Si torna a parlare di ius soli – il diritto i cittadinanza per i figli di cittadini stranieri ma nati nel nostro territorio – e la maggioranza di governo si spacca subito: nasce tutto dall’intervista di ieri a La Stampa di Matteo Orfini, reggente del Partito Democratico in assenza del segretario (dopo le dimissioni di Renzi in Assemblea Nazionale domenica scorsa). «Come rivendichiamo di aver restituito un Paese con più diritti, dobbiamo fare un passo avanti in quel campo; Lo ius soli è incomprensibilmente bloccato al Senato: un governo forte e autorevole come il nostro, di fronte a italiani lasciati senza diritti, può pensare ad aiutare l’approvazione con la fiducia». Apriti cielo, il dibattito su uno dei provvedimenti più “di sinistra” e maggiormente ostracizzato dalla componente di centrodestra ancora interna al Governo Gentiloni: dalla Lega Nord a Forza Italia ma soprattutto dal Ncd che è interno al Governo sono arrivate numerose prese di posizione a riguardo. La linea di Orfini viene sposata invece da molti parlamentati democratici. Per il deputato Khalid Chaouki la sua posizione è «ottima», perciò bisogna accelerare. E sulle polemiche «becere e strumentali » di Salvini dice che «odorano di fascismo». Anche per il collega di partito, Edoardo Patriarca la fiducia sullo ius soli «ci starebbe tutta» e si chiede perché «la destra si scandalizza», visto che «gli italiani sono favorevoli a uno ius soli temperato, proprio quello che stiamo introducendo».
Dopo la proposta di Orfini di mettere la fiducia sullo ius soli al Senato, la vicenda della cittadinanza per figli di migranti e clandestini sbarcano in piena e mai risolta fino in fondo, crisi di governo. Scatenato l’Ncd che con Maurizio Lupi si oppone alla possibilità di mettere la fiducia al decreto: «Orfini si guardi allo specchio e se li voti lui certi provvedimenti a suo avviso prioritari. Vorrei ricordargli che questa legislatura non è stata un monocolore Pd, Se Orfini reggente pensa che in questi otto mesi le priorità siano l’approvazione dello ius soli, l’aumento delle tasse e l’interruzione del processo di liberalizzazione, allora si faccia il suo bel partito di sinistra con Sel». Molto irritato anche la componente di opposizione di centrodestra, Matteo Salvini su Facebook parla di «pazzi pericolosi». Mentre Giorgia Meloni chiede al premier di chiarire se considera lo ius soli «davvero una priorità». Sul piede di guerra anche il resto delle opposizioni con il senatore Maurizio Gasparri (Fi), che ricorda ad Orfini di «non avere l’autorità per imporre l’agenda al Parlamento, né tanto meno al governo». Lo ius soli è fermo al Senato «e lì morirà – tuona– la cittadinanza facile per gli immigrati non sarà mai legge», viene riportato dalle agenzie Ansa.