Sono le banche il terreno di scontro di queste settimane. E di banche ha parlato, in un articolo sul Corriere della Sera del 21 dicembre, anche Milena Gabanelli. La giornalista si è scagliata in particolare contro la Consob, la Commissione chiamata a tutelare gli investitori verificando la trasparenza e l’efficienza del mercato mobiliare italiano. Proprio la Consob, secondo l’ex conduttrice di Report, avrebbe saputo – e taciuto – del probabile crollo delle banche finite nel calderone della crisi. Parliamo, per intenderci, di Etruria, Popolare Vicenza e Veneto Banca ma anche Carichieti, Cariferrara e Banca Marche. La Gabanelli scrive, ad esempio, che Consob sapeva dei prezzi delle azioni gonfiate ad Antonveneta (su indicazione di Bankitalia), ma non è intervenuta; sapeva “dei finanziamenti baciati: almeno 150 milioni di euro che servivano a “stimolare” la domanda di azioni della banca veneta. E sicuramente sapeva anche che  l’avviamento della banca valeva molto meno di quel 1,3 miliardi dichiarato. E pure dell’elevatissima incidenza dei crediti decotti“. Perché la Consob non è intervenuta? 



LE ACCUSE A VEGAS & CO.

Tra le accuse più gravi mosse alla Consob dalla Gabanelli c’è quella per cui i dirigenti avrebbero fornito all’attuale Commissione d’Inchiesta sulle banche “informazioni false o fuorvianti” rispetto al fatto che in realtà sapessero – dal 2011 – di rischio crac compreso tra il 45% e il 70%. Stime che, scrive la Gabanelli “avrebbero fatto capire a chiunque che era meglio stare alla larga da quelle obbligazioni”. La giornalista annota che il dg Apponi, riconvocato dalla stessa Commissione – probabilmente per spiegare quelle lacune sui prospetti “è provvidenzialmente impossibilitato a comparire per motivi di salute” e sostituito dal vice dg Giuseppe D’Agostino. Questi spiega che “gli scenari di probabilità non sono inclusi nei prospetti del subordinato collocato da Etruria a Giugno 2013 perché non sono previsti dagli schemi europei” ma secondo la Gabanelli è un’affermazione falsa visto che la normativa a cui si riferisce D’Agostino (Mifid 2) entrerà in vigore nel 2018. La chiosa finale della Gabanelli è di quelle pesanti: “In comune Vegas, Apponi, D’Agostino e Providenti hanno la capacità di mentire ad una Commissione d’inchiesta, ed il fatto che a piazzarli sulle loro poltrone, a seguito di funamboleschi riordini organizzativi è stato proprio Vegas.  Ci auguriamo che il prossimo Presidente  della Consob venga scelto tra persone di comprovata competenza, indipendenza e rispetto delle Istituzioni.  Da questa nomina dipendono infatti strategie che possono  valorizzare la parte sana e preparata di un’Autorità che ha il compito previsto dall’art. 47 della Costituzione: tutelare il risparmio. Altrimenti ci dovremo rassegnare ad interpretare l’articolo 47 con il significato del numero della smorfia napoletana: il morto”.

LA REPLICA DI VEGAS

Giuseppe Vegas, rivolgendosi direttamenta a Luciano Fontana del Corriere della Sera, ha così replicato alla Gabanelli:”Caro Direttore, non è tollerabile che si accusino dirigenti dell’ Istituto, che ho avuto l’ onore di presiedere, e il sottoscritto, di aver mentito alla Commissione parlamentare sulle banche, basando l’ accusa sulla ennesima ripetizione di fatti che sono stati più e più volte documentalmente smentiti, da ultimo proprio nella sede della citata Commissione parlamentare. L’ articolo «Le verità nascoste di Consob alla commissione banche», alle pagg. 1 e 6 del Corriere del 21 dicembre 2017, sarà pertanto, per la prima volta per quanto mi riguarda, oggetto di azione penale, ovviamente con piena facoltà di prova”. Anche gli altri dirigenti toccati dalle accuse della Gabanelli hanno replicato rimarcando “l’inaccettabile ironia su una supposta provvidenziale malattia, in presenza di un ricovero per gravi motivi di salute. Nell’ articolo si legge, infine, che saremmo stati collocati sulle nostre «poltrone» dal presidente Vegas con «funamboleschi riordini organizzativi». Ognuno di noi ha la sua specifica storia lavorativa ma certamente abbiamo due punti in comune: la nostra vita professionale è fondata sulla stella polare della competenza; siamo uomini dell’ istituzione Consob e non riferibili ad alcun presidente”.

LA CONTRO-REPLICA DELLA GABANELLI

Milena Gabanelli, dinanzi a questa doppia replica, ha risposto nuovamente definendo il suo punto di vista sulla questione banche e sul ruolo della Consob:”Nel mio articolo del 21 dicembre dal titolo “Le verità nascoste di Consob alla Commissione banche” ho accusato i vertici Consob  di aver occultato talune informazioni utili alla Commissione d’inchiesta;  citando, a supporto di tale tesi, atti esistenti. La replica del già Presidente Vegas e dei 3 alti dirigenti,  pubblicata ieri sul Corriere,  minaccia azione penale nei confronti della sottoscritta, in quanto l’articolo sarebbe lesivo della loro reputazione. Nulla però dicono per smentire quanto riportato nell’articolo. Sulla riferibilità al Presidente Vegas del dott D’Agostino e del dott Apponi, si rammenta che entrambi hanno assunto le funzioni attualmente ricoperte sebbene non  risulta fossero in possesso della qualifica fino a quel momento richiesta a tale scopo e che per poter effettuare questa forzatura, Vegas ha trasformato delle qualifiche in incarichi (fiduciari). Non solo, la scadenza di questi incarichi, sebbene fiduciari, è stata fissata ben oltre la durata del mandato del Presidente Vegas. Infine, per poter nominare l’avv. Providenti a capo della Consulenza Legale, Vegas ha dovuto trovare un’altra destinazione  al dirigente che, più alto in grado, già ricopriva tale incarico. A tal fine è stata creata ad hoc la figura, con funzioni minimali, dell’Avvocato Generale.  Da ultimo, se il dott. Apponi è stato ricoverato per gravi motivi di salute, non si può che chiedere scusa e porgergli l’augurio di una pronta guarigione”.