La chiusura del discorso di Matteo Renzi al Lingotto 2017 sono dedicate al garantismo e agli ultimi fatti avvenuti a Napoli: «Voglio esprimere un grande abbraccio di solidarietà a Virginia Raggi, a cui diciamo che siamo al suo fianco se è indagata. Una persona che è stata indagata e su cui c’è stata grande polemica. Perché il garantismo vale per tutti e non a giorni alterni». Poi, rivolgendosi alla platea: «Siete rimasti male perché non ho parlato di Consip? Non puoi immaginare che il garantismo valga solo per i tuoi». Non ha infatti trattato l’argomento Consip, preferendo non usare l’occasione del Lingotto per le questioni legate a suo padre Tiziano Renzi e al ministro Lotti, comune presente tra le file della Fiera di Torino. Il passaggio sulla sinistra è poi destinato a far discutere i più nostalgici: «Essere di sinistra non è “rincorrere totem del passato. Lo diciamo a chi immagina che essere di sinistra sia salire su un palco, alzare il pugno chiuso e cantare bandiera rossa. Sono esponenti di una cosa che non c’è più a difendere i deboli. È un’immagine da macchietta, non di politica». Da ultimo, i fatti di Napoli con centri sociali e black bloc che ieri hanno cercato di impedire un comizio di Matteo Salvini, difesi dal sindaco De Magistris: «Ci sono argomenti su cui non possiamo girarci introno: no alle alleanze con chi non accetta il principio di legalità che non è un valore di parte ma di tutti. Quando un sindaco si schiera con chi sfascia la città per non far parlare qualcuno quella non è una cosa da Pd. E quando un parlamentare chiede di parlare lo deve fare, noi siamo dalla parte di quel parlamentare anche se si chiama Salvini. Proprio perché si chiama così, lo vogliamo sconfiggere alle elezioni ma deve parlare come devono parlare tutti».
Matteo Renzi sta chiudendo l’edizione le Lingotto 2017 con le sue conclusioni politiche dopo tre giorni di discussioni interne e laboratori verso la campagna elettorale pre.Congresso Pd. «Tecnicamente parlando questa 3 giorni ha visto la partecipazione di un botto di gente, dopo le polemiche: Torino ha accolto il rilancio di questo Pd, Forse non siamo riusciti a spiegare il motivo vero di questo momento di incontro, che non è semplicemente il contributo dei relatori o la partecipazione ai tavoli di lavoro fino a mezzanotte – il che dimostra che la politica è una cosa bella che mette in moto la voglia di partecipare -. Ma non è stato questo l’elemento chiave. E nemmeno Veltroni è stato l’elemento chiave. L’elemento chiave è che qui c’è un popolo, non un insieme di dirigenti che vuole cambiare Italia, ma un popolo che ha dei valori e che ci crede e non si fa distruggere da niente e da nessuno», spiega il candidato segretario dem alle prossime primarie del 30 aprile. Poi l’attacco diretto contro chi vuole “distruggere il Pd”, dagli scissionisti ai nemici ancora interni; «Oggettivamente qualcuno ha cercato di distruggere il Pd, perchè c’era una debolezza oggettiva della leadership, la mia. Qualcuno non si è reso conto che però c’è una solidità e una forza che esprime comunità del Pd indipendentemente dalla forza della leadership. Si mettano il cuore in pace, questa è la nostra storia e vostra storia. Sento tanto parlare di Ulivo dalle persone però che quell’Ulivo lo hanno segato dall’interno, da chi ha fatto concludere l’esperienza di Romano Prodi. E se lui fosse stato capo del partito non sarebbe accaduto. Sento parlare di Ulivo da chi è più esperto di Xylella che di Ulivo, hanno distrutto e ucciso l’Ulivo ma non lo faranno ancora con il Pd». Elemento fondamentale rilanciato è l’Europa: «porteremo in Europa agli amici del Pse la proposta di primarie nazionali e transnazionali per rendere ancora più democratica la vita politica europea, da cui i cittadini si allontanano sempre di più. E poi, quest’altra proposta, se si vuole che ci siano le stesse regole sul deficit ci vogliono le stesse regole fiscali in Europa».
