La notizia del giorno di ieri non sono state le dichiarazioni incredibili del governatore della Bundesbank Weidmann contro l’Italia e provenienti da un Paese che ha ottenuto la sottomissione italiana e ogni beneficio possibile dall’attuale Europa, né quelle di Schauble sulla Grecia che suggeriscono come la possibilità di un’uscita dall’euro del Paese ellenico sia parte del dibattito. La notizia di ieri, prontamente ripresa da molti quotidiani italiani, è che gli hacker russi avrebbero violato il ministero degli Esteri quando Gentiloni era ministro.
La notizia è stata data dal quotidiano inglese The Guardian che l’avrebbe ricevuta da “persone vicine alla vicenda” e che sarebbe stata confermato da un “funzionario del governo italiano”. Questo “funzionario del governo italiano” non avrebbe confermato la responsabilità dei russi, ma “altre due persone” a conoscenza dell’attacco avrebbero detto che i russi sono gli indiziati.
La vicenda sarebbe gravissima. Primo, perché l’abbiamo saputa a posteriori da un quotidiano inglese e poi perché l’Italia, che è stata tra i più amici dei russi, sarebbe stata tradita proprio da loro; non solo, sempre secondo il Guardian l’attacco aveva come obiettivo quello di influenzare la politica italiana. Non c’è un singolo fatto verificabile a supporto della ricostruzione del Guardian; l’unico appiglio a cui si può aggrappare il lettore è la credibilità del giornale che si limita a buttare sul tavolo prove fragilissime fatte di anonimi “funzionari” e “persone informate”; una telefonata fatta ai carabinieri su queste basi passerebbe come uno scherzo telefonico.
L’altro appiglio è ovviamente la vicenda che sta appassionando da mesi la politica americana e cioè la responsabilità dei russi nella divulgazione del contenuto di e-mail private dello staff del Segretario di stato americano Hillary Clinton. E-mail che hanno sicuramente influenzato la campagna elettorale americana. A questo riguardo ci limitiamo a osservare che questi hacker russi devono essere davvero fenomenali se violano, in barba a tutti i servizi segreti americani, e-mail sensibilissime della maggiore società informatica globale, americana che maneggia miliardi di informazioni private e sensibili su miliardi di persone americane e non (e su cui sicuramente al Governo americano non è mai venuto in meno di guardare).
Nessuno di noi è nella posizione di sapere con certezza quello che è successo se non, come nel caso del Guardian, fidandosi della ricostruzione della Cia; quella delle armi di distruzione di massa in Iraq, ecc. Facciamo la previsione più facile del mondo dopo la diffusione di questa notizia: in Italia sarà un po’ più impegnativo dichiararsi amici o non nemici della Russia. Facciamo un’altra previsione facile facile: dalla Russia si passerà all’attuale amministrazione americana e al suo nuovo presidente, che, come noto, è colpevole di essere troppo poco nemico della Russia. Insomma: Gentiloni non vorrà davvero stare con i russi e i loro nuovi amici americani, che lo spiano e che vogliono influenzare le elezioni?
Sempre ieri, i casi della vita a volte sono incredibili, il Financial Times dedicava un lungo articolo all’Italia per dire due cose. L’attuale primo ministro italiano Gentiloni, al summit di Malta, avrebbe mostrato “un’anomala” neutralità, se non simpatia, nei confronti di Trump, al contrario delle più “robuste prese di posizione di Germania e Francia”. L’Italia, tra l’altro, sarebbe la solita opportunista pronta a cogliere l’inatteso (sgradito?) mutamento della politica americana. Non solo, “Gentiloni sarebbe sotto attacco di partiti populisti che hanno recepito con entusiasmo l’elezione di Trump e che hanno abbracciato la Russia di Putin”. “Ogni accordo tra Putin e Trump che stabilizzi il Medio Oriente sarebbe visto con sollievo dall’Italia”. Vogliamo essere più chiari? Sempre dal FT: “Roma potrebbe usare le critiche aspre di Trump all’Europa per supportare le proprie rivendicazioni di cambiamento”. Ma, aggiunge, il FT, “ci sono grossi rischi per l’Italia se è troppo opportunista nel trattare con Trump”.
Capito? L’Italia, terza economia dell’area euro, la chiara sconfitta nell’attuale equilibrio europeo, oggi è accerchiata, impossibilitata, dalla camicia di forza europea, a perseguire i propri interessi geostrategici (vedasi la Libia o i danni incredibili subiti con le sanzioni alla Russia) e messa nelle condizioni, causa economia, di non poter forzare la mano in Europa per rompere l’attuale equilibrio in cui prospera la Germania, in cui la Francia fa man bassa di imprese italiane e in cui invece, lei, muore. L’Italia avrebbe ogni interesse possibile e immaginabile a uscire da questa prigione o a recuperare spazi di manovra che oggi sono ridotti a zero. Ma se questa stessa Italia, oggi suonata nell’angolo del ring, trovasse una relazione, certamente interessata, con Trump e gli Stati Uniti e magari con la Russia, allora potrebbe usare questo diversivo e cambiare molto forse anche moltissimo in Europa e nel Mediterraneo Un soggetto oggi schiacciato e messo all’angolo rischierebbe di tornare in partita.
Il problema dell’Italia, oltre ai soliti noti, è che in questo dominio subito dall’Europa franco-tedesca non ha alleati su cui fare leva. I nemici dell’Italia sono la Germania, la Francia, che sulle sfortune italiane ha messo le mani su interi settori industriali e finanziari e che bombarda la Libia con l’aiuto dell’Inghilterra. La stessa Inghilterra, che come la Francia, non può non vedere l’Italia come una minaccia nel Mediterraneo e, per, esempio in Egitto. L’atterraggio dell’Italia da un’eventuale spaccatura violenta dell’euro, tra l’altro, sarebbe un bel po’ meno duro se si ritrovasse subito affiancata da Usa e Russia.
È sicuramente un caso ed è tutta fantapolitica, ma sembra che qualcuno ieri abbia “votato” contro questa alleanza da cui l’Italia ha oltre ogni dubbio tutto da guadagnare posto che in questa Europa è schiacciata e muore. Non vogliamo però essere troppo presuntuosi e prenderci premi di fantapolitica che non meritiamo e che probabilmente dovrebbero essere consegnati al di là della Manica.