Allora, intendiamoci, che Tafazzi esista lo sapevamo ben prima delle ultime notizie “choccanti” che arrivano dalla Cina. Insomma, che il buon Poretti del trio tutto spasso Aldo Giovanni e Giacomo non fosse l’unico esponente del “martellamento” dei “santissimi” in questo strano e bizzarro mondo lo sapevamo. Poi oggi arrivano le immagini del maestro cinese di kung fu: Il Maestro Wei Yaobin è un “rompipalle” nel vero senso del termine (guardate il video qui sotto e capirete) e ne va anche fiero. L’esperto di arti marziali, dopo dieci anni, si è guadagnato la reputazione a Luoyang, Cina centrale, come maestro di Kung Fu dalle palle di acciaio (“Kunk Fu Palla”, come magistralmente soprannominato da Dagospia): ma da noi in Italia ne sappiamo qualcosa, giusto? Magari nessuno andrà in giro a tirare calci e mattonate nei genitali, ma in senso figurato le esperienze dei nostri amati politici non vanno certo lontano dalla sana e nobile arte del “rompiballismo”. Dai picconatori, ai rottamatori fino ai “mattatonatori”: il filo rosso che unisce Cossiga, Matteo Renzi e i novelli scissionisti della sinistra sembra non esistere me è ben saldo.
La sinistra da anni è maestra del buon tafazzismo, portando a “rovina” esperienze di governo che sembravano certe. Prima riuscendo a perdere primarie in ogni parte del globo italico, da Roma a Milano, da Napoli fino al rischio Torino, salvato da Fassino in corner; poi quel sano gusto di andare per forza contro corrente (sì, ma sempre la propria di corrente) quando il rottamatore fiorentino per eccellenza sale al trono del Pd. Lì è iniziata la guerra intestina che ha portato, in coabitazione con gli errori di Renzi, alla Waterloo del Pd che con la sconfitta al referendum di dicembre ha visto sfaldarsi anche il governo (di cui chi è il partito di estrema maggioranza? Bravi, siete attenti). Insomma un Tafazzi-pensiero che da sempre accompagna la sinistra (oh, ultimamente anche la destra non scherza con due anni di litigi senza sosta tra Salvini, Berlusconi e Meloni su chi deve essere il più “destro” del reame). Poi la stoccata finale: in questi giorni, altro che maestro cinese del kung fu, i vari Roberto Speranza, Michele Emiliano, Pier Luigi Bersani e ovviamente il più tafazzista di tutti (con i “pacchi” degli altri), Massimino D’Alema. Congresso Pd in anticipo di qualche mese? E allora via con l valzer della scissione, con risultato che si rischia non solo di far vincere i Cinque Stelle (neanche l’accenniamo il grado di tafazzismo in questo momento ingombrante nella strepitosa giunta Raggi in Campidoglio) nelle prossime elezioni, ma con la motivazione di “sostenere di più il governo Gentiloni” si rischia così di indebolirlo e farlo cadere prima. Allora, chi è il più “Tafazzi” del reame? (Niccolò Magnani)