Dopo la presentazione della mozione M5S di sfiducia individuale a Luca Lotti per la vicenda Consip è intervenuto proprio il ministro dello Sport: «È in corso un gioco barbaro. Con me si vuole colpire azione governo Renzi». Il ministro ha replicato a Paola Taverna e al Movimento 5 Stelle, accusandoli di volerlo colpire non per quello che é, ma per quello che nel suo piccolo rappresenta. «Si vuole mettere in discussione lo sforzo riformista di questi anni», ha aggiunto Lotti, che ha poi parlato di un «garantismo ad intermittenza» del Movimento 5 Stelle. Il ministro dello Sport ha spiegato di essersi presentato spontaneamente prima di Natale ai magistrati, quindi non riesce a spiegarsi il motivo della presentazione della mozione di sfiducia a distanza di mesi, se non definendola una «strumentalizzazione di un’indagine giudiziaria». Il ministro Lotti ha poi concluso il suo intervento attaccando le forze politiche che chiedono un suo passo indietro: «Sono culturalmente subalterne e politicamente scorrette». Dopo il suo intervento nell’Aula del Senato Sono cominciate le dichiarazioni di voto sulla mozione di sfiducia individuale per il suo coinvolgimento nella vicenda Consip. Qui sotto la diretta streaming video.
È cominciata la seduta del Senato (anche qui sotto in diretta streaming video) che deve votare la sfiducia al ministro dello Sport Luca Lotti, entrato a Palazzo Madama dicendo ai reporter “tranquillo ragazzi, sono tranquillo”. Le dichiarazioni di voto sono partite dal Movimento 5 Stelle che ha presentato la mozione di sfiducia con parole durissime: «La vicenda Consip, dice Taverna è la classica sporca storia all’italiana. Storie come queste ne abbiamo viste a dozzine, da tangentopoli ad oggi. Il tema – ha spiegato Taverna – non è l’avviso di garanzia, ma la gravità delle accuse e per capirlo non abbiamo bisogno di aspettare le sentenze della magistratura. Lei, ministro – ha proseguito la senatrice M5s – sarebbe la spia che disse a Luigi Marroni (amministratore delegato di Consip, ndr) ‘occhio che c’è una inchiesta su di voi’. E lui fa bonificare l’ufficio e vi trova effettivamente delle cimici. Marroni ha detto che non intende ritrattare e allora o è un bugiardo Lotti oppure è un bugiardo Marroni: per logica uno dei due dovrebbe andare a casa. Invece siamo all’assurdo, con Padoan che protegge Marroni e Lotti che resta al suo posto. Ma Lotti fa parte del ‘giglio tragico’. Uno che spiffera le indagini agli interessati doveva avere la delega ai Servizi? Voi siete impazziti. Vi pare una cosa normale questa?».attaccato ancora Renzi e la sua area di maggioranza con il riferimento al “giglio magico”; a proposito, in aula presente nei banchi del Governo praticamente il Cdm al completo, tranne il premier Gentiloni (oggi a Bruxelles) e l’altra figura più vicina a Renzi e Lotti, Maria Elena Boschi. Alle 16.30 circa il voto contro/pro Lotti.
Voci interne al senato garantiscono che il ministro Luca Lotti oggi prima del voto di sfiducia avanzato dal Movimento 5 Stelle con una mozione “dedicata” all’inchiesta Consip, terrà un discorso breve, netto e in cui respingerà ogni accusa possibile. Stando alle fonti di Tg Com24, il discorso del Ministro dello Sport verterà sulla linea del “totalmente estraneo alla vicenda Consip, non ho mai avvisato Marroni e soprattutto non ho mai conosciuto il signor Alfredo Romeo”. Le imputazioni che vengono spiegate nella mozione per Lotti non rappresentano verità e preoccupazione alcuna; da ultimo, alcuni senatori Pd rilanciano sul fatto che l’inchiesta risale a tre mesi fa: perché non hanno presentato la sfiducia allora? In quanto a numeri al Senato, secondo i calcoli dem il No alla sfiducia si aggira sui 150 voti, contro gli 86 del M5s, visto che Forza Italia e Mdp dovrebbero uscire dall’Aula.
Non bastava l’indagine a suo carico, ma per Luca Lotti nel giorno della mozione di sfiducia che verrà votata nel pomeriggio al Senato, spuntano nuovi possibili guai legati ad altre fughe di notizie: lo rivela questa mattina il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, La Verità, mostrando alcuni documenti per un presunto “altro” caso Consip a Firenze questa volta. Secondo i colleghi de La Verità, il generale Emanuele Saltalamacchia e lo stesso Luca Lotti avrebbero avvisato il sindaco di Firenze, Dario Nardella e altri membri del Giglio magico di stare attenti alle conversazioni telefoniche. Come riporta il quotidiano, «la soffiata avvisava di non sentire Simone Tani, dipendente del comune di Firenze all’epoca spedito a Roma, ma soprattutto membro della commissione che nel 2012 aggiudicava una gara d’appalto per la valorizzazione dell’ippodromo Le Mulina alla società Pegaso, che in realtà non aveva i requisiti necessari».Si apre dunque un possibile nuovo filone d’inchiesta che al momento non ha nessuna veridicità penale ma che getta ancora di più ombra sul ministro dello sport, in una giornata già di per sé complessa per il voto di sfiducia M5s al Senato.
