Dopo giorni di apparente silenzio riprende a forte voce la contestazione al Campidoglio contro Virginia Raggi del Pd romano: in una intervista negli studi di TgCom 24 ha prato Roberto Morassut che ha sottolineato come sullo stadio della Roma, come su tutti gli altri “scandali” aperti nella giunta M5s, la posizione del sindaco Raggi non esca mai chiara e definita. «Sullo Stadio della Roma il Movimento 5 Stelle l’amministrazione sono stati incapaci di dire alla Roma, ai promotori dell’operazione e alla città quale sia la loro posizione sulla questione. In campagna elettorale – continua – si dichiaravano contrari. Poi alcuni hanno cambiato idea senza spiegare con trasparenza quali eventuali modifiche apportare al progetto. L’unico atto che hanno prodotto fino ad ora è un parere contrario», afferma Morassut. Secondo il Pd della Capitale, è «disdicevole che un’amministrazione della Capitale offra questo spettacolo, con una gestione amministrativa confusa, piena di chiacchiere commistioni con vicende personali, caratterizzata da immobilismo, continui annunci e zero fatti».
Non si lascia attendere la risposta di Virginia Raggi all’ex assessore Paola Muraro che oggi dalle colonne de La Stampa ha attaccato sia il sindaco di Roma che il Movimento 5 Stelle della Capitale (come potete leggere qui sotto). «Adesso capiremo eventualmente quali sono questi gruppi di potere – dice rispondendo ai giornalisti che la interpellano in merito all’intervista rilasciata da Muraro – Poi domani se c’è qualcos’altro mi farete sapere…». Inoltre, il problema stadio della Roma viene di nuovo messo in discussione, dopo le parole del sindaco che si è detta lontano da un accordo, ancora non arrivato, tra il vicesindaco Bergamo e i dirigenti giallorossi. Due risposte secche e ironiche per una Raggi che da giorni ormai riceve ogni giorni domande sui vari casi scottanti che si susseguono nella “telenovela” della sua giunta che non sta divertendo nessuno, dai membri M5s, alla stessa Raggi fino sopratutto ai cittadini di Roma.
Un attacco in pieno stile quello che Paola Muraro riserva non tanto al sindaco Virginia Raggi, ma all’intero Movimento 5 Stelle di Roma che l’avrebbe costretta alle dimissioni dopo l’avviso di garanzia subito sule note vicende di Ama e ambiente nella Capitale. Intervistata oggi da La Stampa, l’ex assessore all’Ambiente ha dato il suo personale commento all’intera vicenda Berdini e ai guai che sta passando la giunta Raggi in Campidoglio. «Assurdi i dissennati comunicatori del Movimento (5 stelle ndr) che fanno apparire la sindaca fragile, inadeguata e senza personalità. Ho assistito a telefonate con i vertici in cui troncava la conversazione dicendo: ‘La sindaca sono io’», spiega Muraro ai cronisti de La Stampa. Ed è ecco l’affondo sulla sindaca e sul complesso meccanismo del Movimento 5 Stelle: «C’è all’opera un gruppo trasversale di affaristi dentro e fuori il Movimento. L’ho capito dall’interno. Un’esperienza che mi ha aperto gli occhi. Per questo dico agli attivisti 5 Stelle: io ho fatto da scudo umano, voi svegliatevi prima che sia tardi”. “Fino a Natale – ha spiegato – era solo Virginia. C’era forte sintonia. Poi il suo commissariamento s’è compiuto”. Il consiglio per la sindaca è “sii te stessa, slegati. I romani hanno votato te, non Casaleggio». Muraro commenta anche nel dettaglio il caso di Paolo Berdini, prendendosela solo pochi giorni dopo il primo sfogo, contro l’assessore all’Urbanistica dimissionario: «avrebbe dovuto lasciare immediatamente, quello che è ha detto è assurdo e falso».
