-Non si torna indietro: è questo il convincimento espresso al Lingotto 2017 da Maurizio Martina, ministro dell’Agricoltura facente parte del ticket con Matteo Renzi alle prossime primarie del Pd. Come riportato da TgCom24, Martina ha dichiarato:”Io dico che è proprio il caso di dire che noi siamo il Partito Democratico, non torniamo indietro e vogliamo guardare avanti. Proprio 10 anni fa qui si realizzò uno dei momenti più alti del centrosinistra. Siamo qui perché vogliamo ancora essere all’altezza di quella prospettiva”. Nel frattempo non poteva non esserci una polemica con il M5s nei giorni in cui Renzi promuove la propria mozione congressuale annunciando l’apertura di una piattaforma online di partecipazione online che prenderà il nome di Bob, in onore a Bob Kennedy. Beppe Grillo, con un post sul suo blog attacca:”Matteo Renzi anziché ritirarsi dalla politica ha annunciato che domani presenterà una piattaforma sul web che si chiamerà non ‘Rousseau’, ma Bob, come Bob Kennedy. Fino a ieri ci prendevano in giro perché eravamo quelli della ‘rete’, della democrazia diretta. E ora vogliono copiarci pure su questo”.



-Non solo Matteo Renzi al Lingotto 2017, la tre giorni programmatica che inaugura la sua mozione al Congresso del Pd. Dopo l’intervento di ieri del segretario, i lavori continuano oggi con i contributi di molti big del Partito Democratico. Come riportato da L’Unità, a prendere la parola saranno tra gli altri il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, quello dei Beni culturali Dario Franceschini, Emma Bonino, nonché Sergio Chiamparino, governatore della Regione Piemonte e Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia. Il via della sessione plenaria è stato dato con il racconto di quattro storie di successo e di buone pratiche riguardanti povertà educativa, asili di periferia, formazione e start up. A spiegare l’intento di questa partenza poco tradizionale, cui seguirà un approfondimento nei diversi tavoli di lavoro, è stato Tommaso Nannicini, organizzatore politico del Lingotto 2017:”Vogliamo che la politica dia una risposta a quelle storie e che pensi a come metterle poi a sistema, con l’obiettivo di spargerle in tutto il territorio non ci accontentiamo soltanto di raccontare che da qualche parte qualcuno ce la fa e che va tutto bene”. A chiudere i lavori sarà invece Maurizio Martina, candidato in ticket con Renzi alle primarie del Pd.



Renzi ha aperto il Lingotto 2017 ieri sera con un lungo discorso programmatico che intende lanciare il dibattito anche per questo weekend a Torino verso il Congresso Pd, con la il ticket Renzi-Martina pronto a sfidare Emiliano e Orlando. «Da tre mesi la politica italiana sembra bloccata, dopo il referendum, noi abbiamo il compito di fare tesoro degli errori commessi e restituire una speranza al paese, abbiamo scelto il Lingotto perché pensiamo che sia interessante ripartire da luoghi che hanno segnato la nostra storia e la nostra tradizione. Il Pd deve rivendicare il futuro come cifra della sinistra, e non rassegnarsi a che la paura sia l’arma elettorale degli altri e il tema dominante», ha aperto l’ex premier e candidato alla segretaria dem. Tre gli obiettivi principali di questa campagna proposti da Renzi: «Il primo: offrire una visione dell’Italia per i prossimi dieci anni. Il secondo: proporre una classe dirigente non improvvisata. Il terzo: dare ai nostri concittadini la possibilità di guardare al futuro con un sentimento diverso dalla paura, che non può essere l’unica prospettiva». Il vero tema chiave però è il rilancio europeo, «Bisogna lavorare meglio sulla difesa e sulla sicurezza comune dei cittadini europei. Poi c’è il grande tema della moneta, del fisco, della ricerca, delle grandi reti. Servono proposte concrete: la nostra è quella di rimettere in campo il principio democratico dell’Europa. L’Italia deve impegnarsi per l’elezione diretta del presidente della Commissione. Democrazia, non burocrazia». Renzi al Lingotto ha voluto anche approfittare per annunciare una novità sul web che prenderà piede da domenica prossima: «Abbiamo un problema con il web, perché il sentiment del Sì al referendum costituzionale era assai più basso di quello del No e questo non dipende solo dai ‘troll’ utilizzati dagli altri. Domenica presenteremo la nostra piattaforma digitale. Si chiamerà non ‘Rousseau’, ma Bob, come Bob Kennedy. Chi vorrà avrà la sua password con il suo pin. E’ la piattaforma che si collega con le feste dell’Unita’. Non lasceremo la straordinaria invenzione del web nelle mani di chi fa business e soldi con gli ideali degli altri». Insomma, sfida lanciata anche al Movimento 5 Stelle prima della conclusione finale, «Oggi si può difendere la società aperta solo se riportiamo nel nostro campo alcune parole chiave: la parola identità è una parola di sinistra, non possiamo lasciarlo alla destra. Dal Lingotto lanciamo un messaggio sul futuro: basta alle polemiche e alle battaglie personali. Noi non ci facciamo impaurire e rilanciamo sui contenuti: questo è il nostro Partito Democratico».



