne però di nuovo cambiato con modifiche che di fatto erano vietata dalla Bolkenstein e perciò si perse altro tempo in cui lo stato italiano ha fatto “melina” in attesa di vedere lo svolgersi dei fatti; la Ue non diede altre multe, ma avvertì l’Italia di fare in fretta per approvarla. Si arriva così allo scorso autunno quanto il Governo Renzi (per evitare le proteste feroci) promise di allineare al 2020 la scadenza di tutte le concessioni, ma in realtà subito dopo con il Milleproroghe del 2017 si riuscì a rinviare tutto solo di un anno, nel 2018. Ed eccoci ad oggi, quando il Governo Gentiloni su emendamento Pd rinvia il tutto al 2020, essendo sotto campagna elettorale e non volendo aumentare le inimicizie con i tanti venditori ambulanti italiani e non, ma soprattutto elettori: ora però la Commissione potrebbe “ricordarsi” delle promesse italiane e agire di conseguenza..

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