Intervistato oggi a Un Giorno da Pecora in radio, parla sul caso Virginia Raggi e Paolo Berdini il protagonista dell’intera vicenda, ovvero quel Federico Capurso della Stampa che ha registrato l’audio da cui è nato tutto. Se l’assessore ha smentito di aver lasciato quell’intervista – anche se nell’audio si distinguono nettamente le stesse parole scritte nell’intervista pubblica da La Stampa ieri – la replica del cronista è semplice ma netta: «Noi confermiamo questo colloquio, non c’era nessun bar, nessun caffé o aperitivo con gli amici, come ha detto Berdini. E’ stato un faccia a faccia, io e lui, io mi sono presentato come giornalista. Cosa ha detto a Berdini? Gli ho detto il mio nome e che ero un giornalista de La Stampa. E lui si è lasciato andare abbastanza», confessa Capurso. Secondo il cronista tutto quello che non si sente nell’intervista non ha grossi particolari interessanti in più rispetto a quanto uscito, eccetto un riferimento molto grave che l’assessore dimissionario ha dato su caso delle polizze. «Quando parlava della polizza e della Raggi, con la sindaca che aveva detto di non saperne nulla, Berdini diceva ‘a chi c….zo lo vuoi raccontare’? E poi quando parlava di questa ‘banda’, che la Raggi si sarebbe messa intorno, invece di dire banda Berdini ha detto una banda di assassini”». Va detto che però lo stesso Capurso esclude si riferisse ad un significato letterale, ma più in senso simbolico e traslato. 



Paolo Berdini potrebbe non durare ancora molto come assessore del comune di Roma: Virginia Raggi, dopo le parole contenute nell’audio divenuto ormai famoso, non vorrebbe più avere nella sua giunta chi si è “permesso” di avanzare giudizi molto netti sulle incapacità del sindaco, addirittura ipotizzando una relazione extraconiugale tra Raggi e Salvatore Romeo. Si cerca il successore e secondo il Tempo il nome sarebbe già stato avanzata dal sindaco alla base del Movimento 5 Stelle. Si chiama Emanuele Montini, uomo fidato del vicesindaco Daniele Frongia e potrebbe diventare il nuovo assessore alla Urbanistica dopo Berdini. Le indiscrezioni del quotidiano romano mostrano come il suo nome «rischia di creare ulteriori crepe all’interno del Movimento, già in difficoltà per tutti i passi falsi della Raggi e del suo staff. Coordinatore nazionale di Italia Nostra e capo del legislatico del gruppo M5S (e un passato di un certo peso all’interno della giunta Rutelli)». Crepe intano all’interno della Giunta stessa, con le verifiche al lavoro di Berdini, specie sullo stadio della Roma (altro tormentone in queste ultime settimane), che non sono piaciute ad alcuni membri dello staff di Virginia Raggi. 



Lo chiamano già audiogate ed è quello che ha colpito l’assessore Paolo Berdini nei confronti del suo sindaco Virginia Raggi: il giorno dopo il caso incredibile scoppiata in Campidoglio per le frasi choc dette dal membro della giunta M5s le polemiche non si spengono, con le indiscrezioni di palazzo del Corriere della Sera che riportano come l’ira del sindaco grillino sia stata ingente ieri sera, specie dopo aver ascoltato l’audio della Stampa, che confermava tutte le parole dette effettivamente dette da Berdini. « La sindaca gli comunica le decisioni prese insieme ai vertici. Pretende le sue scuse pubbliche. Berdini sembra davvero mortificato. Si decide la soluzione in due tempi. Un primo comunicato, con le scuse e Berdini che «rimette il mandato». E, a stretto giro, il respingimento delle dimissioni «con riserva». Formula decisamente originale. Così motivata dalla sindaca ai suoi: «Gli ho detto di prendersi un po’ di tempo per ragionare sulle cose da fare, dai piani di zona allo stadio. Devo capire se sta lavorando bene oppure no». Secondo il Corriere però il rapporto è rotto definitivamente e si starebbe già cercando un successore: alcune fonti della Stampa riportano anche l’ira della Raggi con Grillo, «io non lo voglio più tra i piedi», avrebbe detto Virginia Raggi, la quale non vuole però ripetere il caso dopo le dimissioni di Minenna, quando per quasi un mese si cercò un successore con numerose rinunce all’ultimo minuto. Questa volta il M5s vuole cercare un buon sostituto e sarebbe questo il motivo della “riserva” alle dimissioni presentate da Berdini.



