-C’è ancora margine per evitare la scissione del Pd: ne è convinto, anche dopo l’assemblea della minoranza-dem di oggi a Roma, il presidente Matteo Orfini, che non a caso si è impegnato personalmente in un’opera di mediazione per cercare di scongiurare la rottura. Come riportato dall’Ansa, l’idea di Orfini è quella di aprire il Congresso, garantendo però un’ampia fase programmatica. Queste le parole del presidente del Pd:”Dedicare la prima parte del congresso – da quando viene indetto a quando si presentano le candidature – a una profonda discussione programmatica in ogni federazione. Il tempo c’è, la volontà politica anche, mi impegno personalmente a garantirlo. Se lo vogliamo, possiamo andare avanti insieme”. Al pari di Renzi, Orfini crede che sia necessario avviare la partita congressuale prima delle amministrative, ma assicura:”Che c’entra il congresso con il governo? Nulla. Il governo Gentiloni è il nostro governo. Lo sosteniamo e continueremo fino a quando” Mattarella “considererà conclusa la legislatura. Si minaccia la scissione nel nome del governo. E’ tesi incomprensibile”. Orfini al contrario ribatte:”La scissione restringerebbe il consenso parlamentare al governo e lo metterebbe a rischio”. Se la minoranza del Partito Democratico si farà convincere da questo ennesimo appello all’unità lo scopriremo molto presto…
Doveva essere un appuntamento cruciale, quello di oggi al Teatro Vittoria di Roma, sede dell’assemblea della minoranza dem, chiamata a decidere se alla fine sarà scissione o meno dal Pd di Matteo Renzi. E proprio pochi minuti prima del via della manifestazione, sul suo profilo Facebook era stato Michele Emiliano, governatore della Puglia in odore di candidatura al prossimo, ipotetico, Congresso democratico, ad annunciare di avere raggiunto un accordo con il segretario del Pd:”Ieri ho detto a Renzi che basterebbe fare una conferenza programmatica a maggio e le primarie congressuali a settembre per ricomporre un clima di rispetto reciproco e salvare il PD. Adesso che lo abbiamo convinto a sostenere Gentiloni fino alla fine della legislatura senza fargli brutti scherzi, possiamo darci il tempo di riconciliarci e trovare le ragioni per stare ancora insieme”. Sembrava dunque che lo spettro della scissione fosse stato allontanato, ma se in platea era stato l’applauditissimo Bersani a mettere in guardia i cronisti (“Che si vota nel 2018 deve dirlo Renzi, non Emiliano”), è stato poi il vicesegretario Guerini, con un tweet rilanciato anche dal ministro Graziano Del Rio, a rimettere tutto in discussione:” Il sostegno totale del Pd al governo Gentiloni c’è dal primo giorno. La scadenza finale della legislatura non è nelle disponibilità né di Renzi, né di Emiliano, né di altri. Questa mattina toni e parole che nulla hanno anche fare con una comunità che si confronta e discute. Gli ultimatum non sono ricevibili”. Scissione dietro l’angolo? Ancora non lo sappiamo, ma di certo tra renziani e minoranza-dem non saranno baci e abbracci..
L’assemblea di minoranza Dem del Pd è in corso in questi minuti dal Teatro Vittoria di Roma. Una riunione importante, se non decisiva, per le sorti del Partito Democratico, dalla quale verrà fuori probabilmente la linea del gruppo attualmente minoritario sul tema della scissione. L’incontro, al quale stanno partecipando tra gli altri Roberto Speranza, Michele Emiliano, Massimo D’Alema, Pierluigi Bersani ed Enrico Rossi, nonché molti parlamentari Pd di varie correnti, ha avuto inizio sulle note di Bandiera Rossa: una dimostrazione ulteriore di come la minoranza-dem voglia svoltare a sinistra più che impersonare il cosiddetto Partito della Nazione. Come riportato dall’Ansa, il governatore della Toscana Rossi, ha chiarito questo concetto:”Se si pensa di fare un congresso in poche settimane, una una conta per riconsegnare la guida del partito al segretario noi non ci stiamo. Il Pd è per sua natura un partito plurale e di centrosinistra, se si pensa di abolire la sinistra o che finisca per non contare nulla la responsabilità della spaccatura ricade su chi non vuole capire”. Anche Roberto Speranza dal palco ha aggiunto di aver sentito Matteo Renzi in queste ore, chiedendogli se “solo noi vediamo che la scissione c’è già stata”. Una dichiarazione che preannuncia la sua proposta:”Si faccia un congresso vero e ordinato: si può il partito alle elezioni nel 2018. Se non c’è questo il Pd diventerà il Partito dell’Avventura, se non c’è questo il Pd non esisterà più”. Come risponderà Matteo Renzi? Clicca qui per seguire in diretta streaming sul video del Corriere.it l’assemblea della minoranza Pd.