E’ giunto nel tardo pomeriggio di oggi un passaggio chiave dell’importante giornata nel corso della quale il presidente della Repubblica Matterella ha sciolto le Camere con la firma del decreto di fine legislatura da parte di Gentiloni. La 17esima legislatura, dunque, è ufficialmente terminata e con essa una lunga ed intensa giornata per il premier, salito due volte al Quirinale, la prima alle 15:00 per incontrare il Presidente e poi alle 18:00. La data predestinata per le elezioni era stata indicata inizialmente per il prossimo 4 marzo, poi confermato ufficialmente dal governo nei passati minuti. Ora, dunque, c’è anche l’ufficialità ed è stato proprio il Consiglio dei Ministri, come spiega FanPage, ad indicare la data per le prossime elezioni, senza dunque alcuna sorpresa particolare rispetto alle ipotesi avanzate nelle passate settimane. Nel corso della riunione iniziata poco prima delle 19.00, all’ordine del giorno c’era esattamente la data destinata alle consultazioni elettorali e l’approvazione della missione militare in Niger. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MATTARELLA FIRMA IL DECRETO DI FINE LEGISLATURA
Sergio Mattarella ha sciolto le Camere. I tempi sono stati accorciati dal premier Paolo Gentiloni, che è stato al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica Mattarella, il quale ha firmato il decreto di scioglimento del Parlamento, controfirmato dal premier uscente. La stesura e firma del decreto di scioglimento del Parlamento è cominciata dopo gli incontri del capo dello Stato Mattarella con il presidente del Senato Pietro Grasso e, dopo di lui, con la presidente della Camera Laura Boldrini. La giornata di fine legislatura è entrata nel vivo. Intorno alle 18.30 è invece atteso un altro passaggio chiave: è in programma un Consiglio dei ministri che ha come ordine del giorno “comunicazioni del presidente del Consiglio”. Il governo dovrà esaminare il decreto sulla missione in Niger. Non è da escludere, secondo La Repubblica, che possa anche deliberare la data delle elezioni politiche, probabilmente il 4 marzo, data invocata oggi anche da Lega e Movimento 5 Stelle. In tal caso, Paolo Gentiloni dovrà tornare al Quirinale per la controfirma del capo dello Stato. (agg. di Silvana Palazzo)
GENTILONI AL QUIRINALE PER LO SCIOGLIMENTO DELLE CAMERE
L’iter per le prossime Elezioni 2018 è ormai iniziato: dopo la conferenza stampa di Gentiloni questa mattina, come già indicato il premier si è recato al Quirinale per discutere con il Presidente della Repubblica delle prossime mosse prima della fine della XVII Legislatura. Un’oretta di colloquio e poi alle 16.16 Gentiloni si è recato a Palazzo Chigi dove è previsto a breve il Consiglio dei Ministri (anche se ufficialmente non è ancora stato convocato) con gli ultimi decreti attuativi. Intanto da Mattarella è appena arrivato il Presidente del Senato Pietro Grasso e come da iter a breve arriverà anche la presidente della Camera Laura Boldrini: al termine di questi incontri con ogni probabilità il Capo dello Stato procederà alla stesura del decreto di scioglimento delle Camere e l’indizione di nuove elezioni previste per marzo 2018 (o il 4 o l’11 le date probabili). Il provvedimento sarà poi inviato al premier uscente, che lo dovrà controfirmare: secondo fonti di stampa, attorno alle ore 20 il presidente del Consiglio assieme al ministro degli Interni Marco Minniti torneranno al Quirinale per consegnare i decreti controfirmati e pronti all’atto finale, ovvero la proclamazione di nuove elezioni e l’inizio ufficiale della campagna elettorale.
GENTILONI: “LARGHE INTESE? DOPO LE ELEZIONI LA CAPIREMO…”
«Mi occupo del Governo di oggi, che è già abbastanza, non mi occupo del Governo di domani»: risposta secca di Gentiloni alla domanda secca, più volte replicata a dire il vero, dai giornalisti durante la conferenza stampa di fine anno tenutasi stamattina a Palazzo Chigi, dopo più di un’ora e mezza di botta e risposta. Il futuro del premier in queste ore in viaggio da e vero il Quirinale, è infatti il vero banco di prova e “mistero” sui prossimi mesi: con la legge elettorale così particolare è infatti assai probabile che non vi sarà una pronta e immediata maggioranza il giorno dopo le elezioni, ma su questa eventualità Gentiloni vuole subito spegnere ogni possibile “gossip” sull’eventualità delle Larghe Intese. «Secondo mandato da premier? Qualsiasi cosa dica in risposta a questa domanda credo che sarebbe usata contro di me. Governerò fino alle elezioni, dove mi auguro che la mia parte politica prevalga per poi avere un esecutivo con determinate caratteristiche», prova il dribbling l’attuale Presidente del Consiglio. Poco prima aveva spiegato ai giornalisti come «Naturalmente oltre a svolgere il mio ruolo fondamentale di presidente del Consiglio sia pure in un contesto di campagna elettorale e di camere sciolte, darò il mio contributo alla campagna elettorale del Pd». In risposta fulminante a Laura Cesaretti del Giornale che chiedeva se fosse stato proprio lui a spingere per avere di nuovo Maria Elena Boschi al Governo, Gentiloni conferma: «sì, sono stato io», provando così a spegnere altre possibili “frecciate” al suo predecessore e capo del Pd.