L’ex ministro degli Esteri e tra le principali sostenitrici della legge 194 sull’interruzione naturale della gravidanza, Emma Bonino, entra a gamba tesa sulla polemica nata negli scorsi giorni tra la parlamentare di Forza Italia Sandra Savino e la Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchini (che riassumiamo brevemente nel paragrafo qui sotto, ndr). «Le donne hanno la capacità di essere raramente mediocri. Ma quando ci si mettono, riescono a essere fortemente bizzarre»: lo sdegno della Bonino va contro le parole giudicate inaccettabili della deputata azzurra che aveva sostenuto, «una donna senza figlia difficilmente può capire quali sono le necessità delle famiglie». Secondo la Bonino la politica anche solo italiana si è avvalsa negli anni di figure femminile di donne non madri che hanno saputo rispondere alle varie esigenze della società anche in termini di politiche familiari: Nilde Iotti, Tina Anselmi, Lina Merlin, la stessa Bonino, e venendo più ad oggi anche Angela Merkel. Raggiunta da Vanity Fair dopo la polemica sorta, la Bonino ha spiegato che «se non hai figli non sei una donna completa è una frase frutto di uno stereotipo. Equivale a sostenere che si può occupare di carcere soli chi è stato in galera, di divorzio solo chi non ha un matrimonio felice e così via».



Il concetto è chiaro, anche se va concesso un ragionevole dubbio nel merito della vicenda e non tanto della polemica: per chi, come la Bonino, continua a riaffermare che la legge 194 fa “troppo poco sull’aborto” e che «chiedo un tagliando alla legge 194 (sull’interruzione naturale della gravidanza, ndr). Si fa per le auto, non capisco perché non possa farsi per una legge, chiedo di riuscire a garantire i servizi negli ospedali, rispettando il diritto all’obiezione di coscienza dei dottori. E di supportare tecniche meno invasive, come l’aborto farmacologico». Ebbene, una politica sulla famiglia formata su una grossa fetta di “ideologica battaglia pro aborto” rischia di essere tanto parziale quanto per l’appunto ideologica. Semmai, la polemica si potrebbe fare su chi in questi tanti anni, madri, padri, non madri, non padri, si è occupato di politiche familiari e non è riuscito a porre una risposta concreta e sensata al adriatico e potenzialmente devastante calo delle nascite in Italia.



DA DOVE È NATA LA POLEMICA

La polemica era nata tutta dalle dichiarazioni della parlamentare di Sandra Savino che, sostenendo l’assenza di interventi a sostegno della natalità da parte del centrosinistra, ha attaccato direttamente la Presidente FVG Serracchiani dicendo «Una donna senza figli difficilmente può capire quali sono le necessità delle famiglie». Proprio a Vanity Fair, tempo fa la stessa Serracchiani aveva spiegato come «Non ho mai sentito la maternità come una necessità. Poi quando un pensiero tanti anni fa ce l’ho fatto, lui non li ha voluti. Oggi però a un figlio ci penso molto di più». La replica della Governatrice del Friuli non si è fatta attendere: «È cattiveria gratuita usare un argomento così intimo come la maternità per un attacco politico. Sono parole che speravo appartenessero al passato e invece…». La Bonino dunque si è inserita in questo binario e ha dato contro la Savino, aggiungendo un dettaglio sulla sua vita privata: «Io non ho fatto figli perché non me la sento di dire “per sempre”. È un coraggio che non ho mai avuto. Ho altri tipi di coraggio ma non questo». Un piccolo appunto però, non possiamo non notarlo e riguarda sempre il celebre settimanale che a sostegno della tesi “le donne senza figli” fanno ottime riforme per la famiglia, scrivono «le leggi sulla famiglia più importanti introdotte negli ultimi mesi sono quelle a firma Monica Cirinnà sulla unioni civili, anche lei senza figli come il premier Gentiloni». Ecco, non esattamente lo “spot” migliore per rilanciare la famiglia e il blocco delle nascite..

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