Tra alleanze e gli ultimi mesi del governo Gentiloni: Valeria Fedeli, ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha rilasciato una lunga intervista a Un giorno da pecora, programma di Rai Radio Uno. “Io le ho già fatte alcune cose in questo rush finale. C’è la legge di bilancio, l’assunzione di ricercatori e ricercatrici, ci sono ancora un po’ di bandi per la ricerca. Completiamo un po’ di lavori di aggiustamento”, il commento dell’esponente Pd. Un ruolo, quello di ministro, che giudica così: “E’ faticoso, una grande esperienza: sono contenta ma ho bisogno di riposarmi. Se continuo? No. Che voto mi do? Non mi do voti, credo di aver fatto un lavoro certosino: lo diranno insegnanti e docenti. La cosa di cui mi rendo conto è che ho riallacciato un dialogo, decido nel modo più largo possibile e con il più ampio consenso possibile”. Un’analisi, in seguito, su gioie e dolori di questi mesi: “Giorno più bello? Quelli in cui vado nelle scuole e parlo con docenti e bambini: ho girato davvero tanto. Quelli più difficili, quelli in cui vedo che si fa fatica a realizzare una cosa, quando devo muovere troppo rispetto alle ramificazioni della struttura del Ministero. Il Ministero ha lavorato tanto e molto, anche nei mesi estivi”.
VALERIA FEDELI, ENDORSEMENT PER LA BOLDRINI
“Spero che gli italiani facciano uno splendido voto”, l’auspicio del ministro Valerio Fedeli in vista delle Politiche del prossimo marzo. In casa Partito Democratico è molto dibattuto il tema delle coalizioni: “Il Pd è un partito di centrosinistra senza il trattino: non è cambiato niente. E’ andato via qualcuno? Questa è la mia delusione, bisogna stare all’interno e discutere. La cosa che mi fa soffrire di più è la precedente campagna elettorale: adottare un metodo democratico anche nei gruppi parlamentari. C’è un momento in cui per decidere si vota”. E l’area di sinistra è al centro della discussione, con Mdp e il rilancio della Presidente della Camera Laura Boldrini: “Andrà con Piero Grasso? Non so cosa farà, mi sembrava più vicina a Giuliano Pisapia. Ora che non c’è più, potrebbe prendere lei quell’area di riferimento”, un palese endorsement nei confronti dell’attuale numero uno della Camera.