Poco fa in diretta su “Quante Storie” il direttore di Repubblica ha spiegato la vicenda Virginia Raggi, dopo l’accusa del M5s di “giornalismo killer” da parte del leader grillino Luigi Di Maio per aver pubblicato le chat tra Raggi, Di Maio e Marra sempre all’interno della maxi confusione in giunta M5s. Ebbene, il Blog Cinque Stelle e poi lo stesso Di Maio (qui sotto trovate tutti i riferimenti) hanno accusato Repubblica e Corriere per aver pubblicato chat “taglia e cuci” in cui Di Maio “sostiene” Marra con la Raggi dicendole che è un “servitore dello stato”. Il direttore Mario Calabresi però, di fronte a Corrado Augias ha spiegato in pochi passaggi la verità di questo presunto “taglia e cuci”: «il Movimento 5 Stelle fa killeraggio, altro che i giornali. Noi abbiamo pubblicato le chat in nostro possesso che la Raggi scambiava con Marra, perché presenti nel telefono dell’ex capo del personale M5s sequestrato quando è entrato in carcere. I Cinque Stelle hanno invece ieri pubblicato le chat che Di Maio aveva mandato alla sindaca. Noi ovviamente e giustamente non abbiamo quel materiale, ci siamo limitati a dire quello che le nostre fonti hanno brillantemente riportato». Dunque, conclude Calabresi: «chi ha fatto il taglia e cuci allora? Noi o la Raggi?», spiega ironicamente il direttore di Repubblica.
Virginia Raggi cerca assessore: non è un annuncio ironico, è la verità della situazione attuale del sindaco M5s, dopo che l’ennesimo membro della sua giunta ha lasciato in neanche un anno di governo della Capitale. Ieri lo strappo a definitivo e questa mattina il commento del sindaco, raggiunto dai cronisti fuori dal Campidoglio ha confermato la ricerca di un sostituto per l’assessorato all’Urbanistica, non senza qualche ulteriore punzecchiatura. «Stiamo lavorando per trovare un sostituto, soprattutto una persona che parli di meno e lavori di più», afferma seccamente Virginia Raggi che poi torna a parlare dello stadio della Roma, dove ribadisce che non ci sono ancora nessun accordo con la società di Trigoria. «Abbiamo moltissimi dossier aperti, quello sullo Stadio è uno dei tanti, i piani di zona, i toponimi, le affrancazioni, tutte cose sulle quali bisogna lavorare in maniera costante e quotidiana. Per lo stadio non ci sarà assolutamente alcuna colata di cemento», racconta Virginia Raggi “citando” le parole sibilline di Berdini proprio sugli impegni “del cemento” della giunta M5s.
Si è sfogato il giovane leader M5s sui vari casi aperti a Roma per il sindaco Virginia Raggi, per il “caso-Berdini” e per tutte le inchieste che vedono coinvolta la giunta a Cinque Stelle. E poi ovviamente la querelle nata ieri sulle chat che lo stesso Luigi Di Maio ha intrattenuto con il sindaco di Roma a riguardo di Raffaele Marra; oggi Di Maio è stato intervistato da Uno mattina e si è sfogato dopo l’intesa giornata di ieri. Si parte dalle “seconde” dimissioni di Paolo Berdini: «E’ una cosa già accaduta nella storia del M5s: finché si sta dentro tutti pronti a portare avanti la battaglia del Movimento, quando si va via si abbia il coraggio di dire le cose buone fatte e non diffamare soltanto». Con l’assessore all’Urbanistica fuori dai giochi, il progetto Stadio di Roma ieri è proseguito lo stesso con un accordo all’orizzonte possibile con la società giallorossa: «Speriamo di riuscire a portare al termine il progetto sullo stadio della Roma, in tal caso, dimostreremo che quando l’amministrazione chiede dei valori all’interno di un progetto siamo d’accordo. Il progetto è cambiato, l’obiettivo ora è un progetto sostenibile». E poi ovviamente la querelle delle chat con Marra, dove Di Maio attacca ancora la stampa: “Sono finito sui giornali per una notizia falsa, se i direttori si vogliono scusare ritiro le querele”, spiega Di Maio secondo il quale la vicenda della chat dimostra come “il M5s le pulci le fa soprattutto ai nostri”. E su Marra Di Maio conferma come, avendo lavorato anche nelle giunte precedenti, “avevamo diffidenze e per questo avevamo chiesto la rimozione. Ma su Marra Raggi ha già chiesto scusa”.
