Carla Raineri e Raffaele Cantone, due magistrati, un’unica vicenda (quella del Comune di Roma) e una lettera choc, lunga e indirizzata al Fatto Quotidiano ma con mittente assai esplicitato: «il Dott. Cantone non si è preoccupato né in quell’occasione, né successivamente, di acquisire la mia versione, nonostante la decisione riguardasse la mia nomina». L’ex capo di gabinetto del sindaco M5s, dimissionaria nell’autunno 2016 e prima vera “grana” all’interno del Movimento 5 Stelle romano, attacca senza alcuna remora il magistrato presidente nazionale dell’Anticorruzione. «Sulla erroneità delle valutazioni effettuate dall’ANAC ha già fatto giustizia il provvedimento della Corte dei Conti; ma il punto principale è che Cantone si è arrogato una competenza che non gli spettava né per legge, né per regolamento, sulla nomina del Capo di Gabinetto ed ha reso il parere con sorprendente rapidità, senza effettuare alcuna istruttoria». La Raineri è una furia e si chiede perché il parere su di lei è arrivato immediato mentre su Romeo è arrivato dopo qualche mese. La sua ipotesi formulata è molto grave e rileva un presunto conflitto d’interessi con il fratello di Raffaele Cantone, ricordiamo capo dell’Anac (anticorruzione), così come riferito nella lettera in conclusione: «Peccato che Cantone non abbia ravvisato nella delibera di nomina di Salvatore Romeo posta alla sua attenzione – come invece io ed altri ravvisammo all`epoca, tanto che non vi apposi il visto – una evidente ipotesi di abuso d`ufficio. Ipotesi ora contestata dalla Procura. Ed auspico che il Presidente Cantone possa riflettere anche sui possibili conflitti di interesse in riferimento agli incarichi di suo fratello, l`avv. Bruno Cantone, che, come è emerso dalle recenti indagini condotte dalla procura di Napoli sul caso Consip di cui ha riferito la stampa, assiste aziende ed imprese partecipanti a gare di appalti pubblici (fra cui la Romeo Gestioni di Alfredo Romeo) soggette, in quanto tali, alla vigilanza di Anac». Una lettera che farà discutere e di cui Raineri, a questo punto, dovrà ovviamente render conto. Conflitti d’interessi e presunte “pesi e misure” diverse per il caso Raggi, Marra e Romeo: quest’attacco avrà ripercussioni sulle attività dell’autorevole presidente dell’Anac?
La giunta M5s del Comune di Roma non vive giorni semplici con continui attacchi esterni e interni, dopo le 3 indagini a carico del sindaco che hanno oggettivamente scoperchiato una situazione di tensione in atto da mesi, ovvero dalle dimissioni del capo personale Carla Raineri. Proprio con quella uscita di scena nascono tutti i problemi in seno al Campidoglio: basta rileggere il memoriale della stessa dimissionaria Raineri per capire qualcosa di più degli schizofrenici fatti di questo inizio 2017. «Appena insediata in Campidoglio, il 29 luglio 2016, ho subito avvertito intorno a me una crescente ostilità. Ostilità sia perché occupavo una casella cui palesemente ambivano altri soggetti molto cari alla Raggi (Frongia, Romeo, Marra) sia perché, da subito, mi sono scontrata con la sindaco sulla procedura di nomina di Romeo, da me ritenuta assolutamente illegittima, e sulla indisponibilità di trattenere Marra nel Gabinetto. Mi sono quindi progressivamente trovata collocata (direi letteralmente schiacciata) tra Romeo e Marra. La sindaco, per limitare le mie prerogative, ha immediatamente concepito una Segreteria particolare, che era in realtà il “vero Gabinetto”, a capo del quale ha posto Romeo». Fa impressione a rileggere oggi quanto detto dalla Raineri, visto quanto capitato proprio a quel “raggio-magico”. Da ultimo il caso Paolo Berdini che con le sue parole durissime sulla giunta di cui fa parte ha assestato un colpo mica da ridere alla considerazione della Raggi all’interno del Movimento 5 Stelle, figuriamoci negli elettori romani.