Poco prima dell’inizio ufficiale della kermesse del Lingotto 2017, Matteo Renzi aveva raccontato al collega della Stampa Geremicca come questi tre giorni di incontri a Torino serviranno sì a rilanciare il progetto del Pd lato renziano ma anche a ridare una forma di contenuto politico che da troppi mesi è fermo, anche per errori dello stesso Renzi. «Dobbiamo definire la nostra posizione rispetto al governo: cioè le priorità che crediamo debbano essere perseguite. E tornare a occuparci del partito, dei circoli, delle feste, della comunicazione, dell’organizzazione. Ma prima di tutto, ovviamente, della missione e del profilo del Pd che vogliamo. vorrei partire da quel che succede nel mondo – da Trump, per dire – per arrivare alla Le Pen ed al nostro Paese. L’interrogativo resta lo stesso: il ruolo e la politica di una grande forza di centrosinistra di fronte ai populismi dilaganti. Non esistono risposte semplici: nei tre anni di governo, però, qualcuna abbiamo provato a darla». I numeri della kermesse sono interessanti per stabilire la portata di questo evento nella galassia dem, sulla quale si dovranno confrontare gli avversari Emiliano e Orlando ancora ai box per preparare la campagna pre-primarie. 250 – gli iscritti a ciascuno dei tavoli del workshop per un totale di oltre 3 mila; 100 – I posti “sicuri” da capolista alla Camera che il prossimo segretario del Pd dovrà distribuire in vista delle politiche. La gran parte degli aspiranti sono in platea a Torino; 12 – le stanze che ospiteranno i workshop, ognuna dedicata a un tema: partito; la società aperta ai tempi del populismo; Europa e Mediterraneo; capitale umano, scuola, università e ricerca; lavoro di cittadinanza; istituzioni e pubblica amministrazione; welfare e salute, tra protezione e promozione; nuova economica e fisco amico; diritti, legalità, giustizia; crescita e Mezzogiorno; cultura, identità e cittadinanza; città e territori. I numeri offerti da Repubblica mostrano anche ben 6 come gli interventi dal palco da dieci minuti circa l’uno prima dell’inizio dei workshop. Tra questi, il docente di Economia Marco Fortis, della Cattolica di Milano, e il professore della Luiss Sergio Fabbrini; 3 – i giorni della manifestazione. Dopo il saluto di Renzi il primo intervento politico toccherà al numero due del ticket per il congresso, Maurizio Martina. Domenica chiude l’ex premier; 10 – gli anni trascorsi dal primo Lingotto del Pd, nel giugno 2007, che segnò l’insediamento di Walter Veltroni alla guida del partito.