Fare la cronaca degli ultimi mesi di Virginia Raggi e del Movimento 5 Stelle alla guida del Comune di Roma risulta impresa tanto impossibile quanto impraticabile: tra verità, indagini, notizie false e accuse, il Campidoglio pare più una polveriera che altro, con la giunta M5s che solo ieri ha rischiato di perdere un altro, l’ennesimo, esponente nominato dal sindaco M5s. Bisogna distinguere i piani per evitare confusioni: da un lato ci sono le indagini della Procura di Roma, con Raffaele Marra, Salvatore Romeo e proprio Virginia Raggi indagati con accuse precise sulla vicenda nomine in Campidoglio. Giusto ieri sera l’ex capo della Segreteria M5s è stato interrogato dai pm romani dopo l’avviso di garanzia per concorso in abuso di ufficio sulla sua stessa nomina (all’interno della vicenda che lega il sindaco e lo stesso Romeo con le bizzarre polizze a vita intestate all’avvocatessa romana). Poi ci sono le notizie simil-false, come la polemica Sgarbi-finto Grillo in cui Virginia Raggi veniva definita una “depensante” dall’imitatore del leader ex comico. E infine ci sono i problemi politici: e in questo caso rientra il clamoroso retroscena di ieri con l’assessore Paolo Berdini, che a fine giornata è arrivato addirittura a dimettersi dopo la querelle nata dalle sue dichiarazioni “intercettate” da La Stampa (qui sotto tutto il retroscena nel dettaglio) in cui il sindaco è stata definita “inadeguata e impreparata”. Le dimissioni di Berdini respinte (con riserva, ma cosa significa questo ancora oscuro…) impediscono alla giunta l’ennesima emorragia, ma in termini politici il Movimento 5 Stelle paga ancora molta confusione e una profonda irritazione nei cittadini romani che vedono una città che resta quasi immobile e con i problemi sempre più aumentati dai troppi anni di amministrazioni impegnate in problemi “altri” rispetto alle vere esigenze della città.

L’ultimo capitolo vede protagonista un altro membro della giunta M5s, l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini che sulle pagine della Stampa in questa mattina si vede attribuito un commento molto duro sul ruolo della Raggi e sugli errori di questi primi mesi di governo della Capitale. «Su certe scelte sembra inadeguata al ruolo che ricopre. Ma impreparata strutturalmente, non per gli anni». E non solo, «I grand commis dello Stato, che devo frequentare per dovere, lo vedono che è impreparata. È stato fatto un errore dopo l’altro». Per chiudere poi in “bellezza” commentando il rapporto Raggi-Romeo, «Questi secondo me erano amanti, l’ho sospettato fin dai primi giorni». Ecco, arriva poi la smentita che però non convince del tutto: «È stato registrato un colloquio privato tra amici non ho mai rilasciato nessuna intervista a La Stampa». Definito piccolo mascalzone il giornalista imputato, e prova una difesa stiracchiata, «Impreparazione? Parlavo di tutta l’amministrazione, mi sembra quasi scontato, mi ci metto anch’io, non immaginavo il baratro che abbiamo trovato, tutti noi siamo impreparati». Ma ormai il “danno” è fatto, al netto di un ennesimo caso di giornalismo “nascosto” non proprio campione di correttezza. In serata arriva la riunione a stretto giro tra Raggi, Berdini e il resto della giunta M5s con il risultato sorprendente: prima arrivano le dimissioni dell’assessore all’Urbanistica, «Ho incontrato Virginia Raggi in Campidoglio: le ho ribadito la stima che merita. Provo profonda amarezza per la situazione che si è venuta a creare. Ne ho preso atto e, pertanto, ho rimesso il mandato conferitomi dalla sindaca lo scorso luglio», ha dichiarato uscendo dal Campidoglio. Poi la replica del sindaco M5s, che invece afferma: «Ho incontrato l’assessore Berdini chiedendogli chiarimenti. Si è scusato e ha rimesso nelle mie mani le deleghe che gli avevo assegnato lo scorso luglio. Ho respinto le sue dimissioni con riserva». Caso concluso? (Niccolò Magnani)