Si è appena chiusa la conferenza stampa di fine anno del premier Gentiloni durata più di due ore: ultime battute con i giornalisti significative per due principali punti che si imporranno anche in campagna elettorale. Tema banche e alleanze per il prossimo governo: sul fronte del caso banche e della Commissione andata in scena negli scorsi giorni, il giudizio di Gentiloni è netto e ben poco diplomatico, «sono convinto che la Commissione fosse giusta per tutelare i risparmiatori, e poi è un’azione richiesta dal Parlamento su cui il governo non può che avvallare. Ma devo ammettere che sono contento siano finite le audizioni andate in scena negli scorsi giorni, reputo non siano state per nulla utili, anzi…». Un Gentiloni che dunque “striglia” la commissione giudicata troppo “politica” e incentrata di fatto sulla Boschi e non sugli organi di garanzia che potrebbero non aver funzionato all’interno del vasto sistema banche. In particolare, sulla sotto segretaria aggiunge: «l’ho voluta io nella mia squadra di governo, ho già detto cosa ne penso negli scorsi giorni e reputo non vi sia nulla da aggiungere». Le elezioni il 4 marzo come prossima tappa? «Salirò al colle da Mattarella, reputo che dobbiamo sempre rispettare la regia del Presidente della Repubblica. Di certo parlare di date per le urne prima che vengano sciolte le Camere sarebbe alquanto bizzarro…». Le alleanze sul voto per la sinistra invece restano ancora un mistero, con Gentiloni che nicchia (come Renzi) e afferma, «si vedrà dopo il voto, intanto facciamo la campagna elettorale col Pd e per il Pd, poi si vedrà».
“SUI DIRITTI POTEVAMO FARE DI PIÙ”
«Abbiamo evitato la crisi delle banche, non abbiamo lasciato alcun regalo ai mariuoli»: Paolo Gentiloni tocca tutti i punti principali della sua esperienza di governo in questo singolo anno solare dopo essere subentrato a Renzi. «Da Letta a Renzi a me, abbiamo dimostrato che c’è una sinistra di governo a disposizione del Paese», spiega ancora Gentiloni prima di passare alla seconda parte della conferenza stampa (ancora in corso) con il botta e risposta delle domande serrate dei giornalisti. Nella prima parte, oltre a quanto trovato qui sotto, il premier ha aggiunto il passaggio sulle banche – «C’è chi dice che abbiamo messo soldi pubblici per salvarle, ma in realtà si è trattato di salvare il risparmio, tutelare intere aree, altro che regalare soldi ai mariuoli. E lo abbiamo fatto spendendo una frazione minima di quello che altri Paesi hanno speso per salvare i loro istituiti di credito, in condizioni molto difficili per via delle nuove regole europee» – e sulla spinosa questione dei migranti. «Il processo da quella disordinata e gestita dai trafficanti a quella ordinata e controllata è un passaggio epocale, siamo un Paese orgoglioso della sua capacità di accoglienza e siamo orgogliosi di aver dimostrato che è possibile infliggere colpi durissimi ai trafficanti di esseri umani». E ancora Gentiloni subito prima della breve pausa: «Questa nostra capacità è apprezzata in Europa, sebbene con un atteggiamento da spettatori. Chi parla di fermare immediatamente le migrazioni non conosce l’Africa, ma gli sbarchi e i morti in mare sono diminuiti, c’è stato il primo corridoio umanitario dalla Libia». La strada intrapresa dal ministro dell’Interno Marco Minniti è quella giusta per Gentiloni, al netto delle tante polemiche giunte più da sinistra che da destra nell’arco istituzionale del Paese. Chiusura sui diritti: «un capitolo incompiuto», e il riferimento allo Ius Soli pare evidente, «abbiamo fatto le unioni civili, il biotestamento, l’accompagnamento per i disabili, la legge sulla tortura, quelle contro la violenza sulle donne. Sono in Parlamento da 16 anni e da 16 anni sentivo parlare di unioni civili e biotestamento: sono fiero di essere stato ministro degli Esteri di un governo che ha fatto le unioni civili e premier di un esecutivo che ha portato a casa il testamento biologico».
