Sta per cominciare l’avventura del Lingotto 2017 con il lancio di Matteo Renzi alla sua seconda terza campagna elettorale per la segreteria del Pd, con il Congresso alle porte: 10anni dopo il Lingotto dove Valter Veltroni diede vita al Partito Democratico, Torino torna protagonista con il nuovo rilancio di Matteo Renzi, davanti ad una platea di ministri importante. In sala infatti sono attesi il numero due del ticket congressuale Maurizio Martina, l’ex governatore del Piemonte Chiamparino, i ministri Padoan, Lotti, Boschi, Madia, Franceschini, Delrio, Minniti, Poletti e Pinotti. Ci sarà anche il premier Gentiloni, di ritorno da Bruxelles, dove proverà a portare le ultime dall’Europa per poter rilanciare il progetto Pd per i prossimi anni nell’Ue. anto verde e l’immagine stilizzata di persone in cammino, trolley alla mano. Sono questi i tratti caratterizzanti della scenografia che accoglie i partecipanti al Lingotto di Torino per la kermesse renziana che si apre questo pomeriggio. Lingotto 17 – tornare a casa per ripartire insieme, con questo titolo al centro del maxischermo si trovano numerose immagini di viaggiatori con valigia alla mano, con scritta inevitabile “Pd”.
È un Matteo Renzi “carico” quello che si appresta ad aprire con i saluti questa sera il Lingotto 2017 a Torino: la sua relazione dovrebbe invece attendersi nella chiusura di domenica mattina, con i prossimi giorni che di fatto comporranno la squadra con qui affrontare prima il Congresso Pd e poi eventualmente anche le elezioni nazionali. In una intervista con Geremicca della Stampa questa mattina, l’ex premier fiorentino lancia così il tema del Lingotto: «Poi dobbiamo definire la nostra posizione rispetto al governo: cioè le priorità che crediamo debbano essere perseguite. E tornare a occuparci del partito, dei circoli, delle feste, della comunicazione, dell’organizzazione. Ma prima di tutto, ovviamente, della missione e del profilo del Pd che vogliamo. vorrei partire da quel che succede nel mondo – da Trump, per dire – per arrivare alla Le Pen ed al nostro Paese. L’interrogativo resta lo stesso: il ruolo e la politica di una grande forza di centrosinistra di fronte ai populismi dilaganti. Non esistono risposte semplici: nei tre anni di governo, però, qualcuna abbiamo provato a darla». In questo senso, nei giorni scorsi Chiamparino e Sala hanno chiesto un profondo cambio di passo per Renzi e la sua squadra, ecco la replica: «Chiamparino ha ragione: noi dobbiamo fare squadra, molto più di prima. Dobbiamo allargare il gruppo dirigente e io credo che il ticket con Martina sia già un segnale in questo senso». Un accordo che mira così a combattere Orlando ed Emiliano, puntando anche molto sul campo europeo dove il ministro Martina è molto apprezzato nonostante la giovane età.
«Il Lingotto 17 non è una Leopolda: non vi aspettate dunque lo stesso stile scanzonato e gioioso della kermesse fiorentina (che tornerà, in autunno, come sempre). È più un momento di riflessione, di dialogo, di approfondimento. Cercheremo di dircele tutte: cosa abbiamo fatto, cosa dovevamo fare meglio, cosa potremo fare per il PD, per l’Italia, per l’Europa». Inizia così il lancio dell’edizione 2017 del Lingotto, un appuntamento in cui Matteo Renzi intende lanciare la sua ufficiale candidatura verso l’imminente Congresso Pd con le Primarie che il 30 aprile prossimo stabiliranno chi sarà il nuovo segretario dem tra Michele Emiliano, Andrea Orlando, Carlotta Salerno e appunto Matteo Renzi. Nella sua e-news l’ex premier chiarisce bene che i prossimi tre giorni – da oggi 10 marzo fino a domenica 12 marzo 2017 – a Torino non saranno una kermesse come la Leopolda fiorentina, bensì un tentativo di raccogliere idee e preparare la “bozza” della mozione da presentare in Congresso. «Dopo che per mesi la politica italiana ha discusso del niente, è arrivato il momento di tornare a elaborare proposte, idee, sogni. Dico tornare per tanti motivi. Il primo dei quali è perché il Lingotto è il luogo da cui il PD di dieci anni fa, con Walter Veltroni, cercò di darsi una propria identità culturale e politica. Quindi Tornare a casa per ripartire insieme sarà il sottotitolo dell’evento. Vorrei che fossimo in tanti a discutere (ci sono dodici gruppi di lavoro), anche per costruire insieme la mozione congressuale», lancia la sfida così Renzi. Appuntamento oggi venerdì 10 marzo dalle 17 alle 23, domani invece per tutta la giornata fin dal mattino (09:30-20:30) fino ad arrivare alla chiusura e lavori e la relazione finale di Matteo Renzi, prevista domenica dalle 9.30 fino alle 13.