In attesa della chiusura di Matteo Renzi, al Lingotto 2017 negli ultimi interventi di questa mattina particolare attenzione data al presidente reggente del Pd attuale, Matteo Orfini, che ha voluto lanciare più di un messaggio al Pd stesso, agli scissionisti e a Giuliano Pisapia, da ieri presente nello scacchiere politico ufficialmente con Campo Progressista e in cerca consensi. «Sinistra è una parola bellissima, i porta dietro una storia di lotte operaie e antifascismo, persone che costruirono la democrazia di questo Paese. Una parola che ha senso se è cambiamento. Dobbiamo stare attenti a chiudere la parola sinistra in uno spazio angusto come un partito, una mozione congressuale, la sinistra siamo noi. Noi guardiamo con interesse quello che sta facendo Pisapia, con lui abbiamo governato a Milano e siamo ovviamente interessati a tutto quello che si muove intorno a noi». No al Ncd, “un partito col nome centrodestra non potrà far parte della nuova sinistra” e no soprattutto agli scissionisti, come ha ricordato la Serracchiani nel suo intervento «Non accettiamo nessuna lezione da chi prima ha ucciso Ulivo e adesso sta cercando di uccidere il Partito democratico». Applausi lunghi al Lingotto 2017 per Piero Fassino, protagonista di questi 10 anni di Partito Democratico: «Noi siamo venuti qui con una speranza che è anche un obiettivo: riprendere la propria iniziativa politica per evitare il rischio di implosione e stagnazione e il declino del Paese. Siamo qui con la consapevolezza che il lancio del progetto del Pd è oggi l’unica speranza che possiamo offrire per combattere l’insicurezza generata dalla crisi”. “Noi siamo tornati qui – ha aggiunto – non per nostalgia o per la rincorsa nostalgica del tempo perduto, siamo qui perché da qui è partito quel progetto che oggi se lo guardiamo, è ancora più valido di dieci anni fa». A breve è atteso il discorso conclusivo di Matteo Renzi.
Si chiude con l’intervento conclusivo di Matteo Renzi alle 12 l’edizione del Lingotto 2017: una chiosa per puntare al Congresso Pd, un lancio vero le Primarie che vedranno l’ex segretario battagliare con Orlando ed Emiliano, un modo per rilanciare il programma renziano di fatto “fermo” dopo la sconfitta cocente del Referendum Costituzionale. L’ultima giornata di una kermesse frizzante ma forse finora senza il vero “cambio di passo” sperata, vedrà tanti interventi politici che faranno da ponte verso le conclusioni programmatiche di Renzi, in ticket con Maurizio Martina per la corsa alle Primarie. Ma come sarà questo ticket “nuovo” per il Partito Democratico? Si deduca un ritorno al linguaggio di sinistra come ad un gioco di squadra e non più un uomo solo al comando; in questi tre giorni i vari workshop hanno senato come già avveniva alla Leopolda una modalità di raccogliere idee dal basso per lanciare la bozza di mozione verso il Congresso. «Verrà presentato Bob, la piattaforma congressuale che servirà per continuare a condividere le proposte dal basso: Chi vorrà avrà una sua password e suo pin – aveva detto l’ex premier nel suo intervento introduttivo – perché i circoli devono essere più aperti, ma non dobbiamo lasciare il web a chi fa business e soldi con gli ideali degli altri». Ci saranno Lotti e Gentiloni per sottolineare la vicinanza sul caso Consip e la tenuta del governo fino a scadenza naturale: basterà tutto questo per poter rilanciare un verso progetto di Partito? Non lo sappiamo, si attendono novità dall’ultimo discorso di Renzi per vedere quel cambio di passo finora non realmente realizzato.
In occasione di questa ultima giornata di Lingotto 2017, Matteo Renzi ha postato su Facebook il commento alla convention in corso: «Quello che non tutti hanno colto, negli editoriali e nei commenti – dice ancora l’ex premier ed ex segretario del partito – è che la forza di questa straordinaria esperienza non è il leader, non è il ticket, non è il gruppo dirigente. La forza di questa storia è che qui c’è un popolo vero, in carne e ossa, che non si rassegna a lasciare il futuro al catastrofismo”. “I giornali – sottolinea infine Renzi – si domandano se è cambiato il mio carattere. O se è cambiato il nostro umore. Quello che interessa a questo popolo è cambiare l’Italia. Renderla più giusta e più forte. Siamo al Lingotto per farlo, insieme». Sul fronte degli ultimi appuntamenti in scaletta, dalle 9,30 stanno parlando i ministri che ancora non hanno raccontato la loro idea di partito (Minniti, Fedeli, Delrio e Madia). «Sarà poi la volta di altri politici che sostengono la mozione congressuale dell’ex premier: da Gianni Pittella a Piero Fassino, passando per Matteo Richetti, Luigi Berlinguer e Luciano Pizzetti. Sarà presente anche Luca Lotti, lontano da Torino nei primi due giorni per ragioni familiari, ma soprattutto ci sarà il premier Gentiloni», si legge nella scaletta stilata dall’Unità. (Niccolò Magnani)