“SI CHIUDE LA LEGISLATURA IN MANIERA ORDINATA”
È cominciata la conferenza stampa di Paolo Gentiloni da Palazzo Chigi davanti ad una platea di giornalisti larghissima che nelle prossime due ore circa metterà a tema tutti i nodi più importanti di questa fine Legislatura, confermato ora anche direttamente dallo stesso premier. «Abbiamo raggiunto una fine ordinata della Legislatura, senza pause forzate o brusche interruzioni che avrebbero minacciato la stabilità di un Paese che esce con forza dalla crisi più grave dal Dopo Guerra». Secondo Il premier ora la prossima Legislatura che nascerà a breve «non dovrà disperdere i risultati, ci vogliono ambizione e riforme e non bisogna sprecare quanto abbiamo già fatto». Di tanto da fare ne rimane ancora, il governo di Gentiloni, come ammette lo stesso presidente del Consiglio, poteva fare di più ma «non abbiamo mai tirato a campare. Pochi proclami dopo un periodo di fortissima crisi per la sconfitta al referendum le dimissioni del presidente Renzi, eppure abbiamo dovuto prendere non poche decisioni, mettendocela tutta». Sono parole evidentemente di conclusione, di un anno che sta finendo ma sopratutto di un Governo che sta finendo, «grazie ai miei ministri di grande qualità» e altre frasi del genere lo fanno capire molto bene. È stata una “Legislatura travagliata ma l’abbiamo terminata in maniera ordinata”: ora dunque non ci sono più “scuse”, le Elezioni 2018 sono sempre più alle porte. Continua a seguire qui sotto il live della conferenza stampa di Gentiloni
SI VA VERSO LE ELEZIONI
Prossima fermata: Elezioni 2018. Con questo obiettivo parlerà tra poco più di un’ora il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni nella tradizionale conferenza stampa di fine anno che questa volta coincide di fatto con la fine della Legislatura. Secondo l’Ansa, il “timing” delle prossime tappe verso l’annuncio delle elezioni vedrà la giornata di oggi particolarmente “calda”, con una leggera inversione di programma rispetto a quanto riportavamo stamane (stando alle fonti in nostro possesso, ndr). Ebbene, dopo la conferenza stampa, Gentiloni salirà al Colle per dichiarare conclusa la sua missione di governo. A quel punto, Mattarella ha già convocato ufficialmente (e in maniera separata) i presidenti di Sento e Camera per poter firmare il decreto di scioglimento delle Camere. Dopo l’incontro con Grasso e Boldrini, Mattarella vedrà il ritorno di Gentiloni al Quirinale per controfirmare il decreto con cui la XVII si dichiara conclusa, dando il via ufficiale alla Campagna Elettorale verso il 2018. A quel punto il premier uscente riunisce il Consiglio dei Ministri e lì si avrà la data certa delle elezioni oltre al decreto sui collegi elettorali. Solo a quel punto, Gentiloni potrà tornare al Colle per far firmare gli ultimi decreti, o questa sera o al più tardi domani mattina.
IL BILANCIO DEL GOVERNO GENTILONI
Probabilmente la conferenza stampa di fine anno del Premier Paolo Gentiloni (la sua prima, dato che è in sella al Governo da praticamente un anno) sarà l’ultimo atto istituzionale ufficiale prima della convocazione delle prossime Elezioni 2018: l’impressione circolata giorni fa è stata confermata ieri praticamente da tutti le fonti parlamentari principali. Gentiloni si avvia a fare un bilancio-riepilogo del difficile anno appena trascorso, in seguito ha convocato un Consiglio dei Ministri sulle missioni all’estero e poi da ultimo salirà al Colle per discutere con Mattarella delle prossime scadenze. Intanto per la conferenza di questa mattina – prevista alle ore 11 presso l’Auletta dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati – il premier “low profile” che ha ereditato la difficile “reggenza Renzi” prima della debacle sul Referendum Costituzionale, dovrà cercare di ribadire la fondamentale urgenza di “garanzia di stabilità” con cui il suo governo e anche il prossimo dovranno traghettare l’Italia definitivamente fuori dalla crisi economica e sociale. Migranti e conti pubblici: su questi due punti principale dovrebbe puntare quasi certamente il Presidente del Consiglio, portando i risultati del suo governo negli ultimi 12 mesi grazie al lavoro del ministro Minniti sul fronte immigrazione e alla manovra economica messa a punto dal ministro Padoan. Restio alla stampa e ai proclami, Gentiloni risponderà alle varie domande anche scomode che arriveranno – su tutti, Ius Soli e legge elettorale – ma resterà da capire se e come il Partito Democratico vorrà puntare effettivamente su un Renzi in costante calo di consensi e non piuttosto sul leader finora più stimato in Italia. Sì, proprio lui, Paolo Gentiloni.
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STASERA MATTARELLA SCIOGLIE LE CAMERE?
Conferenza stampa alle ore 11, Consiglio dei Ministri nel pomeriggio e poi salita al Colle del Quirinale entro metà pomeriggio: Gentiloni incontrerà Mattarella e probabilmente metteranno a punto il timing e le modalità con cui dare inizio alla campagna elettorale verso le Elezioni 2018. Il Presidente della Repubblica tra stasera e domani dovrebbe sciogliere le Camere ma lasciando come prerogativa primaria quella di un Gentiloni con pieni poteri: Mattarella starebbe pensando ad anticipare i tempi per poter arrivare a fare campagna elettorale nei primi due mesi dell’anno (solitamente poco “produttivi” in termini di leggi e riforme) e approfittare di un nuovo governo in sella già all’inizio della Primavera. Con tale iter non sono previste le dimissioni del premier, che dovrebbe restare quindi in carica: Gentiloni ha infatti più volte indicato l’obiettivo di una “chiusura ordinata” della legislatura in pieno accordo con il Capo dello Stato. In questo modo, se per caso le elezioni dovesse presentare più di un ostacolo nell’avere subito una maggioranza chiara e definita (e con questa legge elettorale è assai probabile che non vi sia da subito una coalizione in grado di governare con piena maggioranza), Mattarella si vuole assicurare di avere un Gentiloni con pieni poteri per continuare a fare quanto svolto negli ultimi 12 mesi: un “traghettamento” istituzionale e competente. Giusto prima di Natale, Mattarella ha anticipato di fatto quanto avverrà tra domani e dopo: «le elezioni rappresentano sempre il momento più alto della vita democratica, da affrontare sempre con fiduciosa serenità. Il tempo delle elezioni costituisce un momento di confronto serrato, di competizione. Mi auguro che vengano avanzate proposte comprensibili e realistiche, capaci di suscitare fiducia, sviluppando un dibattito intenso, anche acceso ma rispettoso».