L’ennesima svolta clamorosa sulla giunta di Virginia Raggi arriva in serata, quando dopo l’incontro in Campidoglio sullo stadio della Roma – tra l’altro positivo, con le parti che sembrano essere arrivate ad un accordo semi-definitivo – dove non si era presentato, Paolo Berdini ha annunciato le sue dimissioni irrevocabili. Dopo averle già presentate la scorsa settimana per via dell’audio in cui accusava la Raggi di essere amante di Romeo e di essere del tutto inadeguata al ruolo che ricopre, ora arrivano in maniera definitiva e con lo scontro totale rispetto alla sindaca M5s. «Le mie dimissioni sono ora irrevocabili. Era mia intenzione servire la città mettendo a disposizione competenze e idee. Prendo atto che sono venute a mancare le condizioni per poter proseguire il mio lavoro». L’ex assessore all’Urbanistica a muso duro contro la linea grillina sui temi del suo assessorato, con l’evidente fastidio per l’estromissione dalle mansioni in Campidoglio e la mancanza di fiducia dimostrata dalla ricerca di un sostituto subito dopo il congelamento temporaneo delle sue dimissioni. «Mentre le periferie sprofondano in degrado senza fine e aumenta l’emergenza abitativa – spiega Berdini nella nota – l’unica preoccupazione sembra essere lo stadio della Roma. Dovevamo riportare la città nella piena legalità e trasparenza delle decisioni urbanistiche, invece si continua sulla strada dell’urbanistica contrattata, che come è noto, ha provocato immensi danni a Roma». Il commento della sindaca arriva in serata ed è di quelli piccati: «Adesso basta. Abbiamo anche sorvolato su pettegolezzi da bar. Prendiamo atto che l’assessore preferisce fare polemiche, piuttosto che lavorare. Noi andiamo avanti». Ma se ne va un altro membro della giunta M5s che nella settimana in cui si vedranno gli interrogatori di Romeo e Marra rischia davvero di non uscire tanto presto dal vortice in cui si è cacciata…
Una giornata campale quella di ieri per Virginia Raggi e per il Movimento 5 Stelle a Roma: in mattinata su Repubblica sono state pubblicate due chat presenti sul cellulare di Raffaele Marra, sequestrato dopo l’arresto 50 giorni fa, che “incastrerebbero” Di Maio, da sempre pubblicamente contro la scelta di Virginia di prendere Marra nella squadra del Campidoglio. «Non è vero che fu l’ostinazione della sindaca Virginia Raggi a impedirne l’allontanamento. E’ vero piuttosto il contrario. Perché, ancora il 10 agosto 2016, oltre un mese dopo il loro incontro e nel pieno dello scontro interno al minidirettorio che ne chiedeva la testa, Di Maio sollecitava Marra a resistere perché “servitore dello Stato”», scrive il collega di Repubblica, Carlo Bonini, presentando le due chat contenute nel cellulare di Raffaele marra, sequestrato dopo l’arresto per corruzione. Luigi Di Maio ha voluto replicare su Facebook nel pomeriggio a tutte le accuse ricevute sulle famose chat. «Chiedo ufficialmente le scuse con i direttori e la chiudiamo qui ormai ho raggiunto il mio limite. I direttori da che parte stanno? Da parte dell’informazione o da parte di qualche partito che vuole fermarci? Noi siamo gli unici che possiamo arrivare al 40% ma chiedo a tutti i giornalisti onesti di starci vicino, perché ne abbiamo bisogno, ormai la misura è colma». Un attacco politico, la vede così il giovane leader M5s, ma uno dei quotidiani direttamente citati da Di Maio come responsabile di giornalismo killer, non ci sta: ecco la replica, punto per punto di Repubblica. «Quello esaminato dall’Ansa e utilizzato da Beppe Grillo nel suo blog è il testo dei messaggi scambiati tra Luigi Di Maio e Virginia Raggi il 10 agosto. Quello pubblicato da Repubblica invece è il testo dei messaggi presenti nella memoria del telefonino di Raffaele Marra: si tratta della selezione delle frasi di Di Maio che Virginia Raggi ha inoltrato a Marra. Si tratta del testo conservato nella memoria del cellulare sequestrato a Raffaele Marra al momento dell’arresto e agli atti dell’inchiesta». Interessante anche il passaggio sul “servitore dello stato” visto che secondo Di Maio e Grillo il riferimento è al lavoro nella Finanza dell’allora capo del personale Marra, mentre Repubblica e Carlo Bonini replicano. «Il blog di Grillo spiega la definizione di “servitore dello Stato” con cui Di Maio indica Marra con “il fatto che Marra era della Guardia di Finanza”. Va ricordato che Marra ha lasciato la Guardia di Finanza da più di dieci anni». (Niccolò Magnani)