Parole molto dure riguardo il decreto sulle intercettazioni sono state proferite dal candidato Presidente del Consiglio del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, che ha parlato senza mezzi termini di decreto salva-politici: “E’ un modo per salvare una classe politica dai vari processi. Non c’era riuscito Berlusconi, c’è riuscito il centrosinistra facendo un favore a Berlusconi. Quindi, chi vota Partito Democratico o Forza Italia vota la stessa cosa, la stessa idea di Paese”: il commento di Di Maio è arrivato da Mantova, a margine di un sopralluogo al cantiere nell’ex piazzale Mondadori, abbandonato da quattro anni nella città lombarda. E non è da escludere che la mossa possa essere ulteriormente rivista nel caso in cui il Movimento 5 Stelle abbia responsabilità di Governo nella prossima legislatura. (agg. di Fabio Belli)
FERRANTI DIFENDE IL DECRETO
Oltre a quella del Ministro Orlando, si sono levate anche voci a difesa del decreto sulle intercettazioni. “Un testo che non indebolisce l’importanza delle intercettazioni come strumento di indagine – ha dichiarato Donatella Ferranti, in qualità di presidente della commissione Giustizia della Camera – ma raggiunge e realizza dopo un lungo e complesso lavoro portato avanti in questa legislatura, un difficile punto di equilibrio tra efficacia investigativa, tutela del diritto alla riservatezza, diritto di cronaca giudiziaria e garanzie della difesa”. Il dubbio è fra chi ha ritenuto le intercettazioni molto spesso come un grimaldello capace di rovinare la reputazione di chi era sotto indagine per motivi diversi da quelli relativi all’indagine stessa, e fra chi invece ritiene che le limitazioni alle intercettazioni sono una palla al piede di chi lavora ogni giorno alla ricerca della verità, indagando su reati che senza di esse finirebbero con l’essere insabbiate. L’applicazione pratica del decreto fugherà in un modo o nell’altro le perplessità emerse in questa giornata. (agg. di Fabio Belli)
ILARIA CUCCHI: “NESSUNA SPERANZA PER CHI NON E’ RICCO”
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto sulle intercettazioni, che sarà in vigore tra sei mesi. Via libera alla riforma, ma il dibattito è appena cominciato. Ilaria Cucchi, sorella di Stefano la cui morte è un caso di cronaca nera italiana. Nel suo editoriale per l’Huffington Post ha parlato di una «riforma bavaglio», che «nemmeno tutti i precedenti governi del centro destra avrebbero potuto sognare». Sarà la polizia giudiziaria a decidere per il Pm quali intercettazioni saranno meritevoli di essere trascritte e questo per l’Associazione Nazionale Magistrati dà loro uno «strapotere nella selezione delle intercettazioni». Per Ilaria Cucchi sarà allora «sempre più un processo per ricchissimi i quali, soli, potranno permettersi di avere eserciti di avvocati e investigatori che si occuperanno di ascoltare milioni di intercettazioni non trascritte al fine di verificare se, tra di esse, vi possano essere alcune rilevanti per la difesa dei loro assistiti ma dimenticate dalla polizia giudiziaria». Nel caso degli altri cittadini, invece, quelli che non potranno disporre di denaro, «non vi sarà speranza alcuna». Ilaria Cucchi si chiede allora chi abbia paura delle intercettazioni: «La risposta è scontata. Non c’è tempo per lo ius soli ma c’è per nascondere i panni sporchi in famiglia. Il tutto nel silenzio generale di una politica che si occupa solo di se stessa e dei propri privilegi in un finto agone che altro non è che la rappresentazione di un copione sempre uguale: salvaguardare se stessa». (agg. di Silvana Palazzo)
INTERCETTAZIONI, LA STRONCATURA DEGLI AVVOCATI
Intercettazioni, CdM approva il decreto e non mancano le polemiche. Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha sottolineato l’importanza della riforma, che non è stata condivisa in toto dall’ambiente dei magistrati. Chi si schiera contro questa nuova legge, che verrà pubblicata nel gennaio 2018 e sarà attiva a partire da sei mesi dopo, è l’ambiente degli avvocati, come riporta Il Secolo XIX. “È una riforma che non possiamo considerare positiva perché per tutelare privacy e riservatezza si è scelto di limitare fortemente il diritto di difesa. Il che crea danni significativi a chi si trova coinvolto il vicende giudiziarie. Già oggi difendere e complicato. Un domani diventerà pressochè impossibile, tanto meno nella fase cautelare”, il giudizio dell’Unione delle camere penali. Continua a fare discutere, dunque, la riforma delle intercettazioni: una battaglia che sarà portata avanti e contestata anche nei prossimi mesi, tra il tema dei colloqui indagato-avvocato e il ruolo della stampa. (Agg. Massimo Balsamo)
INTERCETTAZIONI, CDM APPROVA IL DECRETO
Riforma delle intercettazioni, è arrivato il via libero definitivo del Consiglio dei ministri. La riforma entrerà in vigore a sei mesi dalla sua pubblicazione, che è prevista per il gennaio 2018, tranne che per la norma che sancisce il diritto dei giornalisti ad avere una copia dell’ordinanza di custodia cautelare che sarà efficace tra un anno. Diverse i cambiamenti che apporterà la riforma, a partire dall’eliminazione dei borgliacci degli ascolti irrilevanti: saranno trascritte solo le intercettazioni rilevanti ai fini delle indagini, mentre le altre finiranno in un archivio sotto la responsabilità del pubblico ministero. All’interno delle ordinanze, inoltre, finirà solo l’essenziale: niente più colloqui irrilevanti e che coinvolgono terzi, estranei alle indagini. Cambiamenti rilevanti anche per ciò che riguarda i colloqui tra indagato e avvocato: non sarà possibile verbalizzare le parole tra le due parti quando la captazione avviene per sbaglio. Infine, per la prima volta viene sancito il diritto che i giornalisti potranno avere una copia dell’ordinanza di custodia, una volta che l’atto sia stato reso noto alle parti.
LE PAROLE DEL MINISTRO ORLANDO
La riforma, che verrà pubblicata a partire da gennaio, è stata difesa dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. Ecco le sue parole riportate da Il Secolo XIX: “Abbiamo un Paese che utilizza le intercettazioni per contrastare la criminalità e non per alimentare i pettegolezzi o distruggere la reputazione di qualcuno”. Continua il ministro, sottolineando come il provvedimento “senza restringere, ma anzi autorizzando ad intercettare in un modo più agevole, impone una serie di vincoli e divieti che impediscono di usarle come strumento di diffusione di notizie improprie”. Non mancano le critiche da parte dei magistrati: “Non una bocciatura, ma nemmeno una condivisione entusiastica. Aver acceso una riflessione molto attenta su intercettazioni e privacy è un passo avanti culturalmente importante che condividiamo. Ma dal punto di vista delle modalità operative scelte si poteva fare meglio, qualche ombra è rimasta”, le parole di Eugenio Albamonte dell’Associazione nazionale magistrati.