Matteo Renzi è pronto a scaricare Maria Elena Boschi? Il clamoroso retroscena è stato rivelato da Il Giornale, secondo cui è imminente il faccia a faccia tra l’ex premier e la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio dei ministri. Il caso Banca Etruria continua a scottare, sopratutto dopo la conferma di Federico Ghizzoni: l’ex amministratore delegato di UniCredit ha ribadito alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche l’interessamento di Boschi per le sorti di Etruria. Non solo è stata confermata la versione di Ferruccio de Bortoli, ma viene aggiunto un particolare che fa vacillare i renziana più ortodossi. Anche Marco Carrai ha seguito la vicenda con una certa attenzione: «Mi è stato chiesto di sollecitarti per dare una risposta su Etruria», scriveva il migliore amico di Matteo Renzi, tuttora suo consigliere e uomo fidatissimo, il 13 gennaio 2015. La condotta del “giglio magico” sembra discutibile. I vertici del Pd più vicini a Renzi ora gli chiedono un drastico intervento, per questo a breve ci sarà un confronto con Maria Elena Boschi. «Non le chiederò mai di fare un passo indietro, ma è chiaro – si sarebbe sfogato il segretario del Pd in una delle sue conversazioni telefoniche – che così non possiamo andare avanti». Per la prima volta sembra incrinarsi il rapporto di fiducia politico ed elettorale che prima non era in discussione. (agg. di Silvana Palazzo)
“DIMISSIONI? NON ESISTE. GIUDICHERANNO GLI ELETTORI”
Matteo Renzi torna a parlare del caso banche e della richiesta di dimissioni di Maria Elena Boschi avanzata da più parti per la vicenda Etruria. Per l’ex premier è una discussione che non esiste quella sulla sottosegretaria alla presidenza del Consiglio dei ministri. «Un politico si fa giudicare dai cittadini. Quindi saranno le elezioni a giudicare se qualsiasi politico, non solo Maria Elena Boschi, debba tornare in Parlamento», ha dichiarato l’ex premier a Tgcom24. Renzi ha rivendicato ancora una volta il lavoro della Commissione banche, ritenendo che le banche non siano «il problema principale del Paese». La colpa è di chi ha rubato, e chi lo ha fatto «deve essere giudicato senza scorciatoie nei tribunali». La colpa però è anche di quei « politici che non hanno capito in tempo e degli organi di vigilanza che non hanno vigilato, degli amministratori che non si sono accorti…». Dalla Commissione banche si arriva a Banca Etruria: «L’abbiamo chiesto per capire chi ha sbagliato e come, ma qui sembra che i lavori della Commissione si concentrino solo su Banca Etruria, tra l’altro una vicenda prova di ricadute penali. Suona surreale pensare che la colpa della crisi degli istituti bancari sia di una piccola banca. Si è cercato di guardare il dito quando noi indicavamo la luna».
CASO BANCHE ED ETRURIA, DOPO RENZI PARLA BOSCHI
Maria Elena Boschi, difesa poche ore fa da Matteo Renzi sul caso Etruria, è tornata a parlare delle parole di Ghizzoni in un’intervista a La Stampa, rivendicando di aver chiesto solo informazioni. «Non sono stata io a chiedere di acquisire. Io mi sono informata sul se, non ho chiesto di. È una informazione, non una pressione. C’è una differenza abissale. Mio padre è stato commissariato e mio fratello si è licenziato», ha dichiarato la sottosegretaria. Chi non lo capisce è per lei «in malafede o è totalmente vittima della demagogia qualunquista». Secondo Boschi a chiedere a UniCredit di valutare l’acquisizione «era stata Mediobanca e le necessarie verifiche erano state fatte prima che io chiedessi informazioni a Ghizzoni». La sottosegretaria sente di essere usata come capro espiatorio dell’intera crisi delle banche: «Ci sono stati scandali ma si parla solo della mia agenda e dei miei appuntamenti del tutto legittimi e doverosi». Maria Elena Boschi ritiene che il Pd abbia fatto bene a chiedere la Commissione sulle banche, ma qualcuno l’ha trasformata in una «caccia all’uomo, anzi alla donna». Infine, sulla sua possibile ricandidatura ha precisato: «Se chiedono a me, io darò la disponibilità a correre in qualsiasi collegio con l’entusiasmo e la forza di chi non ha niente da temere, la decisione però spetta al Pd e ai cittadini».