Niente alleanze per il MoVimento 5 Stelle: Luigi Di Maio tira dritto con la convinzione che i grillini possano arrivare al 40% e a governare in solitudine. Lo aveva già detto, lo ha ribadito oggi a Milano in occasione della visita al centro di distribuzione viveri dell’associazione Pane Quotidiano. «Vediamo quali saranno le forze in campo dopo le elezioni, con questa legge elettorale è difficile da capire. Ma credo che il Movimento 5 Stelle possa arrivare al 40% e che possiamo governare da soli», ha dichiarato il vicepresidente della Camera, confermando l’indisponibilità del M5S a qualsiasi tipo dia alleanza, prima o dopo le urne. Inoltre, ha spiegato che “destra” e “sinistra” sono categorie politiche superate. «A noi interessa la qualità della vita degli italiani, e la qualità della vita si migliora con misure di buonsenso», ha spiegato l’esponente grillino, che sta concludendo la prima esperienza in Parlamento. A tal proposito ha espresso l’auspicio che la legislatura in corso si chiuda il prima possibile. L’obiettivo è di votare il 4 marzo: «Non facciano i furbi al governo posticipando la data delle elezioni che permetteranno il riscatto dell’Italia».
LUIGI DI MAIO, IL PROGETTO POLITICO DEL MOVIMENTO 5 STELLE
A dispetto delle voci che lo vorrebbero isolato da Beppe Grillo e già a rischio sostituzione se le cose non dovessero andare bene, Luigi Di Maio si mostra sicuro nella propria candidatura a premier. E infatti ha annunciato che prima delle elezioni presenterà una squadra di ministri di ampio respiro: «Scordatevi la parola tecnici, mi fa pensare al peggiore dei governi, quello Monti, che pensava solo a far quadrare i conti. Noi vogliamo persone competenti ma anche sensibili, che pensino alle conseguenze delle proprie decisioni. E le cerchiamo dentro e fuori il M5s», ha dichiarato al Fatto Quotidiano. Nell’intervista ha spiegato come intende costruire, dunque, il suo governo, senza escludere la possibilità di costruire un governo seguendo la prassi costituzionale, se il M5s non dovesse raggiungere il 40%. «La sera del voto lanceremo un appello a tutti i partiti, e proporremo un tavolo per un’intesa sui programmi, senza scambi di poltrone. Saranno trattative pubbliche, trasparenti. Nel frattempo verranno votati i presidenti delle Camere. Poi andremo dal presidente della Repubblica per le consultazioni».