Oggi pomeriggio alle ore 16.30 verrà votata dal Senato la mozione di sfiducia contro il ministro Luca Lotti, nell’ambito della inchiesta Consip che lo vede indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto. Le posizioni in Parlamento rispetto al caso politico degli ultimi mesi sono opposte e delle più disparate: «Non entro nella questione di Lotti che mi fa solo perdere tempo: è una questione del presidente del Consiglio. Detto questo la mia personale regola ed opinione è che se qualcuno crea problemi ad un organo collegiale, non monocratico, che vive insomma anche senza di te, ti dimetti», raccontava ieri Michele Emiliano, candidato alla segreteria Pd. Mentre la maggioranza del Partito Democratico difende il ministro e oggi voterà contro la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle, non si può dire altrettanti degli scissionisti dem del Mdp, formato dai fuoriusciti dal Pd, che non saranno presenti in aula durante la mozione del loro compagno di governo ma che hanno annunciato già un’altra mozione. L’obiettivo è quello del ritiro alle deleghe al ministro. “Pensiamo che si debba diradare la nebbia attorno al Governo. Per questo chiediamo a Gentiloni di procedere con la navigazione e di rimuovere gli ostacoli al buon nome di quella rotta”, ha dichiarato Francesco Laforgia, capogruppo di Mdp alla Camera. La l’iniziativa è stata già respinta dal presidente dei senatori dem, Luigi Zanda: “Quando la mozione di Mdp verrà posta all’ordine del giorno del Senato la rigetteremo”. Poche settimane fa le ultime parole pubbliche di Lotti sulla vicenda Consip erano quelle rilasciate sul suo profilo Facebook: «Noi siamo gente seria e perbene. Abbiamo governato per anni Firenze e l’Italia senza farci trascinare nel fango. La verità non ha paura del tempo. E noi abbiamo pazienza e forza per sopportare la vergognosa campagna di queste ore». Per Lotti l’attacco senza remore del Movimento 5 Stelle contro di lui e contro l’ex premier Matteo Renzi è del tutto fuori luogo: «Si parla di tangenti, di arresti, di appalti. Tutte cose dalle quali sono totalmente estraneo. Per essere ancora più chiaro: non mi occupo e non mi sono mai occupato di gare Consip, non conosco e non ho mai conosciuto il dottor Romeo».
Il motivo per cui oggi il ministro Luca Lotti è stato sottoposto alla mozione di sfiducia da parte del Movimento 5 Stelle riguarda come noto l’inchiesa Consip che vede il ministro dello Sport indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento. In sostanza a dicembre, quando Lotti era ancora sottosegretario della Presidenza del Consiglio, avrebbe avvisato il n1 di Consip, Luigi Marroni, che erano in atto delle indagini su di lui e sulla concessionaria. L’inchiesta Consip infatti nasce tutta dalle parole e deposizioni di Luigi Marroni, ad di Consip (concessionaria dello Stato per i beni e gli acquisti delle Pubbliche Amministrazioni) che l’Espresso ha anticipato in un suo lungo reportage esclusivo. Il settimanale riporta un lungo reportage e la deposizione fatta ai magistrati al amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, che certamente farà molto discutere. «L’imprenditore Carlo Russo mi ha chiesto di intervenire su un appalto da 2,7 miliardi di euro per conto del babbo di Matteo e di Verdini». Sono queste le parole di Marroni davanti ai pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano (e per l’ennesima volta un atto segreto e secretato “esce” dalle Procure come se niente fosse). «Mi dissero che erano gli arbitri del mio destino professionale», diceva ancora l’ad di Consip davanti ai giudici che ora stanno disegnando un quadro che di fatto prospetta un intreccio di interessi privati attorno agli appalti pubblici e attorno alla cerchia ristretta vicina all’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Secondo i pm, il padre dell’ex premier avrebbe aiutato l’imprenditore Alfredo Romeo a rafforzare i suoi rapporti in Consip in cambio della promessa di denaro. Un caso politico sottolineato ormai da un approdo a due necessarie e opposte posizioni: da un lato il ministro Lotti sostiene di non aver mai saputo di indagini su Consip né tantomeno parlato con Marroni, dall’altro abbiamo la posizione di Marroni che invece dice l’esatto opposto davanti ai magistrati. Uno dei due non dice il vero e il problema politico sorge proprio da questo, visto che entrambi i personaggi sono ancora nei loro legittimi posti, come numero 1 di Consip e come ministro dello Governo Gentiloni.