Una lunga bozza di programma per la candidatura di Matteo Renzi alla prossima e nuova segreteria del Partito Democratico: questo dovrà uscire dal Lingotto 2017 in programma da questa sera fino a domenica prossima, con numerosi interventi, programmi, idee e personalità che vorranno contribuire alla “ricetta” Renzi per i prossimi anni di Pd e ovviamente di mire ad un ritorno a Palazzo Chigi. In un pdf pubblicato sul proprio sito, Matteo Renzi ha voluto lanciare una prima micro-bozza con le linee direttive e programmatiche da cui partiture per il dialogo attorno alla tavola rotonda del Lingotto di Torino. «La democrazia dovrebbe essere il sistema che, meglio di qualunque altro, permette a una comunità di determinare il corso della propria esistenza. Ma da alcuni anni è cresciuto in tutt’Europa, e anche al di là, il numero dei cittadini che hanno la sensazione di aver perso il controllo sul proprio destino, di essere in balia di forze incontrollabili che riducono la possibilità di ciascuno di influire sulle circostanze della propria vita». In opposizione ai credenti populismi europei e internazionali, la proposta dem è che «le scommesse sul futuro, sul lavoro, sull’ambiente, sull’integrazione sociale, sulla cultura e sul capitale umano, sono l’unico modo per restituire davvero ai cittadini il controllo del proprio destino, anziché precipitare in una spirale di risentimento destinata a ridurre inesorabilmente ogni possibilità di essere protagonisti». In questo senso, «L’Europa resta l’orizzonte strategico di queste sfide. L’unica dimensione sufficientemente vasta per fronteggiare il cambiamento garantendo il rispetto dei nostri valori e del nostro stile di vita. L’Unione Europea è il primo tentativo nella storia di creare un insieme sopranazionale in tempo di pace, senza armi e senza minacce, sulla base della libera adesione dei popoli». Ecco allora l’Europa a due velocità, sposata anche da Gentiloni in questi giorni a Bruxelles: «A 60 anni dai Trattati di Roma l’antidoto contro i sovranismi consiste in una convergenza che faccia perno sulle tre più grandi democrazie europee dell’Eurozona, su un modello originale che concilii integrazione e democrazia», facendo perno dunque su Italia, Germania e Francia. «Europeizzando così le elezioni nazionali in modo da ricevere un mandato chiaro per un’integrazione amica della democrazia, in grado di invertire la spirale di estraneità dei cittadini europei rispetto a scelte che impattano sulle loro vite». Per Renzi, «serve quindi un patto di comunità aperto a chi condivide un progetto di trasformazione dell’Italia, orientato a conquistare consensi al di là di confini identitari che rischiano troppo spesso di diventare barriere difensive, permeabile alle competenze e alla passione civile di quei milioni di italiani che si impegnano ogni giorno nella dimensione pubblica e associativa pur restando ancora diffidenti nei confronti della militanza di partito». La chiusura finale ribadisce come il segretario de Pd dovrà essere anche il candidato premier per le Elezioni Nazionali, a differenza di quanto ha affermato Emiliano e in parte anche Orlando. «Analogamente a quanto accade in tutte le democrazie parlamentari anche basate su sistemi proporzionali, crediamo che la leadership che si propone per il governo del paese debba essere la stessa che guida il partito. É su queste basi che chiediamo per Matteo Renzi e Maurizio Martina un mandato per cambiare l’Italia e l’Europa, per avere un partito che contribuisca a questo scopo, con un leader che si candida a guidare dapprima la nostra comunità politica e poi il governo del Paese. Consapevoli di queste sfide e animati da queste ambizioni, ci ritroveremo al Lingotto di Torino dal 10 al 12 marzo. Nel luogo simbolo della nascita del PD come partito pilastro della democrazia italiana, faremo le pulci all’azione di governo di questi ultimi tre anni ed elaboreremo nuove proposte per superare le grandi fratture che ancora dividono il nostro paese (sociale, territoriale, generazionale e di genere). Una discussione vera, senza rete. Per costruire un programma per l’Italia e per l’Europa».