Gli ultimi giorni per Marine Le Pen, impegnata nella campagna elettorale verso le Elezioni Francia 2017, sono tutt’altro che sereni: l’inchiesta sugli incarichi fittizi dei suoi assistenti parlamentari a Strasburgo rischia di agitare e non poco il Front National, incrinando il consenso attorno alla donna forte di Francia, ancora favorita per le Presidenziali del prossimo aprile. Oggi arriva la sfida di Marine Le Pen ai giudici, da lei accusati due giorni fa di “complotto” ai suoi danni. Convocata per un interrogatorio a Parigi, ha risposto con una lettera dai rifiuto in cui dichiara che non si recherà ad alcuna convocazione di polizia o giudici fino alla conclusione delle elezioni politiche del 23 aprile e 7 maggio, godendo lei dell’immunità da europarlamentare. Intanto proseguono gli attacchi dei leader europeisti contro la stessa Le Pen, colpevole di voler “uccidere l’Europa”. «Marine Le Pen vuole uccidere l’Europa: all’indomani della conferenza stampa ‘anti-euro’ della leader del Front National», racconta il commissario Ue, Pierre Moscovici su Le Monde, « è un crimine politico. Il rimedio proposto dalla leader del Front National è peggio che il male stesso: è l’eutanasia dell’Europa», afferma il responsabile Ue.
Mancano due mesi esatti alle Elezioni in Francia che stabiliranno forse qualcosa di più della “semplice” riorganizzazione dello stato dopo il parziale fallimento della reggenza Hollande, su sui pesa anche l’incolpevole ma gravissima emergenza terrorismo che ha soffiato sulla Francia dopo gli attentati di Charlie Hebdo e Parigi nel 2015. La sfida in campo al momento è sostanzialmente aperta a due “fronti”: l’estremismo di Marine Le Pen, la favorita e in vantaggio al momento (ma che dovrà comunque passare per il ballottaggio perché non ha il 50% dei voti al momento). Il 23 aprile il primo turno, l’eventuale secondo il 7 maggio, con il popolo francese che si sta preparando ad un probabile evento storico: nella Francia fulcro dell’Europa dopo l’addio della Gran Bretagna con la Brexit e unico vero argine allo strapotere della Germania, vincerà il Front National e l’estremismo della destra che spinge per uscire dall’Europa? Al momento l’unico argine reale per la vittoria storica di Marine Le Pen si chiama Emmanuel Macron: ex ministro delle finanze del governo Hollande, si dichiara né di destra né di sinistra, un candidato centrista che complice la crisi di Fillon e Hamon resta l’unico in grado di porsi in argine con l’estrema destra della figlia di Le Pen. Qualche piccola ombra viene gettata su Macron dal Financial Times che scrive ieri sul candidato centrista alle prossime elezioni Francia 2017, «Macron è intrappolato nella logica di non essere né di destra né di sinistra, ma presto dovrà realizzare che non può accontentare tutti». Significativo invece in positivo per Macron l’endorsement giunto dal capo del partito centrista francese MoDem, François Bayrou, più volte candidato alle presidenziali in passato, che ha finalmente detto cosa vuole fare in vista delle elezioni del prossimo aprile: non si candiderà e sosterrà Emmanuel Macron.
Con due mesi che mancano alle Elezioni Francia 2017 gli scenari e il futuro di Francia e forse anche Europa iniziano a delinearsi con l’estremo dubbio su chi davvero potrebbe raggiungere ad oggi il sospirato ballottaggio: Marine Le Pen e Emmanuel Macron sono al momento gli indiscussi favoriti, stante la crisi di Francois Fillon, leader di centrodestra che ha battuto alle primarie dei Repubblicani Juppe e Sarkozy, ex premier prima di Hollande e soprattutto la crisi della sinistra. Se per Fillon il problema è riguardato sostanzialmente lo scandalo della moglie Penelope, che pare sia stata assunta come assistente parlamentare (ma lei non abbia mai messo piede negli uffici del marito all’Assemblea Nazionale, e non sia trovato né un badge d’ingresso, né un indirizzo e-mail), cambia tutto per quanto riguarda il leader del Partito Socialista vincitore delle primarie, Benoit Hamon. Ha battuto il favorito Manuel Valls, ha cercato di strappare rispetto al recente passato di Hollande ma al momento la sinistra viene vista in Francia ancora troppo legato a questi ultimi cinque anni di difficoltà e ambiguità in politica economica, sociale (con le tante leggi anti-famiglia che peseranno comunque nelle prossime elezioni), per non parlare degli esteri e dell’emergenza terrorismo gravissima. Al momento Hamon paga tutto questo e forse una non spiccata presenza comunicativa. Cambierà qualcosa nei prossimi due decisivi e fondamentali mesi prima del voto? (Niccolò Magnani)