L’Europa e gli Stati Uniti sostengono i terroristi: è Bashar Al Assad a sferrare il duro attacco all’Occidente, che considera responsabile anche della crisi dei rifugiati e della strage di quasi mezzo milione di siriani. La situazione in Siria è pericolosa, ma per il suo presidente è aggravata dalle ingerenze esterne, per questo considera l’asse costruito con l’Iran e la Russia l’unico perno di stabilità. Parole forti quelle di Al Assad: «Il solo ruolo dell’Europa e dell’Occidente guidato dagli americani è stato sostenere i terroristi» ha dichiarato, come riportato da Il Fatto Quotidiano. Accusati di aver fatto le scelte sbagliate, i leader europei avrebbero causato «distruzione in Siria e l’affermarsi del terrorismo nella regione. E gli attacchi terroristici in molte città europee, oltre alla crisi dei rifugiati». Nel calderone degli attacchi finisce anche Israele: «Appoggia direttamente i terroristi, con la logistica o con raid diretti contro il nostro esercito nelle aree confinanti». L’Iran, invece, ha un ruolo completamente diverso per il presidente siriano: offre il suo aiuto nella lotta contro i terroristi e dal punto di vista politico. Lodi anche per la Russia, che con l’esercito siriano ha avuto successo nel combattere il terrorismo: «La riconquista di Aleppo e Palmira ne sono la dimostrazione concreta». L’Alleanza americana o occidentale, definita «di facciata», avrebbe invece provocato l’effetto opposto: «L’Isis si stava espandendo». Bashar Al Assad, inoltre, non vuol sentir parlare di colonizzazione russa in Siria, ma di cooperazione fruttuosa. Nel mirino del presidente siriano finisce poi l’Onu, dove non ci sarebbe equilibrio politico e che verebbe usata per ribaltare governi che non rispettano le loro priorità. Riparte così l’attacco agli europei, responsabili di morti e rifugiati: «Non direttamente, ma attraverso il sostegno ai terroristi, fin dall’inizio e anche ora che continuano a definirli “moderati”». Per Bashar Al Assad non esistono terroristi estremisti e moderati, ma solo terroristi. Ma non è pentito di aver aperto comunque un canale di dialogo con loro per evitare lo spargimento di altro sangue siriano, anzi pensa che i leader occidentali debbano provare rimorso per quanto accaduto nel suo Paese, «per aver sostenuto i terroristi in Siria, chiamandoli moderati, e definendoli all’inizio “dimostranti pacifici”, quando invece venivano uccise persone, e limitandosi ad accusare il governo siriano mentre sapevano che i loro combattenti per procura stavano uccidendo il nostro popolo». 



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